curiosità
SAI CHE… I Gladiatori e i Rinoceronti combattevano nel Colosseo?
Recentemente, il trailer de Il Gladiatore II ha riacceso un dibattito affascinante: i gladiatori romani combattevano davvero i rinoceronti nel Colosseo? Nelle immagini si possono vedere scene di combattimento con rinoceronti, squali e addirittura scimmie assassine, suscitando curiosità e scetticismo tra gli spettatori. Ma quanto c’è di vero in queste rappresentazioni?
La verità è che i gladiatori non si sono mai affrontati con rinoceronti. L’unica apparizione documentata di un rinoceronte nel Colosseo risale all’inaugurazione dell’anfiteatro nel 80 d.C., dove l’animale non combatté contro uomini, ma fu coinvolto in combattimenti con altri animali come un toro e un orso.
I romani erano affascinati dalla fauna esotica, e già nel 275 a.C. iniziarono a organizzare spettacoli con elefanti, ma queste esibizioni erano inizialmente non violente. Fu solo nel 186 a.C. che si assistette alla prima venatio, un evento che coinvolgeva leoni e leopardi, dando il via a una tradizione di spettacoli cruente.
Durante l’era imperiale, la cattura di animali esotici divenne una manifestazione del potere romano, con migliaia di bestie trasportate dall’Africa e dall’Asia per intrattenere il pubblico. Tuttavia, a combattere contro gli animali non erano i gladiatori, ma venatores, cacciatori professionisti.
In merito ai combattimenti navali, conosciuti come naumachiae, vi sono evidenze storiche che confermano la loro esistenza nel Colosseo. La prima naumachia ufficialmente documentata si tenne nel 2 d.C. per onorare l’imperatore Augusto, e richiese ingenti risorse. Questi eventi, sebbene spettacolari, erano riservati a occasioni speciali e coinvolgevano prigionieri e criminali condannati, destinati a combattere fino alla morte.
In conclusione, mentre il fascino per la narrativa epica e le ricostruzioni storiche può dar vita a scene spettacolari nel cinema, la realtà dei combattimenti romani era ben diversa, lontana dai rinoceronti e dalle battaglie come le immagini possono far pensare.
curiosità
SAI CHE… Il Pfas è presente nel sangue?
Un recente studio condotto in Svizzera ha rivelato una preoccupante presenza di sostanze chimiche per- e polifluoroalchiliche (PFAS) nel sangue di cittadini di tutte le età, compresi i bambini. Questi composti, noti per la loro resistenza e proprietà idrorepellenti, sono stati utilizzati in numerosi prodotti, dai rivestimenti per pentole ai tessuti, ma la loro accumulazione nel corpo umano solleva gravi preoccupazioni per la salute.
Lo studio, pubblicato dalla rivista Saldo, ha analizzato i campioni di sangue di 35 persone provenienti da vari cantoni svizzeri, evidenziando livelli significativi di PFAS, in particolare dell’acido perfluoroottanoico (PFOA) e dell’acido perfluorottano sulfonico (PFOS). I risultati sono allarmanti: quasi tutti i partecipanti presentavano tracce di PFAS nel sangue, con concentrazioni particolarmente elevate tra i bambini e le persone anziane.
La situazione è stata aggravata dai legami tra l’esposizione a queste sostanze e problemi di salute come malattie cardiovascolari, danni al fegato e persino il cancro. In Svizzera, sebbene alcuni PFAS siano stati parzialmente vietati negli ultimi anni, molti altri continuano a essere utilizzati senza normative severe, creando un rischio persistente per la popolazione.
Gli esperti avvertono che senza azioni decisive per ridurre l’esposizione ai PFAS, i livelli di queste sostanze continueranno a crescere. È necessaria una maggiore protezione della salute pubblica attraverso misure che garantiscano la qualità dell’acqua potabile e la sicurezza alimentare.
Questa nuova evidenza sui PFAS, già nota in altri paesi, come l’Italia, dove situazioni di contaminazione sono state documentate, mette in luce la necessità di una maggiore consapevolezza e azioni concrete per affrontare questa minaccia. La questione dei PFAS non è solo un problema ambientale, ma un’emergenza sanitaria che richiede un intervento immediato da parte delle autorità competenti.
curiosità
SAI CHE… Cos’è il fenomeno del “Boo Basket”?
Se siete attivi sui social, in particolare su TikTok, avrete sicuramente notato il fenomeno del “Boo Basket”. Questo cestino di Halloween personalizzato è diventato un vero e proprio must-have, pieno di dolci, gadget e sorprese a tema, ed è un regalo perfetto per amici e familiari, ma anche per i più piccoli.
La particolarità del Boo Basket sta nel suo carattere personale; non si tratta di un dono preconfezionato, ma di un cesto ricco di attenzioni e creatività. Ma perché non rendere questa idea ancora più interessante e sostenibile? Realizzarlo in chiave green è un modo originale per festeggiare Halloween, risparmiando e riducendo gli sprechi.
Per un Boo Basket eco-friendly, potete inserire nel cestino lavoretti di Halloween creati con materiali di riciclo, come cappelli da strega fai da te o ghirlande realizzate con carta e tessuti recuperati. Inoltre, preparare dolcetti a tema fatti in casa non solo aggiunge un tocco personale, ma permette anche di controllare gli ingredienti utilizzati.
Un’altra idea divertente e sostenibile è quella di creare candele artigianali utilizzando ingredienti naturali. Per il contenitore, non è necessario acquistare qualcosa di nuovo: un vecchio cesto di vimini, un secchiello di Halloween o una piccola cassetta in legno possono trasformarsi in un elegante e originale Boo Basket.
In questo modo, il vostro regalo non solo porterà gioia a chi lo riceve, ma contribuirà anche a un Halloween più sostenibile e consapevole.
curiosità
SAI CHE… All’Ikea ci sono le “Quiet Hours”?
IKEA ha recentemente avviato un’importante iniziativa per rendere i propri negozi più accoglienti e accessibili alle persone neurodivergenti: le Quiet Hours. Questa nuova proposta, attiva in tutti i punti vendita italiani, mira a offrire un ambiente più sereno e rilassante per coloro che possono avere difficoltà con rumori e distrazioni.
Le Quiet Hours si tengono ogni mercoledì, nelle ultime tre ore di apertura, durante le quali vengono ridotti al minimo suoni e stimoli visivi. In questo periodo, infatti, non verranno riprodotte musiche e saranno sospesi gli annunci vocali, mentre i macchinari rumorosi non saranno utilizzati. Questa scelta è stata progettata per aiutare le persone che vivono esperienze sensoriali intense, come molte persone autistiche.
In aggiunta, IKEA ha creato delle Stanze Relax, spazi dedicati dove i clienti possono rifugiarsi per un momento di tranquillità. Queste stanze sono completamente silenziose durante le Quiet Hours, offrendo così un luogo sicuro privo di stimoli stressanti. L’obiettivo di questa iniziativa è duplice: da un lato, migliorare l’esperienza di acquisto per una clientela diversificata, e dall’altro, rispondere a una crescente esigenza di inclusione e accessibilità nel settore retail.
Con questo progetto, IKEA si propone di avvicinarsi ai propri clienti in modo empatico, trasformando i suoi spazi in luoghi di benessere e inclusione. In un contesto in cui l’attenzione verso le esigenze dei consumatori è sempre più centrale, l’implementazione delle Quiet Hours rappresenta un passo significativo verso la creazione di un ambiente commerciale che rispetti e accolga le differenze individuali.
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