curiosità
Una ricerca rivela che “l’iniziale del cognome può influenzare i voti a scuola”
È comune sentirsi ingiustamente trattati quando si riceve un voto basso. Spesso, però, questa sensazione non rispecchia la realtà ed è solo un modo per evitare di affrontare le vere cause dei nostri fallimenti. Tuttavia, in alcuni casi, esistono variabili esterne allo studio e all’impegno che possono influenzare i risultati di compiti ed esami. Ad esempio, l’iniziale del nostro cognome: una recente ricerca pubblicata sulla rivista Management Science ha rivelato che chi ha un cognome che inizia con le prime lettere dell’alfabeto tende sistematicamente a ottenere voti leggermente più alti, mentre chi ha un cognome che inizia con le ultime lettere tende a ottenere voti leggermente più bassi.
Lo studio, condotto da un team di ricercatori dell’Università del Michigan, ha utilizzato i dati di una piattaforma di e-learning impiegata per le valutazioni degli esami universitari. Analizzando i risultati di oltre 30 milioni di studenti, è emersa un’associazione tra i voti ricevuti, l’iniziale del cognome degli esaminandi e l’ordine di correzione dei compiti. Di solito, la piattaforma presenta i compiti ai revisori in ordine alfabetico e solo selezionando manualmente un ordine diverso, come quello casuale o quello alfabetico ascendente, il professore può cambiare l’opzione. Questo fa sì che la maggior parte delle valutazioni venga effettuata in ordine alfabetico discendente.
I risultati hanno mostrato che, con l’opzione di default attivata, gli studenti con un cognome che inizia con una delle prime cinque lettere dell’alfabeto ottengono in media un punteggio superiore di 0,3 punti rispetto alle valutazioni effettuate in ordine casuale. Al contrario, quelli con un cognome che inizia con le ultime tre lettere ottengono in media 0,3 punti in meno. Anche tra i revisori che preferiscono iniziare la correzione dai cognomi che iniziano con le ultime lettere, si è riscontrato lo stesso fenomeno, ma in direzione opposta: voti più alti per gli ultimi cognomi e più bassi per i primi. Questo fenomeno sembra essere indipendente dalla materia esaminata, anche se è più evidente nelle discipline umanistiche e meno nelle discipline scientifiche, probabilmente a causa della maggiore soggettività di valutazione nelle prime.
Gli autori dello studio suggeriscono che la causa di questo fenomeno potrebbe essere attribuita alla stanchezza dei revisori, che valutano numerosi compiti consecutivamente. La noia e la fatica potrebbero influenzare l’oggettività dei professori, che potrebbero diventare meno obiettivi verso la fine dell’alfabeto, sovrastimando gli errori degli studenti.
curiosità
SAI CHE…Esiste un lago rosa in Australia
Il Lago Hillier è uno dei luoghi più straordinari e affascinanti dell’Australia, situato sull’Isola Middle, nell’arcipelago di Recherche, al largo della costa occidentale del Paese. Questo lago è famoso per la sua caratteristica colorazione rosa brillante, un fenomeno che ha suscitato l’interesse di scienziati e turisti per anni.
La causa di questa colorazione così unica è da ricercare nella presenza di batteri halobacterium e alghe che prosperano in ambienti salini e alcalini, come quelli del Lago Hillier. Questi microrganismi rilasciano pigmenti rossi e viola, che conferiscono al lago il suo inconfondibile colore rosa. L’acqua, pur apparendo insolita, è completamente innocua per la salute umana. Infatti, nonostante il suo aspetto sorprendente, non vi sono evidenze che il lago contenga sostanze pericolose per i visitatori.
Il lago, circondato da una fitta vegetazione e da un paesaggio incontaminato, può essere osservato in tutta la sua bellezza da un volo panoramico, in quanto l’accesso al lago stesso è limitato. È un luogo che attira studiosi di biologia, ma anche amanti della natura e della fotografia, grazie al contrasto mozzafiato tra l’acqua rosa e il verde della vegetazione circostante.
Nonostante la curiosità che suscita, il Lago Hillier non è l’unico lago di questo tipo al mondo. Altri laghi rosa si trovano, ad esempio, in Senegal e in Spagna, ma quello australiano è sicuramente uno dei più conosciuti e fotografati. La sua bellezza unica e la sua origine scientifica lo rendono una meta imperdibile per chi visita l’Australia.
curiosità
SAI CHE…Le giraffe dormono solo 30 minuti al giorno
Le giraffe sono tra gli animali più affascinanti e, nonostante le loro dimensioni imponenti, presentano caratteristiche molto particolari, tra cui uno degli aspetti più intriganti: la durata del loro sonno. Le giraffe dormono solo circa 30 minuti al giorno, e ciò che le rende ancora più straordinarie è che questo sonno è frammentato in brevi episodi di 5-10 minuti. Questo comportamento è il risultato di una strategia evolutiva che le aiuta a rimanere vigili e pronte a difendersi da eventuali predatori.
A differenza di molti altri mammiferi, che passano gran parte della notte a riposare, le giraffe non si sentono al sicuro durante il sonno e devono rimanere in allerta. La loro posizione eretta, tipica di questi animali, rende difficile dormire profondamente e a lungo. Durante i brevi periodi di sonno, infatti, le giraffe tendono a sedersi o ad accovacciarsi per limitare l’esposizione ai predatori. Questo comportamento è comune tra molti grandi erbivori, che devono bilanciare la necessità di riposo con quella di protezione.
Nonostante le giraffe dormano così poco, la loro salute non sembra risentirne. Gli esperti ritengono che queste brevi fasi di sonno profondo siano sufficienti per soddisfare le necessità fisiologiche di riposo dell’animale, anche se il loro ciclo di sonno resta un argomento di studio interessante per comprendere meglio il comportamento degli animali selvatici.
curiosità
Orsa Maggiore, il racconto mitologico della costellazione più famosa
L’Orsa Maggiore è una delle costellazioni più famose e riconoscibili del cielo boreale, tanto che il suo nome evoca immagini di miti e leggende che affondano le radici nell’antichità. Ma qual è l’origine del suo nome e come si è evoluto nel corso dei secoli il suo racconto mitologico?
La costellazione prende il suo nome dalla forma che le sue stelle principali sembrano tracciare nel cielo: quella di un grande orso. Già nell’antichità, i popoli greci e non solo osservarono queste stelle e le intrecciarono in racconti che spiegano la sua presenza nel firmamento. Il mito greco, che più di tutti è legato a questa costellazione, ha come protagonista la ninfa Callisto, una giovane e bella seguace della dea Artemide, la dea della caccia. La storia racconta che Zeus, il re degli dèi, si innamorò di Callisto, ma la sua unione con lei provocò l’ira di Era, la moglie di Zeus.
Secondo una versione della leggenda, Era, nella sua gelosia, trasformò Callisto in un orso. Il figlio di Callisto, Arcas, un giovane cacciatore, durante una battuta di caccia si avvicinò all’orso senza riconoscerlo come sua madre. In un momento drammatico, stava per uccidere l’animale, ma Zeus intervenne tempestivamente per salvare la madre e il figlio, trasformando Arcas nell’Orsa Minore e facendo salire entrambi nel cielo, dove sarebbero stati costretti a ruotare eternamente intorno al polo nord celeste.
Un’altra versione del mito narra che fu Diana, la dea della caccia, a trasformare Callisto in orso, ma per una ragione differente: la ninfa aveva rotto il giuramento di verginità. In questo caso, la storia prosegue con Arcas, ormai divenuto cacciatore, che, ignaro della vera identità dell’orso, tentò di ucciderlo. Anche qui, Zeus fece in modo che madre e figlio non si facessero del male, ma alla fine trasformò entrambi in costellazioni: l’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore.
Questi racconti greci sono solo una parte di un vasto panorama mitologico. In molte tradizioni, la costellazione dell’Orsa Maggiore è simbolo di altri racconti. Ad esempio, tra i Nativi Americani, essa è rappresentata come un gruppo di sette fratelli e una sorella, che, inseguiti dalla testa della madre, fuggirono in cielo, dove le loro immagini sono rimaste per sempre.
Oltre alla bellezza delle sue storie, l’Orsa Maggiore è anche un punto di riferimento fondamentale per chi si avventura nell’osservazione del cielo. In inverno, questa costellazione è ben visibile e diventa un perfetto indicatore per trovare altre costellazioni e orientarsi nel firmamento. La sua storia, segnata da trasformazioni e vendette divine, rimane un affascinante legame tra il cielo e le antiche leggende che ancora oggi ispirano meraviglia.
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