Cronaca
Un intervento dentistico all’estero si trasforma in un calvario: la drammatica storia di Simone Del Vecchio
Rifarsi i denti all’estero per risparmiare è una scelta sempre più comune, ma per Simone Del Vecchio, 37 anni di Barletta, questa decisione si è trasformata in una drammatica odissea. Attratto dai costi più contenuti offerti in Albania, Simone ha deciso di sottoporsi a un intervento odontoiatrico che prevedeva l’estrazione di tutti i denti e l’inserimento contestuale di impianti su entrambe le arcate dentali.
L’intervento, avvenuto in un centro dentistico a Tirana, si è svolto in condizioni che il fratello gemello Marco ha descritto come scioccanti. Simone ha subito l’asportazione di venti denti in una sola seduta, con anestesie locali e una lieve sedazione, senza esami preparatori approfonditi. La madre, presente durante la procedura, ha sentito le urla del figlio provenire dalla sala operatoria.
Subito dopo l’intervento, Simone ha avuto un arresto cardiaco, seguito da altri tre episodi simili. È stato ricoverato in rianimazione a Tirana per otto giorni, prima di essere trasferito con un’aeroambulanza al Policlinico di Bari.
A Bari, Simone è rimasto in coma farmacologico per oltre un mese. Successivamente, una grave infezione da candida auris, un batterio altamente contagioso, ha complicato ulteriormente il suo recupero, impedendogli di iniziare la riabilitazione.
Attualmente è ricoverato nella Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo. Nonostante sia vigile, il suo stato di salute rimane critico: una stenosi tracheale gli impedisce di alimentarsi, bere e respirare correttamente, costringendolo a un ulteriore intervento chirurgico.
Questa vicenda evidenzia i rischi associati al turismo medico, in cui i pazienti cercano cure più economiche all’estero senza considerare a fondo le possibili conseguenze. Nonostante i risparmi economici, la mancanza di standard sanitari adeguati o di protocolli di sicurezza possono portare a gravi complicazioni, come dimostra il caso di Simone.
La sua storia non è solo un racconto di sofferenza personale, ma anche un avvertimento per chi valuta opzioni simili: scegliere una struttura sanitaria affidabile, anche se più costosa, potrebbe fare la differenza tra un trattamento sicuro e un dramma come quello vissuto da Simone.