Cronaca
Trieste | Bora violenta: oltre 100 interventi in una notte
La città di Trieste è stata investita da forti raffiche di bora, mettendo a dura prova i Vigili del Fuoco locali, impegnati in un’intensa operazione di soccorso che è iniziata nel tardo pomeriggio del 3 ottobre 2024. Le squadre dei pompieri hanno lavorato incessantemente per gestire un’ondata di richieste legate ai danni causati dal vento, con oltre un centinaio di interventi già completati entro la mattina seguente. Tra gli episodi più frequenti si segnalano cadute di alberi, danni a strutture ed elementi pericolanti. Al momento rimangono ancora numerose chiamate in attesa di intervento, e il personale continua a operare in emergenza. A dare supporto al comando di Trieste è giunta anche una squadra proveniente da Udine, contribuendo con uomini e mezzi per far fronte alla situazione critica.
Cronaca
Norma (LT) | Truffa telefonica ai danni di un anziano: due denunce
I Carabinieri di Norma hanno denunciato due uomini, un 27enne di Palermo e un 20enne marocchino residente a Busto Arsizio, accusati di aver messo in atto una truffa ai danni di una coppia di anziani. I due indagati, già noti alle forze dell’ordine, sono stati identificati grazie a un’attenta attività investigativa condotta dai militari.
Secondo quanto ricostruito, il 13 novembre scorso i truffatori hanno contattato telefonicamente i coniugi anziani, presentandosi come dipendenti della loro banca e facendo credere a un presunto problema tecnico legato ai conti. Approfittando della confusione e della paura delle vittime, i malfattori hanno convinto la coppia ad effettuare nove operazioni bancarie, tra il 7 e il 9 novembre, per un totale di circa 14.000 euro. Le somme sono state trasferite su due conti bancari collegati a carte ricaricabili intestate agli stessi truffatori.
Le indagini dei Carabinieri hanno permesso di risalire agli intestatari delle carte, confermando che erano proprio i due indagati ad aver effettuato i prelievi illeciti. Il caso è attualmente nelle fasi preliminari dell’inchiesta, e gli indagati sono considerati presunti innocenti fino a un’eventuale condanna definitiva, come previsto dalla legge.
Cronaca
Como | Arrestato spacciatore nell’area erbese: cocaina, denaro e rete di clienti smascherati
Un’operazione della Polizia di Stato ha portato all’arresto di un uomo di origini magrebine, accusato di spaccio di sostanze stupefacenti. L’indagine, condotta dagli investigatori della Squadra Mobile, si inserisce in un programma di monitoraggio e contrasto al traffico di droga con particolare attenzione alle modalità itineranti. L’arresto è avvenuto nell’area erbese, dove il sospettato operava come spacciatore “a domicilio”, utilizzando la propria automobile per raggiungere i clienti. Durante l’operazione, gli agenti hanno osservato diverse cessioni di droga a persone che giungevano sul posto con i propri mezzi. Gli acquirenti sono stati identificati e sottoposti a sanzioni amministrative.
A seguito della perquisizione personale e del veicolo, le forze dell’ordine hanno sequestrato 7 grammi di cocaina suddivisa in 10 dosi, 300 euro in contanti ritenuti provento dello spaccio e un telefono cellulare utilizzato per gestire i contatti con i clienti. L’uomo, che frequentava anche aree boschive note per attività illecite, è stato fermato in flagranza di reato. Il 36enne, risultato già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati agli stupefacenti, è stato condotto in Questura e formalmente accusato di detenzione ai fini di spaccio. Su disposizione del Pubblico Ministero di turno, è stato rinviato a giudizio con rito direttissimo presso la Procura della Repubblica di Como.
L’operazione rappresenta un ulteriore passo nella battaglia contro lo spaccio itinerante e il traffico di droga nelle aree urbane e periferiche. Le forze dell’ordine ribadiscono l’importanza di mantenere alta l’attenzione su tali attività illecite, che minacciano la sicurezza e il benessere delle comunità locali.
Cronaca
Palermo | Maxi-operazione contro il traffico illecito di rifiuti: sequestri e denunce
Un’importante operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha portato a un colpo significativo contro un’organizzazione criminale attiva nel traffico illecito di rifiuti. I Carabinieri forestali del Centro Anticrimine Natura di Palermo hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo nei confronti di 16 persone e 6 aziende, accusate di far parte di un’associazione a delinquere operante nel settore della gestione illegale di rifiuti speciali.
L’inchiesta, avviata nel 2019 e conclusa nel 2020, ha rivelato un sistema strutturato di raccolta, trasporto e smaltimento illegale di materiali pericolosi e non. Tra i rifiuti trattati in modo illecito figurano batterie al piombo, componenti meccaniche, rottami ferrosi e apparecchiature elettroniche. Le operazioni di smaltimento, svolte senza alcun rispetto delle normative ambientali, includevano la miscelazione di materiali diversi e la loro rivendita come metalli ferrosi non pericolosi, aggirando le procedure di trattamento richieste per legge.
Durante il periodo delle indagini, l’organizzazione avrebbe movimentato oltre 3.000 tonnellate di rifiuti, generando profitti illeciti superiori a 300.000 euro. L’attività illecita coinvolgeva sia aziende non autorizzate, sia privati che conferivano materiali presso gli impianti sequestrati. In queste strutture, i rifiuti venivano stoccati e lavorati senza rispettare alcuna norma ambientale, con gravi rischi per la salute pubblica e il territorio.
Nell’ambito dell’operazione, le autorità hanno posto sotto sequestro due aziende del settore, oltre a 16 autocarri utilizzati per il trasporto dei rifiuti. È stata inoltre bloccata una somma equivalente a 153.000 euro, corrispondente a parte dei profitti generati illecitamente. All’interno di una delle aziende coinvolte, sono stati trovati 300 metri cubi di rifiuti speciali pericolosi, tra cui veicoli non bonificati e residui di oli esausti e vernici, in parte già dispersi nei canali di scolo. Questo ha evidenziato un danno ambientale significativo, con potenziali ripercussioni sulle risorse idriche.
L’operazione ha coinvolto diversi comuni della provincia di Palermo, tra cui Alcamo, Borgetto, Partinico e Bagheria, oltre alla città di Palermo stessa. L’attività investigativa ha beneficiato di strumenti tecnici avanzati, permettendo di ricostruire la rete di relazioni tra i soggetti coinvolti e il modus operandi dell’organizzazione. Le responsabilità accertate confermano la gravità dell’impatto che queste attività illegali hanno avuto sull’ambiente.
I sequestri rappresentano un passo importante nella lotta contro i reati ambientali, un fenomeno spesso legato ad attività mafiose. Le aziende coinvolte sono ora affidate a un amministratore giudiziario nominato dall’autorità giudiziaria, e le indagini proseguono per definire ulteriori responsabilità. L’operazione sottolinea l’importanza di una vigilanza continua sul rispetto delle normative in materia di smaltimento dei rifiuti, per prevenire danni irreversibili all’ambiente e tutelare la salute pubblica.
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