Cronaca
Tragedia a Monte Sant’Angelo: Il corpo di Matteo ritrovato dopo una cena con gli amici
Una serata che sembrava essere come tante altre con gli amici si è trasformata in tragedia a Monte Sant’Angelo, nel cuore delle campagne del Gargano. Il corpo di Matteo, un uomo di 34 anni, è stato ritrovato privo di vita non lontano dalla masseria dove aveva trascorso la serata con i suoi amici. Il giovane, che era molto conosciuto in paese, presentava evidenti lesioni alle gambe, il che ha fatto ipotizzare che la causa della morte possa essere un’aggressione da parte di animali selvatici mentre si allontanava dalla struttura.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, dopo aver cenato con gli amici, Matteo sarebbe uscito dalla masseria per motivi non ancora chiariti. Successivamente, è stato ritrovato senza vita dalle stesse persone con cui aveva trascorso la serata. L’ipotesi dell’aggressione animale è ancora da confermare, ma le forze dell’ordine, che stanno conducendo le indagini, non escludono altre ipotesi. Al momento, le circostanze della sua morte sono avvolte nel mistero.
La notizia della morte di Matteo ha sconvolto l’intera comunità di Monte Sant’Angelo. Il giovane era una figura molto amata e stimata, non solo per il suo impegno nel lavoro, ma anche per il suo ruolo attivo nel gruppo folkloristico locale “La Pacchianella”. Molti amici e membri del gruppo hanno dedicato parole di addio a Matteo, ricordando il suo spirito generoso e la sua dedizione alla tradizione culturale del paese.
Uno dei membri del gruppo ha condiviso un commovente messaggio di saluto, raccontando un momento recente in cui Matteo gli aveva confidato di aspettarsi una bella notizia e di sperare di poter dedicare più tempo al gruppo. Purtroppo, quella promessa non potrà essere mantenuta. “Non ti dimenticheremo mai”, hanno scritto i suoi amici, con un pensiero speciale per la sua famiglia, in particolare per la moglie Marilina e il loro bambino.
Le indagini sono ancora in corso, ma al momento resta il dolore e il ricordo di un giovane che ha lasciato un vuoto profondo nella sua comunità.
Cronaca
Femminicidio di Giulia Cecchettin: ergastolo per Filippo Turetta, ma il padre invita a riflettere sulla cultura della violenza
Filippo Turetta è stato condannato all’ergastolo per il femminicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, avvenuto l’11 novembre 2023 a Fossò, in provincia di Venezia. La Corte ha riconosciuto l’aggravante della premeditazione, escludendo però quelle della crudeltà e dello stalking. Un verdetto che segna un passaggio importante nel percorso di giustizia, ma che non placa il dolore dei familiari della vittima.
Gino Cecchettin, padre di Giulia, ha espresso un messaggio carico di dignità e riflessione: “Abbiamo perso tutti come società. Nessuno me la ridarà indietro e io non sono né più sollevato né più triste di ieri o di domani. Penso sia stata fatta giustizia e rispetto la sentenza, ma la violenza di genere non si combatte con le pene, bensì con la cultura. Come essere umano mi sento sconfitto. Come papà non è cambiato nulla rispetto a un anno fa”.
Queste parole evidenziano una verità spesso trascurata: le pene, per quanto severe, non possono agire da sole per prevenire tragedie come questa. Il femminicidio di Giulia Cecchettin è uno dei molti episodi che sottolineano la necessità di un cambiamento culturale profondo, volto a sradicare le radici della violenza di genere.
La condanna di Turetta, pur rappresentando un atto di giustizia per la famiglia e la comunità, non è una soluzione al problema sistemico. Serve un impegno collettivo che coinvolga istituzioni, scuole, media e famiglie per promuovere il rispetto e l’uguaglianza.
Il caso di Giulia è diventato un simbolo della battaglia contro la violenza sulle donne in Italia, un richiamo alla responsabilità di tutti affinché tragedie simili non si ripetano.
Cronaca
Rieti | Denunciato giovane tunisino per detenzione di droga e possesso di coltello
Nell’ambito delle operazioni di controllo del territorio, intensificate dalla Questura di Rieti per la prevenzione e repressione dei reati, gli agenti della Squadra Volante hanno denunciato un giovane tunisino, ventenne senza fissa dimora, per detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente. Il giovane, che si aggirava con fare sospetto nei pressi della stazione ferroviaria, è stato fermato e sottoposto a controllo dagli agenti.
Durante la perquisizione personale, il tunisino è stato trovato in possesso di circa 20 grammi di hashish, suddivisi in 12 dosi pronte per essere vendute. Inoltre, gli agenti hanno rinvenuto un coltello a serramanico nascosto tra i suoi indumenti, per il quale l’uomo è stato denunciato anche per la violazione delle normative relative alle armi.
Il giovane, già con numerosi precedenti per reati legati alla droga, è stato denunciato in stato di libertà. La sua responsabilità penale sarà ora valutata dal Giudice. In attesa di una sentenza definitiva, si precisa che l’indagato è considerato innocente fino a prova contraria.
Cronaca
Teramo | Violenza familiare: divieto di dimora per un uomo accusato di maltrattamenti e lesioni
Un uomo di Teramo è stato colpito da una misura cautelare che gli impone il divieto di dimora, con il controllo elettronico dei suoi spostamenti, dopo essere stato accusato di maltrattamenti contro familiari e conviventi, nonché di lesioni aggravate. La misura è stata emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Teramo, a seguito di un’indagine condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Teramo, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica.
Secondo le accuse, l’uomo avrebbe perpetrato comportamenti violenti e vessatori nei confronti della madre, sottoponendola a continue aggressioni fisiche e psicologiche. Oltre a minacce e richieste incessanti di denaro, il 14 novembre 2024 avrebbe aggredito la madre con violenza, colpendola con pugni al volto e spingendola contro un mobile della cucina. L’urto ha causato alla vittima lesioni alla schiena, per le quali è stato previsto un periodo di guarigione di sette giorni.
L’indagato è stato rintracciato dai poliziotti della Squadra Mobile e accompagnato presso la Questura di Teramo per gli adempimenti necessari. La misura cautelare, che prevede il divieto di dimora, è stata adottata per evitare ulteriori rischi per la vittima e per impedire che l’indagato possa ripetere comportamenti violenti.
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