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Sai che le Megattere usano gli utensili?

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Un recente studio ha messo in luce un affascinante comportamento delle megattere, rivelando la loro capacità di creare e manipolare reti a bolle per la caccia al krill. Condotto da un team di esperti del Marine Mammal Research Program, dell’Hawaii Institute of Marine Biology e dell’Alaska Whale Foundation, il progetto ha documentato come queste straordinarie creature marine possano variare parametri come la distanza tra le bolle, il numero di anelli, la dimensione e la profondità per massimizzare l’efficacia della cattura.

Le osservazioni sono state effettuate in Alaska, dove le megattere, anche quando si trovano da sole, riescono a catturare fino a sette volte più prede in un’unica immersione grazie a questa tecnica. Questo approccio non solo dimostra l’intelligenza e l’adattabilità delle megattere, ma offre anche una strategia fondamentale per risparmiare energia, essenziale per la loro sopravvivenza durante i rigidi inverni.

La ricerca è stata recentemente pubblicata su Royal Society Open Science, contribuendo così a una maggiore comprensione del comportamento alimentare di questi magnifici cetacei e dell’importanza della loro conservazione nel fragile ecosistema marino.

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Sai che la sonda Voyager 1 continua a sorprendere il mondo scientifico?

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Nel suo straordinario viaggio iniziato 47 anni fa, Voyager 1 continua a sorprendere il mondo scientifico. Nonostante le difficoltà recenti, gli strumenti a bordo della sonda hanno ripreso a funzionare perfettamente, permettendo di inviare segnali da una distanza incredibile di 24 miliardi di chilometri dalla Terra.

Questa missione, che insieme alla sua gemella Voyager 2 ha segnato tappe fondamentali nell’esplorazione spaziale, è equipaggiata con strumenti avanzati capaci di misurare onde di plasma, campi magnetici e particelle nello spazio interstellare.

Dopo un episodio di malfunzionamento avvenuto nel novembre 2023, che aveva causato l’invio di dati incomprensibili, il team di ingegneri del Jet Propulsion Laboratory della NASA ha lavorato intensamente per ripristinare la funzionalità della sonda. Grazie a un aggiornamento software, i segnali ora tornano a essere chiari e utili per la comunità scientifica.

Le speranze sono alte: gli scienziati puntano a mantenere la sonda attiva fino al 2035, quando si prevede che si troverà a 30 miliardi di chilometri dalla nostra casa nel sistema solare. Voyager 1 non è solo un testimone del passato, ma un simbolo della perseveranza della scienza e della curiosità umana nel cercare di comprendere il vasto universo.

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Sai che velocità supera una Nana Bruna in movimento nella Via Lattea?

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Un gruppo di appassionati astronomi ha recentemente fatto una scoperta sorprendente: un misterioso oggetto, noto con la designazione CWISE J124909.08+362116.0, si sta muovendo attraverso la Via Lattea a una velocità incredibile, superiore a un milione di chilometri orari. Questa scoperta è parte del progetto “Backyard Worlds: Planet 9” della NASA, che si concentra sull’individuazione di corpi celesti al di là dell’orbita di Nettuno.

Il corpo celeste ha una massa simile a quella di una piccola stella e, grazie alla sua rapidità, sembra destinato a lasciare la nostra galassia per avventurarsi nello spazio interstellare. L’esistenza di questo oggetto è stata convalidata da vari telescopi a terra e dai dati raccolti dal telescopio Wise della NASA. La ricerca è stata pubblicata recentemente sull’autorevole rivista Astrophysical Journal Letters.

Attualmente, gli scienziati ritengono che questo oggetto possa essere una nana bruna, un tipo di corpo celeste che si colloca tra i pianeti giganti e le stelle simili al Sole. Questa scoperta non solo arricchisce la nostra comprensione dell’universo, ma apre anche nuove strade per future ricerche nel campo dell’astronomia.

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Sai che ci potrebbe essere della vita anche su Venere?

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Recenti ricerche condotte dal James Clerk Maxwell Telescope alle Hawaii hanno portato alla luce dati sorprendenti riguardo all’atmosfera di Venere. Dopo la rilevazione della fosfina nel 2020, una sostanza altamente tossica, nuove osservazioni hanno confermato non solo la sua presenza, ma anche quella di ammoniaca, con un incremento significativo delle informazioni raccolte, che supera di 140 volte le misurazioni precedenti.

Questi risultati, presentati dalla Royal Astronomical Society, offrono spunti affascinanti per gli scienziati, i quali ipotizzano che la vita microbica potrebbe essere responsabile della produzione di ammoniaca, suggerendo una possibile spiegazione per la presenza di fosfina. Tuttavia, Venere resta un ambiente estremamente inospitale e difficile da studiare. Nonostante l’entusiasmo generato da queste scoperte, gli astrofisici dell’Imperial College di Londra avvertono che la strada per comprendere appieno la chimica di Venere e la possibilità di vita su questo pianeta rimane complessa e piena di sfide.

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