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SAI CHE… C’è Un Uomo Biondo negli Affreschi di una Tomba in Cina?

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Una recente scoperta archeologica ha sollevato interrogativi affascinanti riguardo alle interazioni culturali durante la dinastia Tang in Cina. Gli archeologi hanno trovato una tomba ben conservata nella provincia dello Shanxi, risalente al 736 d.C., decorata con affreschi che ritraggono scene di vita quotidiana dell’epoca. Ma a catturare l’attenzione è stata la sorprendente figura di un uomo biondo, che potrebbe suggerire un contatto tra le culture occidentali e cinesi molto prima di quanto si pensasse.

La tomba, appartenente a un uomo di 63 anni e alla moglie, presenta una camera sepolcrale affrescata con immagini vivide di attività quotidiane, come la trebbiatura del grano e la preparazione di noodles. Tra le rappresentazioni, spicca quella di un uomo dall’aspetto europeo, con capelli biondi e barba, che guida dei cammelli. Gli esperti hanno ipotizzato che possa trattarsi di un sogdiano, un mercante dell’Asia centrale, notando i tratti distintivi e l’abbigliamento.

Questa scoperta, avvenuta nel 2018 ma rivelata solo recentemente, sottolinea l’importanza delle rotte commerciali, come la Via della Seta, nel favorire gli scambi culturali. I murales non solo offrono uno spaccato della vita tang, ma testimoniano anche l’influenza di popoli e culture diverse. Questo episodio stimola nuove riflessioni su come le civiltà si siano influenzate reciprocamente nel corso della storia.

In un’epoca in cui le interazioni globali erano limitate, l’immagine di un occidentale in una tomba cinese evidenzia la complessità delle relazioni culturali del passato e invita a esplorare ulteriormente il significato di tali scoperte. Con ogni nuovo reperto, la storia si arricchisce di dettagli che raccontano di scambi, viaggi e connessioni tra mondi apparentemente distanti.

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SAI CHE… Cos’è il Carato?

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Scoprire l’origine e l’evoluzione di un’unità di misura fondamentale nel mondo dei metalli preziosi

Quando si parla di carati, si fa riferimento a un concetto ricco di storia e significato. Ma quanti sanno davvero cosa significhi? Questo articolo ci accompagnerà attraverso le origini etimologiche del termine e il suo uso attuale, illuminando un viaggio che attraversa diverse culture e epoche.

Il termine “carato” affonda le sue radici in un’antica tradizione: deriva dall’arabo “Gīrāṭ”, che significa “ventiquattresima parte”. La connessione con il carrubo, un albero le cui sementi presentano un peso sorprendentemente uniforme, è fondamentale. Infatti, i semi di carruba, pesanti circa 0,2 grammi, furono utilizzati come riferimento per questa unità di misura.

Nella metallurgia, il carato assume significati differenti: è sia una misura di peso (0,2 grammi) sia un indicatore di purezza per l’oro e altre leghe. Ad esempio, l’oro è misurato in carati su una scala di 24, dove 24 carati rappresentano l’oro puro. Al contrario, nel caso dei diamanti, il carato misura il peso e non la dimensione, un aspetto spesso confuso.

La storia del carato si intreccia con le pratiche commerciali e culturali di diversi secoli. Sebbene utilizzato fin dall’antichità, la formalizzazione del carato come unità di misura riconosciuta avvenne nel XIX secolo. Nel 1832, in Sudafrica, il carato venne legato al sistema metrico decimale, aprendo la strada all’adozione ufficiale del “carato metrico” nel 1907, stabilendo un valore univoco e standardizzato.

Oggi, il carato è una misura universale, essenziale nel commercio dei metalli preziosi e dei gioielli, mantenendo viva una tradizione secolare che continua a affascinare e a generare interesse.

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SAI CHE… Un nuovo studio svela l’origine dei cavalli domestici?

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Un recente studio condotto da un team di ricercatori coordinati da Ludovic Orlando del Centre of Anthropobiology and Genomics di Tolosa, pubblicato sulla rivista Nature, ha fatto luce su un capitolo cruciale della storia dell’umanità: la domesticazione dei cavalli. Circa 4.200 anni fa, nelle steppe dell’Europa orientale, l’uomo iniziò a instaurare un rapporto più stretto con i cavalli, accelerando notevolmente la diffusione della specie in tutta l’Eurasia.

L’analisi del DNA di 475 cavalli antichi ha permesso agli studiosi di ricostruire una cronologia precisa della trasformazione genetica di questi animali. Questo ha svelato non solo quando i cavalli domestici iniziarono a diffondersi oltre i loro territori d’origine, ma anche quando l’allevamento su larga scala prese piede, trasformando i cavalli in uno strumento fondamentale per la comunicazione e il commercio tra culture diverse.

Il periodo segnato da un aumento dell’allevamento equino coincise con una maggiore richiesta di cavalli come mezzo di trasporto. Gli allevatori di quel tempo svilupparono tecniche che permisero di raddoppiare il tasso di riproduzione, accorciando gli intervalli tra una generazione e l’altra.

Grazie a un nuovo metodo ideato dal team di ricerca, basato sulla combinazione di mutazioni genetiche e datazione al radiocarbonio, è stato possibile stabilire con maggiore precisione quando questa accelerazione avvenne. Questo nuovo modello offre una comprensione più approfondita del ruolo che i cavalli hanno avuto nell’evoluzione delle società umane e dimostra come, anche nei secoli più recenti, la selezione intensiva abbia ulteriormente plasmato le linee di sangue moderne di questi animali.

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SAI CHE… La Lotteria esiste da duemila anni?

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La lotteria, un gioco che da oltre duemila anni mette alla prova la fortuna, affonda le sue radici nella Cina della Dinastia Han, circa 2200 anni fa. Qui vennero venduti i primi biglietti per finanziare opere pubbliche, un metodo innovativo che creava vantaggi per pochi vincitori e benefici per la collettività. Il gioco scomparve per secoli, fino a riemergere in Europa nel XV secolo, a Bruges, con scopi benefici. In Italia, la prima estrazione avvenne a Milano nel 1449 per risanare le finanze della Repubblica Ambrosiana, mentre il sistema delle “ruote” ebbe origine in Francia. Oggi, la Lotteria Italia, nata nel 1956, è associata a programmi televisivi di successo e continua a far sognare migliaia di giocatori, anche se le probabilità di vincita rimangono estremamente basse.

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