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La prima fotografia: la storia di ‘veduta dalla finestra a Le Gras’

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La “Veduta dalla finestra a Le Gras”, scattata da Joseph Nicéphore Niépce nel 1826 o 1827, è considerata la prima fotografia permanente nella storia. Niépce, che cercava un metodo per fissare immagini su un supporto fisico, utilizzò un processo chimico che trattava una lastra di peltro con bitume di Giudea, una resina naturale che si induriva alla luce. L’esposizione durò ben 8 ore, un tempo lungo che rifletteva le limitate capacità tecnologiche dell’epoca. La scena ritratta mostra la vista dalla finestra del suo studio a Le Gras, in Francia, dove si vede un cortile con edifici e alberi. La difficoltà di catturare l’immagine evidenzia quanto la fotografia fosse ancora lontana dai processi rapidi di oggi. Nonostante ciò, il lavoro di Niépce ha aperto la strada all’evoluzione della fotografia, ispirando inventori come Louis Daguerre che perfezionò la tecnica. Oggi, la fotografia è conservata al Harry Ransom Center dell’Università del Texas. Questa immagine segna un momento fondamentale nella storia della fotografia, rappresentando l’inizio della capacità di conservare un’immagine del mondo in modo permanente.

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Dinosauri e colori: scoperta di piume iridescenti che rivoluzionano la nostra visione

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Una curiosità affascinante sui dinosauri riguarda il loro “senso del colore”. Recenti studi su fossili di dinosauri, in particolare sui resti di alcune piume fossilizzate, hanno rivelato che alcuni dinosauri, come il Microraptor, probabilmente avevano piume dai colori iridescenti simili a quelli dei moderni corvi o dei colibrì. La scoperta si basa sull’analisi delle strutture microscopiche presenti nelle piume, che riflettono la luce in modo particolare. Questi dinosauri avrebbero potuto utilizzare il colore per attirare un partner, per comunicare o per mimetizzarsi. Questo sfida la tradizionale visione che i dinosauri fossero tutti di colori noiosi, come il verde o il marrone, e suggerisce che il colore potrebbe aver avuto un ruolo importante nella loro vita sociale e riproduttiva!

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Il primo dominio “.com” della storia: una curiosità di internet

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Una curiosità interessante sul mondo di Internet riguarda la creazione del primo dominio “.com”. Nel 1985, fu registrato il primo dominio .com della storia: “symbolics.com”. Questo dominio apparteneva a una società chiamata Symbolics, Inc., che si occupava di computer e software.

Ciò che rende ancora più affascinante questa registrazione è che symbolics.com è ancora attivo oggi! Nonostante i cambiamenti enormi nel panorama tecnologico e digitale, quel dominio è stato mantenuto e oggi è uno dei pochi residui storici di un’era passata dell’internet. Nel corso degli anni, “symbolics.com” è stato venduto e ora appartiene a una società che gestisce domini e indirizzi web.

Questa piccola “anatra zoppa” nell’infinito mare del web è un simbolo di come Internet sia cresciuto e cambiato, partendo da un piccolo dominio che oggi rappresenta milioni di siti e milioni di utenti in tutto il mondo.

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Nuovo ritrovamento di Haplocanthosaurus: un passo importante nella comprensione del sauropode del giurassico superiore

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In paleontologia, spesso è più significativo il ritrovamento di fossili di specie già conosciute piuttosto che la scoperta di nuove forme di vita. Ciò è dovuto al fatto che molte specie preistoriche sono note solo per pochi reperti, e trovare nuovi fossili di queste specie consente di ottenere una comprensione più approfondita della loro anatomia, evoluzione e adattamenti nel corso del tempo. Un esempio emblematico di questo fenomeno è rappresentato dall’Haplocanthosaurus, un dinosauro sauropode vissuto durante il Giurassico superiore, di cui sono stati trovati pochi fossili.

Attualmente, sono conosciute due specie di Haplocanthosaurus: l’Haplocanthosaurus delfsi e l’Haplocanthosaurus priscus. Tuttavia, entrambi i taxa sono rappresentati da esemplari incompleti, con scheletri parzialmente distrutti e la mancanza di molte parti importanti, come il cranio, gli arti anteriori e i piedi. Questo ha limitato notevolmente la comprensione della specie.

Recentemente, un gruppo di paleontologi internazionali provenienti da istituzioni come la Western University of Health Sciences, la Brigham Young University, l’Arizona Museum of Natural History e l’Auburn University ha fatto una scoperta significativa. Hanno descritto un nuovo esemplare di Haplocanthosaurus trovato nella cava di Dry Mesa, vicino a Delta, in Colorado, negli Stati Uniti. Questo nuovo fossile è costituito da tre vertebre dorsali anteriori, quattro vertebre dorsali posteriori isolate, alcuni denti e una tibia destra.

Anche se il ritrovamento può sembrare limitato, i ricercatori sottolineano che questa nuova scoperta offre informazioni preziose sulla morfologia e l’evoluzione dell’Haplocanthosaurus. La presenza di caratteristiche specifiche nelle vertebre, come i processi trasversali angolati dorsalmente e i peduncoli alti dell’arco neurale, ha consentito di identificare con certezza il fossile come appartenente a questa specie. Inoltre, il ritrovamento ha ampliato la conoscenza dell’areale di distribuzione di Haplocanthosaurus, portandolo fino al bacino Brushy della Formazione Morrison, un’area già nota per altri importanti ritrovamenti di dinosauri.

La scoperta è stata documentata in un articolo pubblicato sulla rivista The Anatomical Record e rappresenta un passo importante per la comprensione dell’evoluzione di questa specie e delle dinamiche ecologiche del periodo Giurassico superiore. Nonostante la scarsità dei fossili, il ritrovamento di questo nuovo esemplare aggiunge un ulteriore pezzo al puzzle della storia evolutiva di uno dei sauropodi più misteriosi della preistoria.

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