Cronaca
Spari a San Sebastiano al Vesuvio (NA): un ragazzo di 19 anni ucciso in una lite
Nella notte tra il 1° e il 2 novembre, un tragico episodio di violenza ha scosso San Sebastiano al Vesuvio, un comune in provincia di Napoli. Santo Romano, un giovane di 19 anni, è stato colpito da un proiettile al petto durante una sparatoria che ha avuto luogo al termine di un litigio tra diversi gruppi di giovani.
Il fatto è avvenuto poco dopo la mezzanotte e ha immediatamente allertato le forze dell’ordine e i soccorsi. Nonostante i tentativi di rianimazione, il ragazzo è deceduto poco dopo il suo arrivo all’ospedale, lasciando una comunità sconvolta da un episodio così violento e inaspettato. Un altro giovane, anch’esso di 19 anni e originario di Napoli, è stato ferito a un gomito. Fortunatamente, le sue condizioni non destano preoccupazioni e non è in pericolo di vita.
Questo tragico evento riaccende il dibattito sulla sicurezza e sulla crescente violenza tra i giovani, sollevando interrogativi sulle dinamiche sociali che possono portare a simili atti estremi. Gli inquirenti sono ora al lavoro per fare luce su quanto accaduto e per identificare eventuali responsabili di questa sparatoria.
Cronaca
Arrestata donna con documenti falsi e beni rubati: sequestrati 5.000 euro, gioielli e un Rolex da 30.000 euro
I Carabinieri della Stazione di Roma La Storta, insieme ai colleghi di San Vittorino Romano, hanno arrestato una donna italiana di 34 anni, con precedenti, accusata di possesso e fabbricazione di documenti falsi, furto aggravato e ricettazione. L’arresto è avvenuto in flagranza del reato, durante un controllo, quando la donna è stata trovata in possesso di una carta d’identità falsa, che riportava generalità diverse da quelle reali, e che aveva usato per cercare di evitare l’esecuzione di due ordini di carcerazione a suo carico. I due ordini erano legati a reati di furto in abitazione, uno commesso a Nettuno nel 2017 e l’altro a Cisterna di Latina nel 2019. La donna deve scontare una pena residua di 4 anni di reclusione.
Durante una perquisizione personale e domiciliare, i Carabinieri hanno trovato e sequestrato oltre 5.000 euro in banconote, alcune delle quali erano macchiate con inchiostro anti-rapina. Inoltre, sono stati rinvenuti diversi monili in oro di grande valore, un orologio Rolex Daytona in oro del valore di circa 30.000 euro, di probabile provenienza illecita, e un’auto Audi RS Q3 Sportback dal valore di circa 80.000 euro, a lei in uso. L’auto, sospettata di essere stata utilizzata per commettere crimini, conteneva due maschere da clown, probabilmente destinate a travisarsi.
Cronaca
Terni, scoperti 15 lavoratori “in nero” in un’azienda agricola: maxi sanzione e sospensione dell’attività
Proseguono i controlli da parte della Guardia di Finanza di Terni per contrastare il lavoro sommerso e irregolare. Nell’ambito di un’operazione finalizzata alla verifica delle condizioni lavorative, i militari del Gruppo di Terni, coordinati dal Comando Provinciale, hanno effettuato un’ispezione in un’azienda agricola che si occupa anche del confezionamento di articoli da regalo in vista delle festività natalizie. Durante il controllo, sono stati riscontrati gravi irregolarità relative alla regolarità contrattuale dei dipendenti.
Dei 25 lavoratori presenti nell’azienda, ben 15 risultavano essere privi di contratto di lavoro, ossia impiegati “in nero”. Tale irregolarità ha superato la soglia del 10% prevista dalla normativa, motivo per cui è stato emesso un provvedimento di sospensione dell’attività da parte degli Uffici del Lavoro competenti. Inoltre, il datore di lavoro è stato multato con una maxi sanzione, e a carico dell’azienda sono state inflitte sanzioni amministrative per un importo complessivo superiore ai 30.000 euro.
Questo intervento rientra in un piano di contrasto al lavoro sommerso che ha visto, nel corso dell’anno, l’identificazione di 28 lavoratori “in nero”, 16 lavoratori “irregolari” e 14 datori di lavoro verbalizzati per l’impiego di manodopera non conforme alle normative. La lotta contro il lavoro irregolare e le frodi in danno del sistema previdenziale è infatti uno degli obiettivi prioritari della Guardia di Finanza, che continua a monitorare attentamente le realtà produttive del territorio per tutelare i diritti dei lavoratori e garantire la leale concorrenza tra le imprese.
La presenza di lavoratori “in nero” non solo costituisce una grave violazione delle leggi sul lavoro, ma danneggia anche le aziende che operano nel rispetto delle normative e priva i lavoratori delle dovute tutele in termini di retribuzione, contributi previdenziali e diritti contrattuali. La Guardia di Finanza, con queste operazioni, mira a contrastare efficacemente questi fenomeni di illegalità, proteggendo così sia gli imprenditori onesti che i lavoratori.
Cronaca
Sequestro di beni per oltre 3 milioni di euro a Vincenzo Zagami: abusi e reati contro il patrimonio
I carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito un decreto di sequestro di prevenzione finalizzato alla confisca a carico di Vincenzo Zagami, pregiudicato per reati contro il patrimonio, la pubblica amministrazione, l’amministrazione della giustizia e la fede pubblica. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Bari su richiesta della Procura di Trani, riguarda l’individuo accusato, fin dagli anni Novanta, di aver esercitato abusivamente la professione di avvocato e commesso vari altri reati, per alcuni dei quali è già stata emessa una condanna definitiva.
Il patrimonio sottratto alla sua disponibilità è valutato oltre tre milioni di euro e comprende due società immobiliari, due appartamenti in Costa Azzurra e uno ad Alessandria, numerosi veicoli di lusso, tra cui Ferrari GT, Lamborghini Murcielago, Porsche Cayenne, Audi A8, Range Rover Sport e una moto Harley Davidson.
Il sequestro è stato disposto sulla base degli accertamenti patrimoniali condotti dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bari, che hanno ricostruito la carriera e gli introiti di Zagami e della sua famiglia, evidenziando l’origine illecita della sua ricchezza, accumulata in oltre 30 anni attraverso reati come esercizio abusivo della professione, falsità materiale, truffa continuata e appropriazione indebita.
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