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Perché è così difficile buttare degli oggetti? la psicologia dietro l’accumulo

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Fare pulizia e liberarsi degli oggetti accumulati nel tempo—che si tratti di vestiti, documenti, oggetti in auto o in borsa—può essere un processo liberatorio. Non solo si liberano gli spazi fisici, ma si alleggerisce anche la mente, tagliando i legami con il passato e facilitando un presente e un futuro più sereni. Tuttavia, per molte persone, l’atto di eliminare anche ciò che sembra superfluo può provocare ansia e stress.

Gli psicologi identificano quattro principali motivazioni che spingono le persone ad accumulare e a faticare nel disfarsi degli oggetti.

  1. Motivazioni Economiche: Il valore monetario degli oggetti può rendere difficile separarsene. L’idea che “questo cappotto mi è costato una fortuna” spesso impedisce di lasciarlo andare, anche se non lo si utilizza più.
  2. Motivazioni Sociali: C’è la convinzione che un oggetto possa avere un valore per qualcun altro in futuro. La friggitrice, per esempio, potrebbe essere vista come qualcosa di utile che potrebbe servire a qualcun altro.
  3. Previdenza e Lungimiranza: Alcune persone conservano oggetti con la speranza di utilizzarli in futuro. “Questa stoffa potrebbe sempre servirmi” è un pensiero comune tra coloro che non vogliono rinunciare a potenziali risorse.
  4. Motivazioni Sentimentali: Gli oggetti possono avere un forte valore emotivo, come una conchiglia che ricorda un viaggio speciale. La connessione affettiva con tali oggetti rende difficile lasciarli andare.

Comprendere queste motivazioni può aiutare a gestire meglio il processo di decluttering, permettendo di affrontare l’accumulo con una prospettiva più consapevole e serena.

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Gennaro Gattuso: racconti di campo e curiosità

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Gennaro Gattuso, noto per la sua grinta e il suo spirito combattivo in campo, ha recentemente condiviso alcuni aneddoti sui calciatori con cui ha giocato e contro cui si è confrontato durante la sua carriera. Il racconto di Gattuso è un viaggio tra le stelle del calcio, con una buona dose di ironia e sincerità.

I Più Tecnici e il Genio di Ronaldinho

Alla domanda su chi fosse il giocatore più tecnico con cui abbia mai giocato, Gattuso non ha esitato a elencare alcuni dei più grandi talenti del calcio mondiale. Ha citato nomi come Zvonimir Boban, Leonardo, Andrea Pirlo e, soprattutto, Ronaldinho. Parlando di quest’ultimo, ha sottolineato come il brasiliano facesse cose incredibili con la palla, giocate impensabili per chiunque altro.

Pigri e Scaramantici: Il Lato Nascosto dei Calciatori

Gattuso non si è limitato ai complimenti. Quando gli è stato chiesto chi fosse il giocatore più pigro, ha risposto con un sorriso: Serginho, famoso per il suo stile di gioco rilassato, tipicamente brasiliano. In termini di scaramanzia, Gattuso ha rivelato che Filippo Inzaghi e Alberto Gilardino erano noti per i loro rituali pre-partita, ripetuti ossessivamente. Gattuso, pur essendo meridionale, ha affermato di non avere particolari superstizioni, anche se gli è stato fatto notare che si tocca sempre le parti basse prima di entrare in campo!

Grandi Assist-Man e il Compagno più Genuino

Riguardo al miglior assist-man con cui ha giocato, Gattuso ha indicato Manuel Rui Costa, evidenziando come il portoghese fosse capace di creare passaggi vincenti in continuazione durante i suoi anni al Milan. Il compagno più genuino? Kakha Kaladze, descritto da Gattuso come un ragazzo affidabile e onesto, sempre pronto a supportare i compagni nei momenti difficili.

I Più Grintosi e la Paura di Affrontare Ronaldinho

Parlando di grinta e aggressività, Gattuso ha definito Edgar Davids come il più determinato, un vero leader in campo. Quanto a chi fosse il più duro, ha indicato John Terry, un difensore che non ha mai avuto paura di affrontare nessuno. Tuttavia, se c’è un giocatore che Gattuso avrebbe preferito non affrontare mai, è ancora Ronaldinho. Marcarlo era un incubo, tanto da fargli fare il segno della croce.

Divertimento e Risate: I Compagni più Simpatici

In termini di simpatia, Alessandro Del Piero è stato descritto come un vero comico, capace di far ridere tutti con la sua ironia. E se si parla di coppie comiche, Di Livio e Di Biagio erano gli showmen della Nazionale italiana, sempre pronti a far divertire i compagni con le loro battute.

Ancelotti, Seedorf e Jannacci: Un Mix di Calcio e Musica

Gattuso ha poi raccontato di Carlo Ancelotti, un allenatore solitamente pacato e dialogante, ma che, quando si arrabbiava, faceva tremare anche le mura dello spogliatoio. Ha anche ricordato Clarence Seedorf, che con la sua voce profonda potrebbe tranquillamente cantare come Barry White. Infine, ha espresso il desiderio che il cantautore milanese e milanista Enzo Jannacci gli dedicasse una canzone, poiché la sua musica, a detta di Gattuso, sembra quasi una risata.

La Fortuna di Essere Normale tra i Grandi del Calcio

Concludendo, Gattuso ha riflettuto sulla sua carriera e sulla fortuna di aver giocato con tanti “marziani” del calcio. Ha scherzato sul fatto di avere “i piedi grattugiati dalla sabbia” e di non sapere nemmeno come tirare un calcio d’angolo, ma ha anche sottolineato l’importanza di essere “normale” in un mondo di straordinari. “Per fare una squadra, c’è bisogno anche di gente come me”, ha detto, ricordando che l’impresa eccezionale è, a volte, proprio essere semplicemente se stessi.

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La registrazione notturna di Israel Kamakawiwo’ole: il genio dietro la versione iconica di “Somewhere Over the Rainbow”

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Nel 1988, Israel Kamakawiwo’ole, noto anche come “IZ”, fece un’entrata trionfale nello studio di registrazione alle 3 del mattino con una richiesta insolita: doveva registrare subito una canzone. Nonostante l’orario improbabile, il proprietario dello studio, Milan Bertosa, accettò la richiesta. Quindici minuti dopo, un Israel Kamakawiwo’ole di circa 500 chili arrivò allo studio, accolto con stupore e ammirazione dal personale.

Bertosa ricorda vividamente l’incontro: “Ed entra l’essere umano più grande che abbia mai visto in vita mia”. Nonostante la sua imponente figura, Kamakawiwo’ole si sedette su una grande sedia d’acciaio che la guardia di sicurezza gli aveva fornito, mentre Bertosa preparava i microfoni e controllava il suono. Con un rapido setup e un nastro pronto, Kamakawiwo’ole iniziò a suonare e cantare “Somewhere Over the Rainbow”.

La sessione di registrazione fu sorprendentemente breve. Israel Kamakawiwo’ole eseguì la canzone in un’unica ripresa, e il risultato fu straordinario. Questa versione, con il suo arrangiamento delicato e la voce unica di Kamakawiwo’ole, è diventata una delle interpretazioni più richieste e amate di questo classico.

Oggi, la registrazione di “Somewhere Over the Rainbow” di Israel Kamakawiwo’ole è celebrata in tutto il mondo, grazie alla sua capacità di trasmettere emozioni profonde e a un’incredibile semplicità che ha toccato il cuore di molti. Quell’incontro notturno in uno studio di registrazione ha dato vita a una performance che continua a essere amata e ascoltata da generazioni.

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SAI CHE…Si può avere paura dei mobili?

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L’epiplafobia, una fobia molto rara, si caratterizza per una paura irrazionale nei confronti dei mobili. Questo disturbo psicologico può manifestarsi in varie forme, incluso il timore per specifici tipi di mobili, come quelli antichi o quelli particolarmente alti che si trovano nei supermercati. Nonostante la sua rarità, questa fobia può causare sintomi significativi di ansia e disagio emotivo nelle persone che ne soffrono.

Data la scarsità di evidenze scientifiche riguardo all’epiplafobia, alcuni esperti tendono a collegarla all’acrofobia, la paura delle altezze. Questo perché molte persone affette da epiplafobia manifestano una generale difficoltà nel guardare verso l’alto, cosa che ricorda la reazione tipica delle persone con acrofobia. Nei casi più gravi, l’epiplafobia può ostacolare persino l’entrata in supermercati, dove la presenza di scaffali alti può provocare ansia e panico.

Non esiste una causa specifica conosciuta per questa fobia. Tuttavia, il timore dei mobili potrebbe derivare da una combinazione di fattori psicologici, esperienze passate o traumi legati all’ambiente domestico o commerciale. La ricerca su questo disturbo rimane limitata, ma la consapevolezza della sua esistenza può essere utile per coloro che ne soffrono e per gli operatori sanitari che li assistono.

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