Cronaca
Sondrio | Donna morta sulla zipline: “Decesso per traumi e non per malore”
Nessun infarto o altro malore è stato riscontrato come causa della morte della donna che il 9 maggio scorso è precipitata da una zipline a Bema, in Valtellina. Secondo quanto spiegato dal procuratore di Sondrio dopo l’autopsia sul corpo di Ghizlane Moutahir, la morte è avvenuta a seguito dei traumi riportati nella caduta. Attualmente, ci sono cinque indagati per omicidio colposo.
L’esame autoptico ha confermato che la 41enne, di origini marocchine e residente a Sant’Angelo Lodigiano (Lodi), non è morta prima di cadere dall’aerofune Fly Emotion, ma è deceduta a causa dell’impatto con il suolo. Il medico legale ha dichiarato che “è possibile formulare cautamente alcune valutazioni, per la nettezza dei primi risultati macroscopici”, evidenziando segni chiari di decesso per poli-traumatismi da precipitazione e l’assenza di segni che suggeriscano un malore precedente alla caduta.
Dalle testimonianze e dai video girati durante l’incidente, si vede la donna aggrappata all’imbracatura a una ventina di metri dall’arrivo. Nonostante i suoi sforzi, è precipitata nel vuoto sotto gli occhi dei suoi nipoti e delle altre persone presenti in loco.
Le indagini si concentrano ora sull’imbraco e sul suo corretto utilizzo. Si sta verificando se l’imbracatura fosse stata inserita correttamente e se la donna indossasse tutti i dispositivi di sicurezza necessari, specialmente nella parte inferiore del corpo, sostenuta solo dalle staffe per i piedi.
Cronaca
Ladri rubano cavi di rame da impianto fotovoltaico a Piedimonte San Germano: inseguimento e fuga nei campi
Nella notte tra sabato 23 e domenica 24, una banda di ladri ha compiuto un furto di cavi di rame da un impianto fotovoltaico situato a Piedimonte San Germano, causando un danno ingente all’impresa proprietaria, la cui entità è ancora in fase di valutazione.
I malviventi, a bordo di un furgone bianco, stavano cercando di allontanarsi con la refurtiva quando sono stati intercettati da due pattuglie dei Carabinieri della Compagnia di Cassino, che hanno dato il via a un inseguimento durato diversi chilometri. Durante la fuga, i ladri hanno abbandonato il furgone in corsa, facendo perdere le loro tracce e scappando a piedi nelle campagne circostanti.
I Carabinieri della Sezione Radiomobile del N.O.R., supportati dalla Stazione di Piedimonte San Germano, hanno poi accertato che il furgone, un Fiat Ducato, era stato rubato lo scorso mese di luglio a Castel di Sangro (AQ), come confermato dalla denuncia del proprietario. Sia il veicolo che la refurtiva sono stati restituiti ai legittimi proprietari.
L’operazione rientra nell’impegno quotidiano dei Carabinieri della Compagnia di Cassino nella prevenzione e repressione dei reati, in particolare quelli contro il patrimonio. Le indagini continuano per identificare i responsabili e contrastare ulteriori attività criminose nella zona.
Cronaca
Sequestrato ingente quantitativo di materiale pirotecnico a Thiene: un arresto
In vista delle prossime festività, i militari del Comando Provinciale di Vicenza hanno intensificato i controlli per contrastare il fenomeno dell’indebita detenzione e commercializzazione di prodotti pirotecnici. Nella giornata di ieri, i militari della Tenenza di Thiene hanno effettuato una perquisizione che ha portato al sequestro di un’ingente quantità di materiale esplodente detenuto illegalmente.
Durante l’operazione, è stato individuato un cittadino italiano residente nel comune di Thiene, che deteneva 46 confezioni di prodotti pirotecnici, per un totale di 32,238 kg di esplosivo. Il materiale, privo di alcuna specifica autorizzazione, è stato rinvenuto in un’abitazione e nel garage annesso. Poiché la quantità di esplosivo era superiore al limite consentito per i soggetti privi di licenza, i militari hanno sequestrato il materiale e denunciato il responsabile alla Procura della Repubblica di Vicenza per il reato di illecita detenzione di esplosivi e omessa denuncia all’Autorità competente.
L’operazione sottolinea l’impegno quotidiano della Guardia di Finanza nella lotta contro ogni forma di illegalità, in particolare nei periodi festivi, quando il rischio di incidenti legati all’uso illegale di fuochi d’artificio è maggiore. Le Fiamme Gialle continueranno a intensificare il loro controllo per garantire la sicurezza della cittadinanza.
Si precisa che, in base al principio della presunzione di innocenza, la responsabilità dell’indagato sarà accertata soltanto a seguito di una sentenza definitiva di condanna. Il comunicato è stato diffuso a seguito dell’autorizzazione della competente Autorità Giudiziaria, per motivi di pubblico interesse.
Cronaca
Truffa finanziaria: scoperta abusiva attività di consulente con oltre 160.000 euro raccolti illecitamente
Il Comando Provinciale di Chieti, a seguito di un’approfondita attività info-investigativa, ha smascherato una truffa messa in atto da una donna di 56 anni, residente a Ortona, che esercitava abusivamente l’attività di consulente finanziario. La donna, sfruttando la sua posizione di fiducia, ha raccolto oltre 160 mila euro promettendo investimenti altamente redditizi all’estero, che si sono poi rivelati del tutto inesistenti.
L’ortona, presentandosi come consulente, ha indotto i propri clienti – principalmente residenti in provincia di Chieti – a investire in progetti fraudolenti, mascherati da piani di accumulo e prestiti con promesse di rendimenti straordinari, arrivando a garantire guadagni fino al 2000%. In realtà, invece di destinare il denaro a investimenti reali, la donna ha trasferito il denaro tramite operazioni di Money Transfer verso il Senegal, utilizzando una tecnica di frazionamento delle somme, conosciuta come “smurfing”, per aggirare le normative antiriciclaggio.
Le indagini condotte dalla Tenenza di Ortona, sotto il coordinamento del Tenente Giancarlo Passeri, hanno portato alla luce oltre 230 trasferimenti di denaro tra il 2015 e il 2023, per un ammontare totale superiore ai 160 mila euro. Grazie all’uso delle banche dati fiscali e valutarie, è emerso che la donna, oltre a condurre l’attività truffaldina, aveva anche percepito il reddito di cittadinanza per oltre quattro anni, grazie a dichiarazioni false riguardanti i propri redditi e la situazione familiare. Tale comportamento ha causato un danno alle casse dello Stato per più di 18 mila euro.
La donna è stata segnalata alla Procura della Repubblica di Chieti e rischia ora una condanna penale per esercizio abusivo dell’attività finanziaria, autoriciclaggio e illecita percezione del reddito di cittadinanza. Inoltre, potrebbe essere soggetta a una sanzione amministrativa, con una possibile multa fino a 6,5 milioni di euro.
Il Comandante Provinciale di Chieti, Col. Michele Iadarola, ha sottolineato l’importanza dell’azione della Guardia di Finanza nella lotta contro l’abusivismo bancario e finanziario, mirando a tutelare gli investimenti legittimi e a prevenire le sempre più sofisticate forme di truffa che danneggiano i risparmi dei cittadini.
La donna è, tuttavia, presunta innocente fino a una eventuale sentenza di condanna definitiva.
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