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SAI CHE… Quali sono le bufale del Nazionalsocialismo?

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Nel contesto della storia, la propaganda ha sempre avuto un ruolo cruciale nel plasmare le opinioni pubbliche e nel giustificare azioni governative. Il nazionalsocialismo, in particolare, ha fatto un uso intensivo delle informazioni distorte per costruire e mantenere il consenso popolare. Questo regime ha utilizzato una vasta gamma di strumenti mediatici, tra cui radio, cinema e stampa, per diffondere messaggi manipolatori e creare una narrazione favorevole al suo operato.

Joseph Goebbels, il ministro della propaganda, ha orchestrato una delle più sofisticate macchine di disinformazione mai viste, investendo ingenti risorse nella creazione di una narrazione che presentava il regime come un baluardo di razionalità contro le forze considerate “cattive” e “pericolose”. Le false notizie non erano solo strumentali a giustificare azioni belliche, come l’invasione della Polonia, ma anche a promuovere una visione del mondo in cui il nazionalsocialismo si presentava come l’unica soluzione a problemi sociali e politici.

Le storie infondate, come quelle riguardanti i presunti crimini dei polacchi e degli ebrei, erano diffuse per giustificare la violenza e la repressione. Queste “bufale” non erano semplicemente fandonie; rappresentavano un tentativo deliberato di legittimare il regime e il suo operato, attingendo a paure e pregiudizi profondamente radicati nella società. La capacità del regime di ripetere incessantemente queste menzogne ha portato molti a considerarle verità, dimostrando come la manipolazione delle informazioni possa avere effetti devastanti sulla percezione collettiva.

La propaganda nazionalsocialista non si limitava a narrazioni distorte; era un’industria fiorente, con risorse allocate in modo massiccio per garantire che il messaggio fosse non solo ascoltato, ma anche accettato. Riviste come Signal, ad esempio, riuscirono a conquistare lettori anche al di fuori dei confini della Germania, grazie a un design accattivante e contenuti sensazionalistici.

In sintesi, il nazionalsocialismo ha mostrato come la disinformazione possa essere utilizzata come strumento di potere. Le sue tecniche di propaganda e manipolazione della realtà hanno avuto un impatto duraturo, non solo sul popolo tedesco, ma anche su come la storia e le verità vengano percepite e reinterpretate. La lezione che possiamo trarre da questo periodo è cruciale: il potere delle “bufale” risiede nella loro ripetizione e nel contesto in cui vengono presentate.

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Il suono dei dinosauri in Jurassic Park è stato creato da un mix di suoni di animali reali.

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Nel film Jurassic Park di Steven Spielberg, i dinosauri non emettevano suoni preesistenti, ma ogni ruggito, grugnito o urlo è stato creato da una combinazione di suoni provenienti da diversi animali reali. Ad esempio, il ruggito del Tyrannosaurus Rex è stato creato mescolando il suono di un elefante che ruggiva con quello di un leone, mentre il suono del velociraptor è stato ottenuto combinando il suono di un pavo reale (un tipo di pavone) con quello di un ghepardo.

Questa tecnica di “creare” i suoni piuttosto che usarli già esistenti è una delle tante innovazioni che hanno contribuito a rendere Jurassic Park un film così iconico. Il mix tra effetti sonori realistici e l’incredibile CGI (computer-generated imagery) ha reso i dinosauri incredibilmente credibili, facendo sembrare la preistoria così vivida e tangibile.

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L’anno senza estate: L’eruzione del Tambora e il romanzo di Frankenstein

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Nel 1815, l’eruzione del vulcano Tambora in Indonesia causò uno degli eventi climatici più estremi della storia. L’eruzione, che fu così potente da abbattere l’intera montagna, scatenò un raffreddamento globale che durò per anni. Nel 1816, noto come “l’anno senza estate”, le temperature scesero drasticamente in tutto l’emisfero settentrionale, provocando carestie, fallimenti agricoli e un aumento delle malattie. Questo evento climatico estremo influenzò anche la cultura, poiché l’estate mancata portò Lord Byron, Mary Shelley e Percy Bysshe Shelley a trascorrere un’estate insolitamente fredda in Svizzera, durante la quale Mary Shelley scrisse il celebre romanzo “Frankenstein”.

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LO SAI CHE… I piloti di aerei non potevano avere la barba?

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Per molto tempo, ai piloti di linea è stato vietato di portare la barba, sia per motivi estetici che di sicurezza. In passato, la presenza di barba poteva compromettere l’aderenza della maschera per l’ossigeno, essenziale in caso di emergenza aerea.

Inizialmente, la norma rifletteva gli standard militari, in quanto molti piloti provenivano da una formazione militare. Questi standard includevano capelli corti, nessun tatuaggio visibile e niente barba. Tuttavia, la situazione è cambiata nel corso degli anni?

Sì e no. Negli Stati Uniti e in alcuni altri paesi, le compagnie aeree ancora applicano restrizioni rigide sulla presenza di barba nei loro piloti. Questo non è solo per motivi di immagine, ma anche per la sicurezza. La barba troppo fitta potrebbe compromettere l’efficacia delle maschere per l’ossigeno, impedendo un corretto sigillo contro il viso del pilota durante un’evacuazione o un’emergenza.

D’altra parte, in Europa, molte compagnie aeree hanno rivisto le loro politiche, tenendo conto dei progressi nelle tecnologie delle maschere per l’ossigeno. Questo ha permesso ai piloti di mantenere una barba ben curata, purché rispettino determinati standard riguardo lunghezza e cura.

Questa evoluzione riflette un compromesso tra immagine professionale e sicurezza operativa. Mentre alcune compagnie americane come Allegiant e Hawaiian Airlines ora consentono la barba, molte altre continuano a imporre restrizioni. In Europa, invece, la tendenza è verso una maggiore flessibilità, a patto che la sicurezza rimanga sempre una priorità.

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