Cronaca

Torino | Al Salone del Libro vede Elena Cecchettin e, con il rosario in mano, le urla “vade retro Satana”

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“È arrivato il momento di sfidare l’idea stessa di potere e di esplorare altre forme di autorità, quelle che non si fondano sull’oppressione e sulla coercizione.” Questo è l’appello di Elena Cecchettin, attivista e sorella di Giulia, tragicamente scomparsa l’11 novembre 2023 per mano dell’ex fidanzato Filippo Turetta. Le sue parole risuonano sul palco dell’Arena Robinson Repubblica al Salone del Libro di Torino, dove ha tenuto un monologo di dieci minuti dedicato alla resistenza e all’autodeterminazione.

Indossa una maglietta nera con la scritta “Stop al genocidio” e i capelli raccolti in trecce, mentre legge il suo discorso, visibilmente commossa. In prima fila, il padre Gino Cecchettin, presente al Salone con “Cara Giulia” (Rizzoli), il libro scritto insieme a Marco Franzoso. Il pubblico ascolta in silenzio, ma poi si apre un dialogo con Alessandra Chiricosta sulla Resistenza femminista: la potenza di reclamare il proprio spazio. Ad un certo punto, una contestatrice irrompe sulla scena urlando “Vade retro Satana. Il patriarcato è un insulto in confronto a voi. Le bestie hanno mantenuto l’istinto materno, voi invece uccidete i vostri figli”, brandendo un rosario. Dopo essere stata allontanata, ritorna: “Giù le mani dai bambini. Non si uccidono”.

Un breve momento di scompiglio, ma l’incontro continua. Elena riflette: “Penso che tutto il corpo della donna sia sotto attacco. Guerra nella guerra. Quando si tratta di conquistare territori, lo stupro è considerato arma di guerra. Un modo per dimostrare di essere più potenti”. Pur rifiutandosi di parlare con i giornalisti o farsi fotografare, le sue parole e la sua presenza lasciano un’impronta indelebile nell’arena del dibattito pubblico.

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