Cronaca
Torino | Operazione contro lo sfruttamento della prostituzione: cinque misure cautelari
Il 3 dicembre, la Polizia di Stato ha eseguito cinque misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati coinvolti in un’inchiesta su rapina, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, nonché favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le misure sono state eseguite a seguito di indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Torino, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Torino.
Le indagini, che hanno preso avvio nel maggio 2022, erano incentrate su una rapina commessa da due fratelli albanesi e una donna, anch’essa di nazionalità albanese, ai danni di una prostituta connazionale che operava nel quartiere di Torino. La vittima era stata costretta alla prostituzione dalla stessa donna, che era coinvolta in un circuito di sfruttamento sessuale. La rapina ha messo in luce un più ampio fenomeno di sfruttamento della prostituzione e di condizioni di vita disumane per molte delle giovani coinvolte, tutte vittime di violenze fisiche e psicologiche da parte degli sfruttatori.
Le indagini hanno permesso di svelare una rete di giovani prostitute albanesi costrette a lavorare nelle aree di “Barriera Nizza” e “Madonna di Campagna”. Le donne, spesso in precarie condizioni di salute, erano obbligate a consegnare l’intero ricavato della loro attività agli sfruttatori, che spendevano il denaro in alcool e vizi. L’assoggettamento psicologico delle vittime era talmente forte che, nonostante la distanza fisica, i legami sentimentali con i propri sfruttatori non venivano mai spezzati.
Un altro aspetto emerso dalle indagini è il fenomeno della prostituzione indoor, in cui cittadini italiani complicevano gli sfruttatori albanesi. Questi ultimi, infatti, stipulavano contratti di locazione a nome dei complici italiani, che poi cedevano gli alloggi alle giovani donne per la prostituzione.
In seguito alle indagini, sono stati emessi provvedimenti restrittivi a carico di nove persone. Tre dei destinatari, tutti albanesi, sono stati arrestati e condotti in carcere, mentre due cittadini italiani sono stati colpiti dal divieto di dimora nel comune di Torino. Le indagini sono ancora in corso, e il procedimento penale si trova nella fase delle indagini preliminari. La presunzione di non colpevolezza resta in vigore per tutti gli indagati fino a una sentenza definitiva.
L’operazione, che ha fatto luce su un fenomeno grave e diffuso di sfruttamento e violenza, evidenzia l’impegno delle forze dell’ordine nella lotta contro il traffico di esseri umani e la protezione delle vittime di sfruttamento sessuale.
Cronaca
Mazara del Vallo (TP) | Arrestato uomo per droga e detenzione di materiale esplosivo
Lo scorso 25 novembre, un’operazione della Squadra Mobile e del Commissariato di Mazara del Vallo ha portato all’arresto di un uomo di 52 anni, già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati agli stupefacenti. L’uomo è stato trovato in possesso di una significativa quantità di cocaina e crack, oltre a materiale esplosivo custodito nella sua abitazione.
L’operazione è il risultato di un’indagine approfondita, avviata dopo segnalazioni che indicavano l’uomo come figura centrale nello spaccio di droga nei quartieri popolari della città. Gli agenti, dopo un periodo di osservazione, hanno fermato il sospettato fuori dalla sua abitazione e successivamente hanno proceduto a una perquisizione domiciliare.
All’interno dell’abitazione sono stati rinvenuti circa 250 grammi di cocaina, 35 grammi di crack, strumenti per il confezionamento della droga e 2000 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività illecita. Oltre alle sostanze stupefacenti, è stato sequestrato un quantitativo significativo di materiale esplosivo, tra cui una miccia artigianale da 550 grammi e 40 petardi di tipo professionale Cobra 6.
A seguito del sequestro e in considerazione della pericolosità del materiale rinvenuto e dei precedenti penali dell’arrestato, il soggetto è stato trasferito in carcere. Il giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura di Marsala, ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare.
L’intervento si inserisce in una strategia di contrasto allo spaccio di stupefacenti e alla gestione illegale di materiali pericolosi, confermando l’impegno delle autorità nel garantire la sicurezza della comunità mazarese.
Cronaca
Arezzo | Zona Saione: sospesa per 15 giorni l’attività di un circolo privato
Il Questore di Arezzo, Maria Luisa Di Lorenzo, ha disposto la sospensione temporanea della licenza per la somministrazione di alimenti e bevande a un circolo privato situato nella zona di Saione. La decisione, in vigore per quindici giorni, è stata adottata in seguito a un controllo congiunto svolto da diverse forze dell’ordine, che hanno riscontrato gravi irregolarità.
Durante l’operazione, condotta dalla Squadra Amministrativa e dalla Squadra Mobile della Questura, con il supporto della Guardia di Finanza e del Nucleo Cinofili, sono state rinvenute sostanze stupefacenti in possesso del presidente del circolo, nascoste sia sulla sua persona sia all’interno dei locali dell’associazione.
Il provvedimento riflette la necessità di tutelare la sicurezza e il benessere dei cittadini, poiché il circolo è stato giudicato un elemento di rischio per l’ordine pubblico. La misura, finalizzata a preservare la moralità e il buon costume, sottolinea l’impegno delle autorità nel contrastare attività che possono costituire un pericolo per la collettività.
L’intervento rappresenta un segnale chiaro contro l’uso improprio di spazi associativi e mira a ristabilire un clima di sicurezza nella zona di Saione.
Cronaca
Bergamo | Emessi 11 DACUR per contrastare la violenza nei pressi di bar e locali pubblici
Nel mese di novembre, la Questura di Bergamo ha intensificato le misure per arginare episodi di violenza nelle aree urbane, emettendo 11 provvedimenti di DACUR (Divieto di Accesso ai Centri Urbani), noti come “Daspo Urbano”. Queste disposizioni, volte a prevenire comportamenti pericolosi nei pressi di bar e locali pubblici, hanno coinvolto persone di età compresa tra 16 e 52 anni, responsabili di reati come minacce, risse, lesioni personali e danneggiamenti.
I provvedimenti, con una durata variabile da uno a tre anni, sono stati in alcuni casi accompagnati dall’obbligo di firma. Tra gli episodi più recenti si segnala un grave caso di aggressione compiuto da tre minorenni di Paladina, identificati come autori dell’atto violento avvenuto nelle vicinanze di un bar locale. Per due di questi ragazzi, già con precedenti per reati contro il patrimonio, è stato emesso anche un avviso orale, misura introdotta con il “Decreto Caivano” (D.L. 123/2023), che mira a rafforzare il contrasto alla criminalità minorile.
Questa operazione rappresenta un segnale di fermezza delle autorità, impegnate a garantire la sicurezza e la vivibilità nei centri urbani di Bergamo e provincia. L’obiettivo è dissuadere comportamenti antisociali e rafforzare la tutela dei cittadini frequentatori di locali pubblici.
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