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Cronaca

Taranto | Sequestrati 170.000 prodotti pericolosi

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In un’importante operazione volta a tutelare la salute dei consumatori, il Gruppo della Guardia di Finanza di Taranto e la Compagnia di Manduria hanno effettuato una serie di controlli mirati, che hanno portato al sequestro di oltre 170.000 articoli potenzialmente pericolosi. L’operazione si è svolta presso cinque esercizi commerciali situati nelle città di Taranto, Statte, San Giorgio Jonico, Manduria e San Pietro in Bevagna.

Tra i prodotti sequestrati figurano accessori per la telefonia, articoli di ferramenta e cancelleria, tutti privi delle informazioni obbligatorie previste dal Codice del Consumo. Secondo questa normativa, i prodotti destinati al pubblico devono includere dettagli essenziali come il nome del prodotto, l’identificazione del produttore e l’eventuale presenza di sostanze nocive. La mancanza di tali indicazioni rappresenta una grave violazione delle norme a tutela della sicurezza e della salute.

Al termine delle verifiche, i responsabili delle attività commerciali coinvolte sono stati segnalati alle autorità competenti. Le indagini proseguono con l’obiettivo di smantellare la rete di distribuzione e produzione che alimenta il commercio di questi beni illeciti, oltre a garantire il recupero fiscale dei guadagni illegittimi ottenuti.

Questa operazione sottolinea l’importanza di mantenere alta l’attenzione sui prodotti immessi sul mercato, al fine di proteggere i consumatori e salvaguardare le imprese che operano nel rispetto delle leggi.

Cronaca

Tragica scoperta nei boschi: trovato senza vita Sergio Brogiato

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La comunità di San Mauro Torinese è in lutto per la morte di Sergio Brogiato, un elettricista di 45 anni, il cui corpo è stato rinvenuto nei boschi di Verolengo dopo giorni di preoccupata attesa. L’uomo era scomparso lo scorso 29 ottobre e le circostanze della sua scomparsa hanno sollevato una serie di interrogativi e angoscia tra i familiari e gli amici.

Secondo quanto emerso, Brogiato si era allontanato dalla sua auto a Torino, lasciando all’interno il marsupio contenente documenti e cellulare. La sua assenza si era verificata dopo una discussione con la moglie, con cui viaggiava, portando a una mobilitazione per le ricerche. La moglie aveva persino lanciato un appello durante un episodio del programma “Chi l’ha Visto?”, sperando di ricevere notizie sul marito.

Le prime indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Chivasso suggeriscono che la morte di Brogiato possa essere stata un gesto volontario, ma saranno necessari ulteriori accertamenti per chiarire i dettagli e le motivazioni alla base della sua scomparsa e del successivo ritrovamento. La notizia della sua morte ha scosso non solo la famiglia ma l’intera comunità, che si unisce nel cordoglio per la perdita di un caro amico e vicino.

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Cronaca

Omicidio a San Sebastiano al Vesuvio: la confessione del 17enne e il riferimento di Geolier

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Un tragico episodio ha colpito San Sebastiano al Vesuvio, dove un giovane di 19 anni, Santo Romano, è stato ucciso nella notte di sabato. La drammatica confessione del presunto assassino, un ragazzo di 17 anni, ha aggiunto ulteriore dolore a un già complesso contesto di violenza giovanile.

Dopo un iniziale tentativo di negare le sue responsabilità, il giovane ha finalmente ammesso di essere l’autore del delitto. In un’interrogazione presso la Procura dei Minori, ha rivelato di aver acquistato l’arma utilizzata nell’omicidio in un campo rom. Le accuse a suo carico sono gravi: omicidio, porto e detenzione di armi, oltre a violazioni riguardanti la droga. Durante il sequestro della vettura da cui ha sparato, sono stati trovati anche 3,4 grammi di marijuana e un bilancino di precisione, aggiungendo un ulteriore strato di preoccupazione alla sua già complicata situazione legale.

Il ragazzo, proveniente dal quartiere di Barra, era già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati alla droga e ora si trova in un centro di prima accoglienza, in attesa di ulteriori sviluppi legali.

La morte di Santo Romano ha scosso la comunità locale e ha richiamato l’attenzione di figure pubbliche come il rapper Geolier, un artista di riferimento per i giovani napoletani. Con un messaggio semplice ma potente, condiviso attraverso una storia su Instagram, Geolier ha esortato alla riflessione e all’azione, scrivendo “Basta” su uno sfondo nero, esprimendo così il suo dissenso verso la violenza e l’illegalità che permeano la vita di molti giovani nella sua città.

Questo tragico episodio evidenzia ancora una volta la necessità di affrontare le problematiche giovanili legate alla violenza e alla criminalità, e sottolinea l’importanza del dialogo e della prevenzione nelle comunità, specialmente in contesti vulnerabili.

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Cronaca

Fabrizio Miccoli ritorna a Palermo tra storia calcistica e polemiche

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Fabrizio Miccoli, il miglior marcatore della storia del Palermo, è tornato nel capoluogo siciliano in un momento significativo, coincidente con il 124esimo anniversario della nascita del club rosanero. L’ex attaccante, che ha scritto pagine importanti della storia calcistica della squadra, ha incontrato Maria Falcone presso la sede della Fondazione Falcone, un gesto che riporta alla luce il suo legame con la città e le sue complessità.

Domenica 3 novembre, Miccoli assisterà alla partita tra Palermo e Cittadella allo stadio “Renzo Barbera”, ritornando in un impianto che ha visto i suoi trionfi e i suoi momenti più memorabili. Tuttavia, il suo ritorno non è esente da polemiche.

Infatti, l’ex calciatore è al centro di un controverso capitolo legato alla giustizia. Miccoli è stato condannato a tre anni e sei mesi di carcere per estorsione aggravata dal metodo mafioso, un caso che ha suscitato forti reazioni in Sicilia e oltre. La condanna è scaturita da un episodio in cui l’ex calciatore ha chiesto a Mauro Lauricella, figlio di un boss mafioso, di recuperare una somma di denaro attraverso metodi non leciti. Durante le intercettazioni, Miccoli ha anche usato parole infelici nei confronti di Giovanni Falcone, un’affermazione che ha pesato molto sul suo ritorno.

Nonostante il suo passato controverso, il ritorno di Miccoli a Palermo è un evento significativo per i tifosi e per il mondo del calcio. La sua visita alla Fondazione Falcone è un tentativo di riconciliazione con una città che ha sempre avuto un rapporto complesso con il suo passato e le sue figure pubbliche. La presenza di Miccoli allo stadio rappresenta un incontro tra la sua eredità sportiva e le sfide sociali e morali che la città continua ad affrontare.

Il futuro di Miccoli, ora in libertà vigilata dopo aver ottenuto un affidamento in prova, rimane incerto. Tuttavia, il suo ritorno nella città che lo ha accolto come un eroe calcistico è un segnale di una storia che continua a scriversi, tra successi e difficoltà.

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