Cronaca
Treviso | Sequestrati oltre 4.000 capi contraffatti dalla Guardia di Finanza
Un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Treviso ha portato al sequestro di oltre 4.000 capi d’abbigliamento contraffatti, tra felpe e t-shirt, recanti i marchi DSQUARED2 e Valentino. L’azione, parte di un’attività mirata a contrastare la contraffazione e la distribuzione di prodotti non conformi agli standard di sicurezza europei, ha coinvolto due società, una con sede a Treviso e l’altra a Rovigo, accusate di operare al di fuori della filiera legale di produzione.
L’indagine è iniziata con il controllo di un furgone carico di abbigliamento, risultato contraffatto, destinato dalla società trevigiana a quella rodigina. Le perquisizioni nelle sedi delle due aziende hanno poi rivelato un sistema di produzione illecita, con il sequestro di ulteriori capi contraffatti, cartamodelli e file digitali utilizzati per stampare i marchi contraffatti sui tessuti.
Il rappresentante legale della società di Treviso, responsabile della stampa, è stato segnalato alla Procura per i reati di contraffazione e ricettazione. Analogamente, l’amministratore della società di Rovigo, incaricato del confezionamento e della vendita, è stato denunciato per commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione.
Le indagini proseguono per accertare eventuali responsabilità amministrative delle società coinvolte e valutare la possibilità di ulteriori sequestri preventivi. Secondo le stime, i proventi dell’attività illecita avrebbero potuto raggiungere circa 375.000 euro.
L’operazione, finalizzata a proteggere i consumatori e il mercato dalla concorrenza sleale, rientra nelle attività istituzionali della Guardia di Finanza contro la contraffazione e la violazione dei diritti di proprietà intellettuale. Le autorità competenti hanno ribadito il rispetto della presunzione di innocenza per gli indagati, in attesa di eventuali sviluppi giudiziari.
Cronaca
Milano | Operazione “Genus Album” per propaganda suprematista e filonazista sulla rete internet
La Polizia di Stato ha eseguito 12 perquisizioni in diverse regioni italiane nei confronti di soggetti sospettati di propaganda e istigazione a delinquere per motivi razziali, etnici e religiosi. L’operazione, denominata “Genus Album”, è stata coordinata dalla Procura di Milano e dalla Procura per i minorenni, con il supporto del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Lombardia, DIGOS e Polizia Postale.
Le indagini, avviate attraverso il monitoraggio della rete, hanno identificato attività su Telegram legate a ideologie suprematiste e filonaziste, incluse discussioni su razzismo, antisemitismo e violenza. I membri dei gruppi, con orientamento ideologico della “Terza Posizione”, pianificavano raduni e azioni concrete oltre le attività virtuali.
Durante le perquisizioni, eseguite il 19 dicembre in Lombardia, Lazio, Veneto, Toscana, Puglia, Campania, Calabria e Basilicata, sono stati sequestrati dispositivi elettronici, armi (tra cui un fucile e una pistola ad aria compressa), bandiere nazifasciste e volantini. Tre fucili da caccia sono stati ritirati in via cautelativa. Analisi digitali sul posto hanno confermato le evidenze già raccolte.
Gli indagati, di età compresa tra 17 e 24 anni, includono un minorenne e studenti universitari iscritti a facoltà umanistiche e scientifiche. Solo uno lavora, un ventiquattrenne impiegato in Svizzera.
Le indagini sono in fase preliminare, e gli indagati sono presunti innocenti fino a sentenza definitiva.
Cronaca
Bonifati (CS) | Fermati due uomini per detenzione di sostanze stupefacenti
Due uomini, rispettivamente di 27 e 38 anni, sono stati arrestati a Bonifati dai Carabinieri della Stazione di Cittadella del Capo con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di cocaina. L’operazione è scattata durante un controllo stradale, quando il comportamento sospetto di uno dei passeggeri ha attirato l’attenzione degli agenti.
Durante il normale pattugliamento, i militari hanno fermato un furgone. Il passeggero, nel tentativo di evitare il contatto visivo, si è abbassato repentinamente, comportamento che ha insospettito i Carabinieri. Uno dei due occupanti del veicolo era già noto alle forze dell’ordine: un mese prima era stato arrestato per possesso di cocaina ed era sottoposto a obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria e di dimora nel comune di Bonifati.
L’atteggiamento nervoso dei due uomini ha spinto i Carabinieri a procedere con una perquisizione, durante la quale è stato scoperto un quantitativo significativo di cocaina.
Sotto il sedile del guidatore sono stati rinvenuti 87 grammi di cocaina, già confezionati in involucri pronti per la vendita al dettaglio. Inoltre, uno degli uomini ha cercato di disfarsi di un fazzoletto gettandolo sotto l’auto di servizio. All’interno del fazzoletto sono stati trovati ulteriori 13,8 grammi della stessa sostanza.
In totale, sono stati sequestrati oltre 100 grammi di cocaina, che saranno sottoposti ad analisi tecniche presso il Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti dei Carabinieri di Vibo Valentia.
I due uomini sono stati arrestati e posti ai domiciliari, in attesa di ulteriori sviluppi giudiziari. Il procedimento si trova attualmente nella fase preliminare, e i due indagati, come previsto dalla legge, sono presunti innocenti fino a una sentenza definitiva di condanna.
L’operazione rappresenta un ulteriore esempio dell’attenzione delle forze dell’ordine nel contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti sul territorio. L’impegno costante dei Carabinieri mira a proteggere le comunità locali e a reprimere attività illecite che alimentano fenomeni di degrado sociale ed economico.
Cronaca
Catanzaro | Operazione “Case Nere”: 8 arresti per gestione illecita delle case popolari
Una vasta operazione condotta dalla DIGOS della Questura di Catanzaro e dai Carabinieri del Comando Provinciale, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica, ha portato all’arresto di otto persone, due delle quali sono finite in carcere, mentre le altre sei sono agli arresti domiciliari. I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal GIP del Tribunale di Catanzaro, sulla base di gravi indizi di reato che configurano un quadro complesso di illeciti.
Le accuse spaziano dall’associazione per delinquere finalizzata a falsi materiali e ideologici in atti pubblici, corruzione e concussione, fino all’omissione di atti d’ufficio, induzione indebita, tentato peculato e truffa aggravata. Tra le vicende più gravi, emerge una gestione parallela e illegale delle assegnazioni di case popolari, con richieste di denaro o altre utilità in cambio di favori illeciti.
Le investigazioni hanno combinato intercettazioni telefoniche e ambientali, videoriprese, analisi documentali e raccolta di testimonianze. Questo lavoro ha consentito di delineare, seppur in fase preliminare, l’esistenza di un’organizzazione dedita a manipolare le procedure di assegnazione delle case popolari gestite dall’ATERP (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica).
L’ATERP, secondo la normativa regionale, dovrebbe limitarsi alla gestione tecnica e amministrativa degli immobili, mentre l’assegnazione spetta ai Comuni, che utilizzano graduatorie pubbliche. Tuttavia, i funzionari coinvolti bypassavano le regole, creando un sistema parallelo di assegnazione in cambio di compensi economici o altre utilità.
Tra gli arrestati figura anche un amministratore locale, che pur non avendo incarichi diretti nell’ATERP, agiva da intermediario tra i cittadini interessati e i funzionari corrotti. Questo modus operandi violava sistematicamente la legge regionale, danneggiando non solo il corretto funzionamento dell’assegnazione degli alloggi, ma anche le famiglie bisognose escluse dai benefici a cui avrebbero avuto diritto.
L’operazione, definita “Case Nere”, è ancora nella fase delle indagini preliminari. La responsabilità degli indagati dovrà essere accertata nel corso del processo, ma le autorità sottolineano la gravità di un sistema che ha sfruttato la disperazione di famiglie in difficoltà per fini illeciti.
La Procura di Catanzaro ha dichiarato che continuerà a monitorare e combattere tali fenomeni, ribadendo l’importanza di tutelare i diritti dei cittadini e garantire la trasparenza nelle assegnazioni pubbliche.
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