curiosità
SAI CHE… L’incendio di Notre-Dame poteva essere evitato?
Il 15 aprile 2019, un evento devastante ha scosso il mondo intero: un incendio è divampato nella storica cattedrale di Notre-Dame a Parigi, un simbolo dell’arte gotica e patrimonio dell’umanità. Questo episodio, che si è trasformato in una tragedia sotto gli occhi di milioni di persone, ha messo in luce gravi lacune nelle procedure di sicurezza.
Le fiamme hanno iniziato a propagarsi poco prima delle 18:20 nel sottotetto della cattedrale. Nonostante i rigorosi controlli e le misure preventive adottate per garantire la sicurezza del monumento, un errore umano ha avuto conseguenze fatali. Quando è suonato l’allarme, il personale di sicurezza ha immediatamente evacuato il luogo. Tuttavia, un guardiano ha commesso un errore cruciale: invece di dirigersi verso il sottotetto principale, si è recato nella sagrestia, dove non ha trovato alcun segno di incendio.
Quindici minuti dopo, quando l’errore è stato scoperto, la situazione era già critica. Il sistema d’allerta non era stato progettato per avvisare automaticamente i vigili del fuoco, i quali sono stati contattati solo alle 18:51. In quel lasso di tempo, il rogo ha già trovato nutrimento nei materiali antichi e secchi, avvolgendo il tetto e la guglia centrale della cattedrale.
Nonostante il tempestivo intervento di oltre 400 vigili del fuoco, il crollo della guglia è avvenuto alle 19:50, segnando una perdita incommensurabile per il patrimonio culturale mondiale. Grazie al coraggio dei pompieri e alla struttura in pietra della cattedrale, molti beni artistici e religiosi sono stati salvati, tra cui la Corona di Spine e le celebri rosacee del XIII secolo.
Questo tragico episodio mette in evidenza l’importanza di procedure di sicurezza efficaci e la necessità di una formazione adeguata per il personale preposto alla tutela di beni culturali. La storia di Notre-Dame non è solo una narrazione di perdita, ma un monito affinché simili incidenti non si ripetano in futuro.
curiosità
SAI CHE…Si può “guarire” dalla R moscia?
La pronuncia imprecisa del suono “r” può avere principalmente due cause. Una è l’accento predominante nella regione di origine: ad esempio, nelle aree di Parma e Alessandria, il suono “r” è influenzato dai dialetti locali e quindi viene trasmesso e appreso in modo errato.
Un’altra causa è la difficoltà linguistica. Questo è particolarmente vero per la “r” gutturale, nota anche come “r” moscia. Questo disturbo fonologico è dovuto a una difficoltà nella motilità (ovvero la capacità di movimento) dell’articolazione della lingua.
Tuttavia, è possibile correggere la pronuncia della “r” a qualsiasi età attraverso specifici esercizi che stimolano la motilità della parte anteriore della lingua. Questi esercizi sono solitamente indicati da un logopedista, lo specialista che aiuta le persone con disturbi del linguaggio.
curiosità
SAI PERCHE’…il nostro cervello desidera cibi dolci e grassi?
Resistere alla tentazione dei cibi grassi e zuccherati è più facile a dirsi che a farsi, e il nostro cervello ne è in gran parte responsabile. Consumare cibi ricchi di zuccheri o grassi provoca un aumento dei livelli di dopamina, un neurotrasmettitore prodotto in diverse regioni del cervello che svolge un ruolo fondamentale in molteplici funzioni. Nel caso del cibo, questi effetti sono legati ai meccanismi cerebrali di motivazione e ricompensa: stimoli come il sesso, l’ascolto di buona musica o il consumo di cibi particolarmente saporiti generano piacere grazie all’aumento della dopamina.
Al contrario, un basso livello di questo neurotrasmettitore può tradursi in depressione, mancanza di attenzione e altri stati d’animo negativi. Sapori come il salato, il dolce e il grasso sono in grado di sedurre il nostro palato letteralmente, poiché stimolano la produzione di dopamina.
Tuttavia, la dopamina non si accumula nel nostro organismo, e nel tempo si può sviluppare una sorta di “dipendenza” da alimenti che inducono un senso di benessere. Il rilascio di dopamina diminuisce anche se si consumano quantità sempre maggiori di quei cibi specifici, il che può portare a un desiderio crescente di consumarli.
In sintesi, i cibi grassi e zuccherati non solo sono appetibili per il loro gusto, ma agiscono direttamente sul nostro cervello attraverso il sistema di ricompensa, contribuendo a spiegare perché possiamo trovare difficile resistere a queste tentazioni alimentari.
curiosità
SAI PERCHE’….il Taxi si Chiama Così?
Il termine “taxi” è usato in tutto il mondo per designare un servizio di trasporto privato, ma pochi conoscono le sue origini e le varie teorie che ne spiegano l’origine. Ci sono diverse versioni riguardo l’origine della termine taxi, ecco alcune delle spiegazioni più interessanti:
1. La Casata Thurn und Taxi
Una delle teorie più affascinanti lega l’origine della parola “taxi” alla famiglia nobiliare tedesca Thurn und Taxis. Questa casata, risalente al Sacro Romano Impero, non solo gestiva il sistema postale europeo dal Quattrocento fino al 1866, ma alla fine del XVIII secolo iniziò anche a offrire servizi di trasporto passeggeri utilizzando le stesse carrozze che usavano per la posta. La parola “taxi” potrebbe derivare dal nome di questa famiglia, che divenne sinonimo di trasporto.
2. Origini Italiane della Famiglia Tasso
Pochi sanno che i Thurn und Taxis hanno radici italiane. I due fratelli bergamaschi Zanetto e Francesco Tasso ricevettero nel 1504 dall’imperatore Massimiliano I d’Austria il monopolio del servizio postale in tutto l’impero. Quando la famiglia si trasferì in Germania e assunse il nome Thurn und Taxis, gestiva una vasta rete di carrozze e cavalli, diventando una delle famiglie più ricche e influenti d’Europa.
3. Il Termini “Taxi” e il Tassametro
Un’altra spiegazione si basa sull’uso del termine “taxi” nel contesto della parola “tassametro”. Questo strumento, inventato dal tedesco German Wilhelm Bruhn nel 1891, misura il costo del trasporto. La parola “taxi” potrebbe derivare dal termine “tax”, che significa “costo” in inglese, combinato con “metrum” (misura).
4. Il Greco “Tachus”
Una terza ipotesi è che “taxi” derivi dall’aggettivo greco “tachus”, che significa “veloce”. Questo potrebbe riflettere l’intento di descrivere il taxi come un mezzo rapido di trasporto.
5. La Storia del Taxi in Italia
In Italia, il primo taxi a motore fu prodotto dalla Fiat nel 1908, modello Fiat Tipo 1. Questo veicolo fu progettato specificamente per l’uso come taxi, e circa 1.600 esemplari furono realizzati. Nel 1940, con l’introduzione dei primi impianti radio, il servizio taxi divenne più efficiente grazie alla comunicazione tra veicoli.
6. L’Influenza del Fascismo
Durante il regime fascista, la parola “taxi” fu considerata sgradita e venne inclusa in una campagna per eliminare i termini stranieri dal linguaggio quotidiano. Nel 1932, il quotidiano romano La Tribuna organizzò un concorso per trovare un termine italiano alternativo, e “tassì” fu scelto come sostituto di “taxi”.
La parola “taxi” ha una storia ricca e variegata, con origini che spaziano dalla nobiltà tedesca alla linguistica italiana e alle innovazioni tecniche. La prossima volta che salirai su un taxi, ricorda che il termine ha una storia affascinante e complessa che riflette evoluzioni culturali e linguistiche nel corso dei secoli.
-
Cronaca23 ore ago
Oleggio (NO) | Scontro tra due auto: muore un ragazzo di 14 anni, grave il fratellino
-
Cronaca24 ore ago
Brindisi | Droga pronta al confezionamento: arrestati due giovani per spaccio
-
Cronaca23 ore ago
Lecce | Auto contro un albero: muore a 24 anni il militare Nicolò Cavalera
-
Tecnologia24 ore ago
Dall’industria all’educazione: come la tecnologia e l’AI stanno cambiando il mondo
-
Cronaca24 ore ago
Roma | Minaccia l’ex compagna con una siringa: arrestato un 25enne
-
Cronaca18 ore ago
Napoli, sequestrati 50 chili di botti illegali: arrestato un 24enne
-
Cronaca17 ore ago
Civitanova Marche | Lite notturna tra giovani, agente ferito durante intervento al pronto soccorso
-
Musica20 ore ago
L’Al Nassr punta sugli Esports con Mkers e ingaggia “Jafonso”