Cronaca
Tragedia ad Ancona: due coniugi morti in incidente stradale con fuga di gas
Una tragedia ha colpito la comunità di Ancona, in particolare il quartiere di Torrette, dove due coniugi di 40 anni hanno perso la vita in un drammatico incidente stradale avvenuto questa mattina alle 7:45. Lucia Manfredi, medico di Clinica Medica all’ospedale regionale di Torrette, e il marito Diego Duca, autista del 118 di Perugia, stavano recandosi al lavoro quando, complice il fondo scivoloso per la brina e una discesa, la loro auto è stata coinvolta in una serie di collisioni fatali.
La dinamica dell’incidente è ancora in fase di accertamento, ma secondo le prime ricostruzioni, l’auto dei coniugi, una Panda, è stata urtata da una BMW che ha perso il controllo. La Panda ha urtato una cabina del gas, causando una grave fuga di carburante, mentre la donna è stata sbalzata fuori dal veicolo. Il marito, Diego, si trovava probabilmente sul marciapiede ed è stato travolto e ucciso dal veicolo. La scena è stata drammatica, con i corpi della coppia martoriati dalla violenza dell’incidente e dall’ingente fuga di gas.
Il pubblico ministero di Ancona, Paolo Gubinelli, ha aperto un fascicolo per omicidio stradale nei confronti del conducente della BMW, un dipendente pubblico che lavorava ad Ancona e che, apparso frastornato, non aveva chiari i contorni dell’accaduto. Le analisi per l’alcoltest hanno dato esito negativo. Dopo aver urtato la Panda, la BMW ha continuato la sua corsa, schiantandosi su una Lancia Ypsilon parcheggiata e su un palo della luce, fermandosi infine 50 metri più avanti con il cofano distrutto.
L’incidente ha avuto anche gravi ripercussioni sulla zona circostante: la fuga di gas, causata dal danneggiamento della tubazione, ha provocato un sibilo assordante avvertito in tutto il quartiere e in quelli limitrofi, come Collemarino. Molti residenti sono rimasti senza gas, mentre le autorità hanno immediatamente interrotto la fornitura di metano in due quartieri per evitare il rischio di esplosioni. Il PM ha disposto l’autopsia sui corpi delle vittime per chiarire le cause della loro morte, in particolare per la donna che non presenta segni esterni di schiacciamento.
La tragedia lascia un figlio di 10 anni, che ora dovrà affrontare la perdita dei genitori in circostanze drammatiche. Il caso sta scuotendo profondamente la comunità locale, mentre le indagini proseguono per fare chiarezza sull’accaduto.
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Cronaca
Morte di Maati Moubakir, la madre chiede giustizia: “Non deve restare impunita”
Una settimana dopo la tragica morte di Maati Moubakir, il 17enne ucciso a Campi Bisenzio, la madre Silvia Baragatti ha espresso il suo dolore e la sua determinazione durante la cerimonia di ricordo organizzata dal Comune. Circa 100 persone si sono ritrovate in via Tintori, dove Maati è stato trovato morto, per rendere omaggio alla sua memoria e chiedere giustizia.
“Ci sono genitori che non sanno cosa fanno i loro figli”, ha dichiarato Silvia Baragatti, sottolineando che il suo ragazzo è stato trovato morto, “lasciato solo” e senza aiuti. La donna ha criticato duramente l’indifferenza e il fallimento della società: “Questo è il fallimento della società, dell’umanità. Anche gli animali stanno accanto ai loro feriti”, ha detto con forza, aggiungendo che la sua “missione di vita” è ora ottenere giustizia per il figlio, affinché Maati non venga dimenticato.
Maati Moubakir è stato trovato morto per dissanguamento e per gravi lesioni causate da coltellate inferte da più aggressori. La madre ha anche sottolineato l’importanza di un cambiamento profondo nella cultura del nostro Paese: “Non deve più passare il messaggio che in questo Paese si può fare tutto senza conseguenze, che dopo due anni si è fuori. Basta.”
Il padre di Maati, Farid Moubakir, ha parlato con dolore e determinazione, dichiarando: “Chiediamo giustizia per nostro figlio, perché la sua vita è stata spezzata ingiustamente. Maati non era solo nostro figlio, era il figlio di tutti noi.” Con un accorato appello, ha aggiunto che il dolore della sua famiglia non deve essere vissuto da nessun altro, e che continuerà a lottare affinché sia fatta giustizia.
Nel corso della cerimonia, si è osservato un minuto di silenzio, e il padre ha recitato una preghiera musulmana in memoria del figlio. Il ricordo e la richiesta di giustizia per Maati sono ora al centro delle battaglie della sua famiglia, determinata a fare luce su questa tragica morte.
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Cronaca
Perugia, marito e moglie trovati morti in casa: ipotesi di omicidio-suicidio
Una tragedia ha scosso la comunità di Gualdo Tadino, in provincia di Perugia, dove questa mattina sono stati rinvenuti i corpi senza vita di una giovane coppia di coniugi. Il ritrovamento è avvenuto poco dopo le 10 di oggi nella loro abitazione, situata in località Gaifana.
Secondo le prime informazioni, gli investigatori stanno esplorando l’ipotesi di un omicidio-suicidio. La coppia, che sembrava essere in buoni rapporti, potrebbe essere stata coinvolta in un dramma familiare che ha avuto un esito tragico. La causa delle morti non è stata ancora confermata, ma sono in corso le indagini da parte dei carabinieri, che stanno eseguendo tutti gli accertamenti necessari per chiarire la dinamica dell’accaduto.
Gli uomini dell’Arma stanno raccogliendo testimonianze e analizzando la scena del crimine, ma al momento non sono stati diffusi ulteriori dettagli riguardo le circostanze precise della morte. Non è chiaro se siano stati ritrovati segni di violenza evidenti o se la tragedia possa essere stata determinata da altri fattori. Gli inquirenti non escludono alcuna pista e continuano a lavorare per stabilire se si tratti di un gesto estremo compiuto da uno dei coniugi.
La vicenda ha suscitato grande dolore nella comunità locale, che ora è in attesa di ulteriori sviluppi sull’inchiesta.
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Cronaca
Roma, esplosione a casa di pregiudicato: ipotesi di tentata strage
Il 5 gennaio 2025, un’ordigno ad alto potenziale è esploso sulla terrazza di un’abitazione a Roma, provocando gravi danni alla struttura e suscitando paura tra i residenti della zona. L’esplosione, che è stata avvertita a chilometri di distanza, ha semidistrutto la parte esterna della palazzina in via Cianciana, alla periferia sud-est della città. Alcune sezioni del controsoffitto della scala esterna sono crollate, le finestre sono andate in frantumi e diverse autovetture parcheggiate lungo la strada sono state danneggiate. La palazzina, di recente costruzione, è stata dichiarata parzialmente inagibile dai vigili del Fuoco.
Secondo quanto riferito, l’esplosione ha avuto luogo poco dopo le 5 del mattino e ha sorpreso i residenti, alcuni dei quali hanno raccontato di essere stati svegliati dal forte boato. L’onda d’urto ha provocato la rottura dei vetri in alcune abitazioni circostanti. Secondo le prime informazioni, il bersaglio dell’attentato sarebbe stato Amine Mohamed A., noto anche con i soprannomi ‘Kalò’, ‘Becco’ e ‘Naso’, un narcotrafficante di 30 anni. L’uomo, considerato dai membri dell’antimafia romana come il capo dell’organizzazione criminale smantellata nel 2020 grazie all’inchiesta ‘Gerico 2’, era presente nell’abitazione al momento dell’esplosione ma fortunatamente non è rimasto ferito, né lo sono stati gli altri inquilini della palazzina.
Le forze dell’ordine, tra cui la polizia scientifica, gli artificieri e la squadra mobile, sono intervenute tempestivamente sul luogo dell’incidente. Le indagini sono ora coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, con l’ipotesi di reato che al momento è quella di tentata strage. Non è escluso che l’ordigno sia stato confezionato con esplosivo al plastico, una sostanza ad alta potenza che avrebbe potuto causare danni ancora più gravi se l’attentato fosse riuscito.
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