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Chi erano gli Alchimisti e cosa facevano?

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Gli alchimisti erano praticanti di un’antica disciplina che combinava aspetti di chimica, filosofia, spiritualità e medicina, con l’obiettivo di trasformare materiali, scoprire elisir curativi e comprendere i misteri dell’universo. L’alchimia, che ebbe origine nell’antico Egitto, in Cina, in India e nel mondo islamico, fiorì soprattutto in Europa durante il Medioevo e il Rinascimento.

Gli alchimisti non erano solo dei precursori dei chimici moderni, ma anche filosofi che cercavano la comprensione della natura e della materia. I loro obiettivi principali erano:

  1. La pietra filosofale: Il mito più famoso dell’alchimia era quello della pietra filosofale, una sostanza leggendaria capace di trasformare i metalli vili, come il piombo, in oro. Oltre a ciò, si credeva che la pietra potesse fornire l’immortalità attraverso l’”elisir di lunga vita”.
  2. Trasmutazione dei metalli: Uno degli obiettivi centrali dell’alchimia era la trasmutazione dei metalli, il processo con cui gli alchimisti speravano di trasformare metalli comuni come il piombo in metalli nobili come l’oro.
  3. L’elisir di lunga vita: Gli alchimisti erano anche alla ricerca di una pozione o sostanza che potesse conferire la vita eterna o curare tutte le malattie.
  4. Crescita spirituale: L’alchimia non era solo una pratica fisica, ma anche un viaggio spirituale. Molti alchimisti credevano che il processo di purificazione e trasformazione della materia fosse un simbolo della trasformazione spirituale e della ricerca della perfezione interiore.

Famosi alchimisti

  • Ermete Trismegisto: Figura leggendaria, considerata il padre dell’alchimia. I suoi scritti, conosciuti come “Corpus Hermeticum”, influenzarono profondamente il pensiero alchemico.
  • Nicolas Flamel: Un alchimista francese del XIV secolo famoso per aver, secondo la leggenda, scoperto la pietra filosofale.
  • Paracelso: Un medico e alchimista svizzero del XVI secolo che combinava l’alchimia con la medicina, cercando rimedi alchemici per curare le malattie.
  • Isaac Newton: Il celebre scienziato era anche profondamente interessato all’alchimia, scrivendo numerosi testi sull’argomento, sebbene i suoi studi alchemici fossero meno conosciuti rispetto ai suoi lavori scientifici.

Oggi l’alchimia viene vista come una proto-scienza che ha contribuito allo sviluppo della chimica moderna, ma nel contesto storico aveva anche profonde implicazioni filosofiche e spirituali.

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SAI QUANDO…sono nati gli anni bisestili?

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Il 29 febbraio è una data peculiare che compare solo una volta ogni quattro anni, quando viene inserito un giorno extra nel mese di febbraio per compensare le circa sei ore di differenza tra i 365 giorni di un anno solare. Questo fenomeno è noto come anno bisestile, come nel caso del 2024. Ma da quanto tempo esiste questa pratica?

L’origine degli anni bisestili risale all’adozione del calendario giuliano nel 46 a.C. da parte di Giulio Cesare. In precedenza, altri calendari avevano aggiunto giorni extra per correggere le discrepanze, ma il calendario giuliano istituì una regola specifica: il giorno extra cadeva “il sesto giorno prima delle calende di marzo”. Poiché i Romani non numeravano i giorni del mese ma li identificavano tramite nomi come idus, calendas e nonas, questo significava che negli anni bisestili si aggiungeva un giorno tra il 23 e il 24 febbraio.

Nel 1582, papa Gregorio XIII promulgò una riforma che portò alla creazione del calendario gregoriano, utilizzato ancora oggi e che prende il suo nome. Questa riforma fu necessaria per correggere l’accumulo di giorni in eccesso nel calendario giuliano, che presentava un piccolo errore di calcolo che causava uno scarto di quasi 6 ore ogni anno. Il calendario gregoriano stabilì che il giorno extra fosse il 29 febbraio e definì le regole per gli anni bisestili.

Un effetto collaterale di questa riforma fu che nel corso dei secoli l’accumulo di giorni extra aveva portato a una discrepanza rispetto alla data effettiva. Pertanto, quando il calendario gregoriano fu adottato, la data saltò direttamente dal 4 al 15 ottobre, facendo sì che ottobre avesse solo 21 giorni.

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La storia dello squalo che ha percorso 30 mila km

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Lo squalo seta è diffuso nelle acque tropicali e tende a vivere vicino alle piattaforme continentali, con abitudini migratorie poco conosciute fino ad ora. Recentemente, uno studio pubblicato sul Journal of Fish Biology ha rivelato che Genie, una femmina di squalo seta nella riserva marina delle Galápagos, ha compiuto un viaggio straordinario di 27.666 km in un anno e mezzo. Questo è un record significativo, considerando che gli squali di questa regione di solito restano nelle acque locali ricche di cibo.

Genie ha nuotato per 546 giorni, coprendo circa 50 km al giorno e allontanandosi fino a quasi 5.000 km dalla sua zona di partenza. Questa scoperta ha sorpreso gli scienziati non solo per la lunghezza del viaggio, ma anche perché dimostra che gli squali seta possono migrare su lunghe distanze, una conoscenza cruciale per la loro conservazione.

Gli squali seta sono considerati vulnerabili dall’IUCN e sono tra le specie più cacciate al mondo. La migrazione di Genie è avvenuta principalmente in acque internazionali, esponendola al rischio di catture da parte dei pescatori o al danneggiamento da reti da pesca. Il monitoraggio delle rotte migratorie di queste creature è essenziale per proteggerle efficacemente, richiedendo un coordinamento internazionale per preservare queste specie minacciate.

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India | Respira un po troppo “forte” e inala il piercing: donna operata ai polmoni

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Inspirando profondamente, Varsha Sahu, una donna indiana di 35 anni, ha inavvertitamente inalato una vite del suo piercing al naso. Inizialmente, non ha dato molto peso all’incidente, pensando che il piccolo frammento metallico sarebbe stato eliminato naturalmente attraverso il tratto digerente. Tuttavia, le cose non sono andate così. Come riporta la Bbc, la vite del piercing ha finito per raggiungere i polmoni, causando a Varsha tosse persistente e difficoltà respiratorie, sintomi che inizialmente attribuiva a una precedente lesione al naso. Quando i farmaci prescritti non hanno avuto effetto, ha consultato uno pneumologo e una radiografia ha rivelato la presenza dell’oggetto metallico nei suoi polmoni.

Alla fine, Varsha ha dovuto sottoporsi a un intervento chirurgico. Il dottor Jash, il chirurgo coinvolto, ha spiegato che l’operazione è stata complessa poiché l’oggetto era presente nei polmoni da due settimane e i tessuti si erano già rigenerati attorno ad esso. L’estrazione richiedeva estrema precisione per evitare danni ai tessuti respiratori. Fortunatamente, l’intervento è riuscito con successo e Varsha è stata dimessa dopo alcuni giorni di degenza.

Anche se casi simili sono estremamente rari, Varsha, madre di due figli, ha raccontato di non essersi accorta che la vite del piercing si era allentata. Oggi, tuttavia, non vuole più avere a che fare con i piercing: “Non avrei mai pensato che una cosa del genere potesse accadere, eppure è successo. Non voglio più rischiare”.

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