Cronaca
Treviso | Furto e uso fraudolento di carta Bancomat: denunciata una donna
La Polizia di Stato di Treviso ha concluso un’indagine che ha portato alla denuncia di una donna, classe 1981, accusata di furto pluriaggravato e indebito utilizzo di carta Bancomat. La presunta responsabile avrebbe compiuto una serie di crimini ai danni di un’anziana di 84 anni, sfruttando la sua fiducia per rubarle denaro e beni.
Tutto è iniziato con la denuncia di furto da parte della vittima, che, dopo aver creduto di aver smarrito il proprio bancomat, aveva ottenuto un nuovo dispositivo per effettuare i prelievi. Tuttavia, la signora non riusciva a utilizzarlo correttamente, il che l’aveva spinta a contattare la sua banca. Scoprendo con grande dispiacere che il vecchio bancomat era stato utilizzato per prelievi e acquisti per un totale di oltre 5.000 euro, la donna ha inizialmente sospettato della sua collaboratrice domestica, che lavorava presso di lei da circa due anni, anche in relazione alla sparizione di alcuni gioielli.
Le indagini della Squadra Mobile, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Treviso, hanno confermato i sospetti, rivelando che la donna delle pulizie aveva sottratto il bancomat e, avendo familiarità con il PIN della vittima, lo aveva utilizzato più volte per prelevare denaro e fare acquisti in vari punti della provincia. Il totale dei prelievi e acquisti illeciti ha superato i 5.500 euro.
Inoltre, la donna è stata trovata responsabile della vendita di alcuni gioielli rubati presso un negozio di “compro oro” in città. A seguito delle prove raccolte, è stato emesso un avviso di conclusione indagini nei suoi confronti per furto pluriaggravato, indebito utilizzo di carte di pagamento e auto-riciclaggio.
L’indagine della Polizia di Stato ha permesso di fare luce su un crimine che ha colpito un’anziana, approfittando della sua vulnerabilità e fiducia nei confronti di una persona che aveva scelto per l’assistenza quotidiana. Le autorità competenti continueranno a seguire il caso, e la donna dovrà rispondere delle accuse davanti all’Autorità Giudiziaria.
Cronaca
Firenze. Intossicazione nella Rsa: due indagati
Sono due gli indagati per la morte di Giovanni Pietro Samuelli (88 anni) , Carla Ferretti (80 anni) e Daria Tanzini (89 anni) e l’intossicazione alimentare di alcuni ospiti delle Rsa, nel fiorentino. La procura di Firenze ha iscritto sul registro degli indagati due persone: si tratta dell’amministratore delegato dell’azienda e la responsabile della residenza dove sono stati cucinati i pasti. L’indagine condotta dai Nas di Firenze ha fatto si che dentro le strutture venissero prelevati campioni di cibo nella cucina dove era stata preparata la cena incriminata.
I reati ipotizzati sono adulterazione o commercio colposo di sostanze alimentari, omicidio plurimo colposo e lesioni colpose. Tre sono i pazienti deceduti a seguito del focolaio di gastroenterite che si è diffuso lo scorso 9 febbraio tra i degenti di quattro Rsa di Firenze e provincia facenti capo alla società Sereni Orizzonti domenica 9 febbraio.
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Cronaca
RAGUSA Evasione fiscale sequestro da 396 mila euro a ditta modicana
RAGUSA – Un’operazione della Guardia di Finanza di Ragusa, coordinata dalla Procura della Repubblica, ha portato al sequestro preventivo di beni per un valore di 396.964,21 euro nei confronti di una ditta individuale di Modica operante nel settore della raccolta dei metalli ferrosi. Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari (G.I.P.) su richiesta del Pubblico Ministero titolare dell’indagine.
L’attività investigativa ha preso avvio da una verifica fiscale condotta nell’ottobre 2024 dai militari della Compagnia di Modica, i quali, attraverso un’analisi documentale e indagini finanziarie, hanno scoperto che l’impresa non aveva presentato le dichiarazioni fiscali per gli anni d’imposta 2017, 2018 e 2019. La ricostruzione dei redditi ha evidenziato un’evasione di circa 3 milioni di euro nel periodo compreso tra il 2017 e il 2022.
A seguito delle risultanze emerse, il titolare dell’impresa è stato denunciato per omessa dichiarazione ai fini delle imposte dirette e dell’IVA. Il G.I.P. del Tribunale di Ragusa ha quindi disposto il sequestro preventivo del profitto derivante dal presunto reato tributario, colpendo i beni direttamente riconducibili all’indagato fino alla somma complessiva di 396.964,21 euro. In subordine, il sequestro è stato esteso anche ai beni personali nella disponibilità dell’indagato.
Durante l’esecuzione del provvedimento, i finanzieri hanno sequestrato denaro contante per un totale di 106.400 euro, nascosto sia nei locali aziendali che nell’abitazione del soggetto. L’operazione è stata supportata dall’unità cinofila “cashdog” della Guardia di Finanza di Siracusa, specializzata nel ritrovamento di valuta. Inoltre, sono stati bloccati fondi su conti correnti bancari per oltre 70.000 euro e sequestrati tre veicoli: una Mercedes GLC 220d, una Mini Cooper Countryman e una Vespa Piaggio 150, per un valore complessivo di circa 80.000 euro.
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Cronaca
LATINA Maxi sequestro scoperta frode da oltre 10 milioni di euro sui crediti d’imposta
LATINA – Nella mattinata di oggi, i Finanzieri del Comando Provinciale di Latina hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare reale, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Cassino. L’operazione, frutto di un’indagine condotta dal Gruppo di Formia e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino, ha portato al sequestro di falsi crediti d’imposta per oltre 10 milioni di euro.
L’indagine ha coinvolto nove soggetti ed è scaturita dall’analisi di rischio sui cosiddetti “monetizzatori”, condotta nell’ambito della cabina di regia nazionale per il contrasto alle frodi sui crediti d’imposta. Gli approfondimenti investigativi hanno svelato un complesso sistema fraudolento, volto alla creazione di fittizi crediti legati al Sismabonus e alla loro illecita monetizzazione.
Le indagini hanno permesso di ricostruire il passaggio dei crediti tra vari soggetti, spesso nullatenenti, irreperibili o con precedenti penali, nonché imprese edilizie dalle dimensioni incoerenti con i lavori formalmente eseguiti. Gli accertamenti presso alcuni condomìni, anche a Roma, hanno confermato l’inesistenza dei cantieri, come dichiarato dagli stessi amministratori di condominio.
Dalle indagini è emerso che i crediti fittizi erano stati originati da un soggetto detenuto in carcere e successivamente trasferiti a più riprese. La monetizzazione avveniva anche tramite cessioni a terzi inconsapevoli. Un caso emblematico riguarda un soggetto residente a Minturno, che tra novembre e dicembre 2021 ha trasferito in Cina circa 2,3 milioni di euro, liquidità proveniente dalla vendita di crediti d’imposta inesistenti.
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