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SAPEVI CHE…Esistono delle scarpe da ginnastica da 8 milioni di dollari

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Un set di scarpe da ginnastica appartenute al leggendario campione di pallacanestro Michael Jordan è stato acquistato per la cifra record di 8 milioni di dollari dalla casa d’aste Sotheby’s. Jordan è unanimemente considerato uno dei più grandi atleti di tutti i tempi, con un palmarès che include sei campionati NBA, sei titoli di MVP delle finali, cinque MVP della lega e due medaglie d’oro olimpiche.

Le sei sneakers, conosciute come “The Dynasty Collection”, sono state indossate da Jordan durante le sei vittorie nei campionati NBA negli anni ’90. Si tratta di sei paia di Air Jordan, ciascuna indossata durante le partite decisive dei suoi sei campionati NBA. Il set comprende le Air Jordan VI (1991), Air Jordan VII (1992), Air Jordan VIII (1993), Air Jordan XI (1996), Air Jordan XII (1997) e Air Jordan XIV (1998).

Prima delle finali NBA del 1991, Tim Hallam, un dirigente della comunicazione dei Chicago Bulls, chiese a Jordan qualcosa di personale in caso di vittoria della squadra. Dopo il trionfo, Jordan regalò a Hallam un paio delle sue scarpe da ginnastica, autografate. Jordan, superstizioso di natura, continuò questa tradizione per tutti e sei i suoi campionati NBA, donando a Hallam un paio di scarpe indossate durante le partite vincenti. Successivamente, le sneakers furono vendute da Hallam all’attuale proprietario, un collezionista privato americano, che le ha messe all’asta. Questa vendita ha stabilito un nuovo record mondiale per le scarpe da ginnastica indossate durante le partite.

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Orsa Maggiore, il racconto mitologico della costellazione più famosa

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ADN24

L’Orsa Maggiore è una delle costellazioni più famose e riconoscibili del cielo boreale, tanto che il suo nome evoca immagini di miti e leggende che affondano le radici nell’antichità. Ma qual è l’origine del suo nome e come si è evoluto nel corso dei secoli il suo racconto mitologico?

La costellazione prende il suo nome dalla forma che le sue stelle principali sembrano tracciare nel cielo: quella di un grande orso. Già nell’antichità, i popoli greci e non solo osservarono queste stelle e le intrecciarono in racconti che spiegano la sua presenza nel firmamento. Il mito greco, che più di tutti è legato a questa costellazione, ha come protagonista la ninfa Callisto, una giovane e bella seguace della dea Artemide, la dea della caccia. La storia racconta che Zeus, il re degli dèi, si innamorò di Callisto, ma la sua unione con lei provocò l’ira di Era, la moglie di Zeus.

Secondo una versione della leggenda, Era, nella sua gelosia, trasformò Callisto in un orso. Il figlio di Callisto, Arcas, un giovane cacciatore, durante una battuta di caccia si avvicinò all’orso senza riconoscerlo come sua madre. In un momento drammatico, stava per uccidere l’animale, ma Zeus intervenne tempestivamente per salvare la madre e il figlio, trasformando Arcas nell’Orsa Minore e facendo salire entrambi nel cielo, dove sarebbero stati costretti a ruotare eternamente intorno al polo nord celeste.

Un’altra versione del mito narra che fu Diana, la dea della caccia, a trasformare Callisto in orso, ma per una ragione differente: la ninfa aveva rotto il giuramento di verginità. In questo caso, la storia prosegue con Arcas, ormai divenuto cacciatore, che, ignaro della vera identità dell’orso, tentò di ucciderlo. Anche qui, Zeus fece in modo che madre e figlio non si facessero del male, ma alla fine trasformò entrambi in costellazioni: l’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore.

Questi racconti greci sono solo una parte di un vasto panorama mitologico. In molte tradizioni, la costellazione dell’Orsa Maggiore è simbolo di altri racconti. Ad esempio, tra i Nativi Americani, essa è rappresentata come un gruppo di sette fratelli e una sorella, che, inseguiti dalla testa della madre, fuggirono in cielo, dove le loro immagini sono rimaste per sempre.

Oltre alla bellezza delle sue storie, l’Orsa Maggiore è anche un punto di riferimento fondamentale per chi si avventura nell’osservazione del cielo. In inverno, questa costellazione è ben visibile e diventa un perfetto indicatore per trovare altre costellazioni e orientarsi nel firmamento. La sua storia, segnata da trasformazioni e vendette divine, rimane un affascinante legame tra il cielo e le antiche leggende che ancora oggi ispirano meraviglia.

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La Nasa lancia una sfida da 3 milioni di dollari per risolvere il problema dei rifiuti spaziali?

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ADN24

La NASA ha dato il via a una nuova competizione, la “LunaRecycle Challenge”, con un montepremi di 3 milioni di dollari, per trovare soluzioni innovative alla gestione dei rifiuti durante le missioni lunari. L’obiettivo è ridurre l’inquinamento spaziale e promuovere pratiche sostenibili per una presenza umana duratura sulla Luna, un passo fondamentale nelle missioni Artemis.

Il concorso invita cittadini e aziende di tutto il mondo a presentare idee creative per il riciclaggio dei materiali di scarto che potrebbero accumularsi durante le missioni. Le proposte possono spaziare dalla creazione di sistemi per trattare i rifiuti sulla superficie lunare a modelli digitali per simulare l’efficacia di tali tecnologie. Tra i materiali da riciclare ci sono imballaggi alimentari, abiti e altre risorse scientifiche, con l’intento di trasformarli in nuovi prodotti utili per le missioni future.

Il concorso si articola in due categorie: la prima riguarda lo sviluppo di prototipi fisici in grado di riciclare i rifiuti sulla Luna, mentre la seconda si concentra sulla progettazione di modelli virtuali che rappresentano il processo di riciclo. Entrambe le soluzioni dovranno essere ad alta efficienza energetica e a basso impatto ambientale, caratteristiche fondamentali per affrontare le sfide di sostenibilità nello spazio. Le tecnologie vincenti, oltre a essere utilizzate per le missioni lunari, potrebbero anche contribuire al miglioramento del riciclaggio sulla Terra.

La NASA ha avviato questa competizione come parte delle “Centennial Challenges”, un programma che coinvolge il pubblico globale nella risoluzione di problemi tecnologici e scientifici. La registrazione è aperta a tutti, e i partecipanti hanno la possibilità di avere un impatto diretto sul futuro delle missioni spaziali e sulla gestione dei rifiuti terrestri.

Il concorso, coordinato dal Marshall Space Flight Center in collaborazione con l’Università dell’Alabama, si prefigge di stimolare nuove idee che, oltre a migliorare la sostenibilità nello spazio, potrebbero trasformare il modo in cui trattiamo i rifiuti anche sulla Terra.

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Il fenomeno del “canepardo”? Di cosa si tratta?

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ADN24

Negli ultimi giorni, l’idea del “canepardo” ha catturato l’attenzione sul web, portando molti a chiedersi se esista davvero un incrocio tra cane e leopardo. In realtà, non si tratta di una nuova specie, ma di un fenomeno nato da un video virale in cui un cane è stato colorato per assomigliare a un leopardo. Questa trasformazione è un esempio di “artistic grooming”, la tendenza a colorare e tagliare il pelo dei cani per scopi estetici, sollevando però alcune domande sul benessere animale.

il caso del “canepardo” sui social

L’idea del “canepardo” ha iniziato a circolare dopo che un parrucchiere ha deciso di tingere il proprio cane per assomigliare a un leopardo, presentandolo sui social come una nuova “razza”. Il cane, protagonista di vari video, è stato accolto con curiosità e stupore, generando una vasta eco mediatica. Anche se non si tratta di un vero incrocio genetico, l’immagine del “canepardo” ha spinto molte persone a cercare chiarimenti.

artistic grooming e benessere animale

L’artistic grooming, cioè l’arte di colorare e acconciare il pelo dei cani, è una tendenza diffusa che spesso sfocia in veri e propri “look” creativi. Tuttavia, questo tipo di interventi estetici può influire sul benessere dei cani. Il pelo dei cani ha un ruolo importante per la loro salute: li protegge e contribuisce alla termoregolazione. Modificarne l’aspetto e la consistenza, sebbene talvolta innocuo, potrebbe causare stress o disagio negli animali, che non possono esprimere il loro consenso.

segni di disagio nei cani

I cani mostrano segnali specifici quando sono a disagio, come sbadigliare ripetutamente, leccarsi il muso o mostrare posture tese. Questi comportamenti possono essere interpretati come un modo per segnalare che una situazione non è confortevole per loro. Anche se un cane si lascia colorare, questo non implica che ne tragga piacere; al contrario, potrebbe semplicemente adattarsi alla volontà del proprietario, senza però esserne realmente contento.

rispettare la natura del cane

I cani si affidano alle cure degli esseri umani, e per questo motivo è importante che i loro bisogni siano sempre rispettati. Lasciare che gli animali mantengano la loro naturale apparenza e comportamenti è fondamentale per il loro benessere. Anziché trattare il cane come un oggetto estetico, è più appropriato proporre attività che rispecchino le sue esigenze naturali, garantendo così una vita serena e in armonia con la sua natura.

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