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SAI CHE… Balmat e Paccard scalarano per primi il Monte Bianco?

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Nel cuore delle Alpi, la vetta del Monte Bianco ha a lungo alimentato storie di miti e misteri, con il suo maestoso profilo che si erge tra Italia e Francia. Nel passato, molti credevano che le sue vette nascondessero draghi e creature fantastiche, rendendo l’idea di conquistarle un sogno impossibile. Con l’avvento dell’Illuminismo, tuttavia, la scienza ha iniziato a sfidare queste credenze, portando a una nuova era di esplorazione.

Nel XVIII secolo, scienziati e naturalisti cominciarono a percorrere i sentieri delle montagne, preparando il terreno per l’alpinismo moderno. Uno dei pionieri fu l’inglese William Windham Senior, che nel 1741 scoprì il ghiacciaio “Mer de Glace” nei pressi di Chamonix. Nonostante i tentativi di scalata, fu Horace-Bénédict de Saussure, considerato il padre dell’alpinismo, a fissare nel 1760 una ricompensa per chiunque avesse conquistato la cima del Monte Bianco.

Dopo anni di tentativi, il 7 agosto 1786, due audaci scalatori, Jacques Balmat e Michel-Gabriel Paccard, decisero di affrontare l’impegnativa sfida. Equipaggiati in modo rudimentale e animati da un coraggio straordinario, i due uomini partirono all’alba. Durante la scalata, Balmat affrontò la solitudine e il maltempo, ma il suo spirito indomito lo portò a continuare, superando ogni ostacolo. Quando finalmente raggiunse la vetta, il panorama che si aprì davanti ai suoi occhi fu indescrivibile, e Balmat, per la prima volta, poteva dire di essere sulla “sommità del mondo”.

La discesa si rivelò altrettanto ardua, ma il 9 agosto, Balmat e Paccard furono accolti da una folla festante a Chamonix. Con questa storica scalata, il Monte Bianco smise di essere un mistero avvolto nel folklore, segnando l’inizio di una nuova epoca per l’alpinismo. L’impresa di Balmat e Paccard non solo trasformò la vetta in un obiettivo per gli alpinisti, ma contribuì anche a cambiare la percezione delle montagne, da luoghi di paura a simboli di avventura e conquista.

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SAI CHE..le giraffe

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…. nonostante la loro altezza, non possono correre a velocità superiori a 56 km/h. Ciò che è ancora più interessante è che, nonostante abbiano lunghe gambe, non possono saltare come altri animali. La loro grande altezza le aiuta però a vedere i predatori da lontano e a rimanere in sicurezza. Inoltre, non hanno corde vocali, quindi comunicano tra di loro utilizzando suoni a bassa frequenza che non sono udibili per l’orecchio umano.

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SAI CHE…i pinguini…

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…non sono solo degli eccellenti nuotatori, ma anche dei “sindacalisti” naturali! Quando si trovano a dover affrontare un inverno particolarmente rigido, alcuni pinguini si organizzano in gruppi per fare fronte comune contro il freddo. Si spostano continuamente, in modo che tutti possano avere il loro turno al centro del gruppo dove è più caldo, risparmiando energia e riscaldandosi a vicenda. Un vero esempio di solidarietà tra i membri di una comunità!

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La Mimosa Pudica: quando le piante ‘sentono’ il tocco

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Una curiosità affascinante riguarda il comportamento delle piante: alcune piante, come la mimosa pudica, sono in grado di “sentire” il tocco. Quando vengono stimolate, le sue foglie si chiudono rapidamente come risposta difensiva. Questa reazione rapida è il risultato di un cambiamento nei flussi ionici nelle cellule vegetali, che provoca una temporanea perdita di pressione cellulare. La mimosa usa questo meccanismo per proteggersi dai potenziali predatori, dimostrando che anche le piante hanno sorprendenti modi di interagire con l’ambiente circostante.

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