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L’olio d’oliva aiuta anche a prevenire il rischio di tumore

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Un nuovo studio ha rivelato che l’olio d’oliva può ridurre del 23% il rischio di mortalità per tumore, confermando anche il suo ruolo nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Questa scoperta è emersa da una ricerca condotta dalla Fondazione Umberto Veronesi e pubblicata sull'”European Journal of Clinical Nutrition”. Lo studio ha coinvolto quasi 23.000 adulti italiani, seguiti per oltre 12 anni, i cui consumi alimentari sono stati accuratamente monitorati.

“È ampiamente documentato che il consumo di olio d’oliva sia benefico per la salute cardiovascolare”, afferma Emilia Ruggiero, ricercatrice finanziata dalla Fondazione Umberto Veronesi e prima autrice dello studio. “Tuttavia, sappiamo ancora poco sui suoi effetti sui tumori, soprattutto nelle popolazioni non mediterranee. Perciò, abbiamo voluto indagare il ruolo dell’olio d’oliva nella mortalità per tumore utilizzando i dati dello studio Moli-sani, una delle più grandi coorti di popolazione in Europa”.

Secondo Marialaura Bonaccio, coautrice dello studio, consumare regolarmente olio d’oliva può ridurre del 25% i decessi per malattie cardiovascolari. Ma il dato più interessante è che un consumo quotidiano di olio d’oliva pari o superiore a 3 cucchiai da tavola è associato a una riduzione del 23% del rischio di mortalità per tumore, rispetto a un consumo inferiore a un cucchiaio e mezzo.

Maria Benedetta Donati, principale investigatrice dello studio, aggiunge: “Questi dati suggeriscono ipotesi molto interessanti. La riduzione della mortalità per tumore sembra essere spiegata, almeno in parte, da un miglioramento del profilo di alcuni fattori di rischio tipicamente associati alle malattie cardiovascolari. Questa idea suggerisce che malattie croniche diverse, come tumori e infarto, potrebbero condividere fattori di rischio e meccanismi molecolari simili”.

Sebbene siano necessari ulteriori studi per comprendere appieno i meccanismi coinvolti, questi risultati sottolineano ancora una volta l’importanza dell’olio d’oliva nella dieta mediterranea e nella promozione della salute.

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SAI CHE… Le Piramidi Maya hanno “Un anno” di gradini?

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Le piramidi Maya, costruite tra il IX e il XII secolo, rappresentano alcuni dei più straordinari monumenti dell’America centrale. A differenza delle piramidi egizie, queste strutture iconiche sono caratterizzate da scalinate che si innalzano su ciascun lato, simbolo di una connessione profonda con il ciclo del tempo e l’universo.

Uno degli esempi più noti è la Piramide di Kukulkan, situata a Chichen Itza, sito riconosciuto dall’UNESCO. Alta 30 metri, questa piramide è dedicata al dio serpente piumato Quetzalcoatl e comprende un totale di 365 gradini: 91 per ogni lato più uno che conduce al tempio sommitale. Questo numero non è casuale, ma riflette l’interesse dei Maya per il calendario e il passare del tempo. La piramide fungeva infatti da enorme calendario, utilizzato durante cerimonie rituali per scandire l’anno.

Oltre al loro genio architettonico, i Maya erano noti per la loro avanzata conoscenza dell’astronomia, influenzando profondamente le civiltà successive come quella azteca. Seppur legati a pratiche religiose che includevano i sacrifici umani, i Maya avevano metodi meno cruenti rispetto ad altri popoli, impiegando erbe e veleni anziché brutalità.

Le piramidi Maya non sono solo testimonianze di un’antica grandezza, ma anche simboli della sofisticata comprensione che questa civiltà aveva del mondo naturale e spirituale.

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SAI CHE… esiste una classifica dei popoli più stressati?

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Secondo una classifica elaborata da esperti di un’azienda olandese che si occupa di benessere, i greci sono i più stressati tra i popoli europei. Seguono i turchi al secondo posto e i portoghesi al terzo. Tra gli altri Paesi in classifica ci sono Malta, Cipro, Irlanda e Spagna. Gli italiani si trovano all’ottavo posto, precedendo francesi e svizzeri.

La classificazione dello stress si basa su dati provenienti dal Global Burden of Diseases, uno studio della rivista medica Lancet che analizza periodicamente lo stato di salute globale, compresa la salute mentale. Sono stati considerati fattori come lo stress percepito, la prevalenza di ansia e depressione, la percezione di tristezza e gioia, e le ore lavorative settimanali per le persone di età compresa tra 15 e 64 anni. I dati sono stati integrati anche con i sondaggi condotti da Eurostat e da Gallup.

L’indagine ha coinvolto tutti i Paesi europei ad eccezione della Russia e dell’Ucraina, le cui situazioni attuali a causa del conflitto sono ritenute poco affidabili per questo tipo di analisi.

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SAI PERCHE’…la lingua dei serpenti è biforcuta?

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ADN24

La lingua biforcuta dei serpenti è una caratteristica distintiva che li differenzia dagli altri animali. Ma perché si è sviluppata questa particolare forma di lingua? In questo articolo, esploreremo le teorie e le spiegazioni scientifiche dietro questa peculiarità.

La lingua biforcuta dei serpenti ha un ruolo cruciale nel rilevare le sostanze chimiche nell’ambiente circostante. Essa consente loro di acquisire informazioni sulle prede, sui predatori e sull’ambiente stesso.

Funziona come un sensore chimico: quando il serpente estrae la lingua, le due estremità biforcate si muovono indipendentemente, catturando le particelle chimiche nell’aria. Al ritrarsi, queste particelle vengono trasportate ai recettori olfattivi nella bocca del serpente.

Ci sono varie teorie sull’origine della lingua biforcuta. Una suggerisce che sia stata sviluppata per migliorare l’efficienza nella caccia, mentre un’altra ipotizza che sia stata un adattamento per rilevare i predatori.

È stata una caratteristica cruciale nell’evoluzione dei serpenti, consentendo loro di adattarsi a differenti habitat e di sviluppare molteplici strategie di caccia grazie alla capacità di percepire le sostanze chimiche circostanti.

In conclusione, la lingua biforcuta dei serpenti svolge un ruolo fondamentale nella loro sopravvivenza. È uno strumento vitale per individuare prede e sfuggire ai predatori, contribuendo significativamente alla loro adattabilità e successo evolutivo.

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