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La leggenda di Re Artù e Mago Merlino

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La leggenda di Re Artù e Merlino è una delle storie più celebri della mitologia medievale e delle leggende britanniche. È una miscela di storia, mito e magia, popolata da cavalieri coraggiosi, maghi potenti, regine e creature magiche. Ecco una sintesi dei principali elementi della leggenda.

Re Artù

Re Artù è il leggendario sovrano britannico che avrebbe regnato in un’epoca indefinita, spesso collocata nel V e VI secolo, durante le invasioni sassoni in Britannia. La sua storia è legata alla difesa dell’isola dagli invasori, ma le sue imprese sono circondate da elementi mitologici e leggendari. I racconti di Artù sono comparsi per la prima volta in cronache medievali, e poi si sono evoluti in narrazioni romantiche.

  1. L’origine di Artù: Secondo le leggende, Artù è figlio di Re Uther Pendragon e Igraine, duchessa di Cornovaglia. Il suo concepimento fu possibile grazie alla magia di Merlino, che trasformò Uther in modo che potesse ingannare Igraine, facendole credere che fosse suo marito. Artù fu affidato a Sir Ector, un nobile, e crebbe senza conoscere la sua vera ascendenza.
  2. La spada nella roccia: Una delle scene più iconiche della leggenda di Artù è quella della spada nella roccia. Quando Uther Pendragon morì, la Britannia rimase senza re. Merlino fece apparire una spada incastonata in una roccia, dichiarando che chiunque fosse riuscito a estrarla sarebbe stato il legittimo sovrano. Artù, da giovane sconosciuto, riuscì a estrarre la spada, dimostrando di essere il vero re.
  3. Excalibur: Un’altra spada leggendaria associata a Re Artù è Excalibur, donata dalla Dama del Lago. Questa spada magica conferiva ad Artù un potere straordinario e, secondo alcune versioni, la sua guaina lo proteggeva da ogni ferita.
  4. I Cavalieri della Tavola Rotonda: Artù creò un gruppo di cavalieri, conosciuti come i Cavalieri della Tavola Rotonda, simbolo di uguaglianza tra tutti i cavalieri. Tra di essi vi erano figure leggendarie come Lancillotto, Galahad, Gawain e molti altri. Questi cavalieri erano impegnati in imprese eroiche, come la ricerca del Sacro Graal, la coppa utilizzata da Gesù durante l’Ultima Cena.
  5. Camelot: Il regno di Artù era centrato nel castello di Camelot, un luogo leggendario che rappresentava la grandezza del suo regno e l’ideale cavalleresco. Qui, Artù e i suoi cavalieri si riunivano attorno alla Tavola Rotonda.
  6. Ginevra e Lancillotto: La moglie di Artù, la regina Ginevra, e il cavaliere Lancillotto sono protagonisti di una tragica storia d’amore. Ginevra si innamora di Lancillotto, creando tensioni che alla fine porteranno alla caduta del regno.
  7. La caduta di Artù: La fine del regno di Artù è segnata dal tradimento di suo figlio (o nipote, a seconda delle versioni) Mordred, che si ribella contro di lui. Nella battaglia finale a Camlann, Artù riesce a uccidere Mordred, ma viene mortalmente ferito. Secondo alcune leggende, Artù non morì veramente, ma fu trasportato sull’isola mistica di Avalon, da cui un giorno ritornerà.

Merlino

Merlino è una figura chiave nella leggenda arturiana, il saggio e potente mago che guida, protegge e consiglia Artù. È spesso descritto come un essere mezzo uomo e mezzo spirito, con una profonda conoscenza della magia e della natura.

  1. Origini di Merlino: Secondo alcune versioni, Merlino è il figlio di un demone e di una donna mortale, e possiede quindi poteri sovrannaturali. Altre versioni lo descrivono come un druido o un profeta con conoscenze profonde della magia.
  2. Protettore di Artù: Merlino è presente fin dall’inizio della vita di Artù. Fu lui a orchestrare il concepimento di Artù, aiutando Uther a ingannare Igraine. Dopo la nascita di Artù, Merlino lo fece allevare da Sir Ector, lontano dai pericoli, fino al momento in cui avrebbe potuto rivendicare il trono.
  3. Consigliere e mago: Durante il regno di Artù, Merlino funge da consigliere, guida spirituale e stratega. È lui a organizzare la Tavola Rotonda e a prevedere molti degli eventi che segneranno la vita di Artù. In alcune versioni, Merlino utilizza anche incantesimi per proteggere Camelot e i suoi abitanti.
  4. La fine di Merlino: La leggenda di Merlino termina in modo tragico. Si innamora della maga Nimue (o Viviana), che in alcune versioni è la stessa Dama del Lago. Nimue, dopo aver appreso i segreti della magia da Merlino, lo imprigiona per sempre in una grotta o in un albero, isolandolo dal mondo.

Simbolismo e Temi

Le leggende di Re Artù e Merlino sono piene di simbolismo e temi universali:

  • La ricerca del Graal rappresenta la ricerca spirituale della perfezione.
  • Il conflitto tra amore e dovere è esemplificato dalla relazione tra Ginevra, Lancillotto e Artù.
  • Il tradimento e la caduta riflettono la vulnerabilità anche dei più grandi eroi.

Le leggende arturiane hanno ispirato innumerevoli racconti, romanzi, film e opere d’arte nel corso dei secoli, mantenendo viva la magia e il fascino di Camelot e dei suoi protagonisti.

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SAI QUANDO…sono nati gli anni bisestili?

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Il 29 febbraio è una data peculiare che compare solo una volta ogni quattro anni, quando viene inserito un giorno extra nel mese di febbraio per compensare le circa sei ore di differenza tra i 365 giorni di un anno solare. Questo fenomeno è noto come anno bisestile, come nel caso del 2024. Ma da quanto tempo esiste questa pratica?

L’origine degli anni bisestili risale all’adozione del calendario giuliano nel 46 a.C. da parte di Giulio Cesare. In precedenza, altri calendari avevano aggiunto giorni extra per correggere le discrepanze, ma il calendario giuliano istituì una regola specifica: il giorno extra cadeva “il sesto giorno prima delle calende di marzo”. Poiché i Romani non numeravano i giorni del mese ma li identificavano tramite nomi come idus, calendas e nonas, questo significava che negli anni bisestili si aggiungeva un giorno tra il 23 e il 24 febbraio.

Nel 1582, papa Gregorio XIII promulgò una riforma che portò alla creazione del calendario gregoriano, utilizzato ancora oggi e che prende il suo nome. Questa riforma fu necessaria per correggere l’accumulo di giorni in eccesso nel calendario giuliano, che presentava un piccolo errore di calcolo che causava uno scarto di quasi 6 ore ogni anno. Il calendario gregoriano stabilì che il giorno extra fosse il 29 febbraio e definì le regole per gli anni bisestili.

Un effetto collaterale di questa riforma fu che nel corso dei secoli l’accumulo di giorni extra aveva portato a una discrepanza rispetto alla data effettiva. Pertanto, quando il calendario gregoriano fu adottato, la data saltò direttamente dal 4 al 15 ottobre, facendo sì che ottobre avesse solo 21 giorni.

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La storia dello squalo che ha percorso 30 mila km

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Lo squalo seta è diffuso nelle acque tropicali e tende a vivere vicino alle piattaforme continentali, con abitudini migratorie poco conosciute fino ad ora. Recentemente, uno studio pubblicato sul Journal of Fish Biology ha rivelato che Genie, una femmina di squalo seta nella riserva marina delle Galápagos, ha compiuto un viaggio straordinario di 27.666 km in un anno e mezzo. Questo è un record significativo, considerando che gli squali di questa regione di solito restano nelle acque locali ricche di cibo.

Genie ha nuotato per 546 giorni, coprendo circa 50 km al giorno e allontanandosi fino a quasi 5.000 km dalla sua zona di partenza. Questa scoperta ha sorpreso gli scienziati non solo per la lunghezza del viaggio, ma anche perché dimostra che gli squali seta possono migrare su lunghe distanze, una conoscenza cruciale per la loro conservazione.

Gli squali seta sono considerati vulnerabili dall’IUCN e sono tra le specie più cacciate al mondo. La migrazione di Genie è avvenuta principalmente in acque internazionali, esponendola al rischio di catture da parte dei pescatori o al danneggiamento da reti da pesca. Il monitoraggio delle rotte migratorie di queste creature è essenziale per proteggerle efficacemente, richiedendo un coordinamento internazionale per preservare queste specie minacciate.

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India | Respira un po troppo “forte” e inala il piercing: donna operata ai polmoni

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Inspirando profondamente, Varsha Sahu, una donna indiana di 35 anni, ha inavvertitamente inalato una vite del suo piercing al naso. Inizialmente, non ha dato molto peso all’incidente, pensando che il piccolo frammento metallico sarebbe stato eliminato naturalmente attraverso il tratto digerente. Tuttavia, le cose non sono andate così. Come riporta la Bbc, la vite del piercing ha finito per raggiungere i polmoni, causando a Varsha tosse persistente e difficoltà respiratorie, sintomi che inizialmente attribuiva a una precedente lesione al naso. Quando i farmaci prescritti non hanno avuto effetto, ha consultato uno pneumologo e una radiografia ha rivelato la presenza dell’oggetto metallico nei suoi polmoni.

Alla fine, Varsha ha dovuto sottoporsi a un intervento chirurgico. Il dottor Jash, il chirurgo coinvolto, ha spiegato che l’operazione è stata complessa poiché l’oggetto era presente nei polmoni da due settimane e i tessuti si erano già rigenerati attorno ad esso. L’estrazione richiedeva estrema precisione per evitare danni ai tessuti respiratori. Fortunatamente, l’intervento è riuscito con successo e Varsha è stata dimessa dopo alcuni giorni di degenza.

Anche se casi simili sono estremamente rari, Varsha, madre di due figli, ha raccontato di non essersi accorta che la vite del piercing si era allentata. Oggi, tuttavia, non vuole più avere a che fare con i piercing: “Non avrei mai pensato che una cosa del genere potesse accadere, eppure è successo. Non voglio più rischiare”.

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