Cronaca
Siccità in Sicilia: sindaci occupano la diga Ancipa per difendere i propri comuni
La crisi idrica in Sicilia ha raggiunto un nuovo livello di tensione con l’occupazione della diga d’Ancipa da parte dei sindaci di Troina, Nicosia, Cerami e Gagliano Castelferrato, nella provincia di Enna. La protesta è stata scatenata dalla decisione della cabina di regia regionale di ripristinare temporaneamente l’erogazione di acqua verso i comuni di Caltanissetta e San Cataldo, lasciando però a rischio idrico i 26mila abitanti dei comuni dell’Ennese che dipendono esclusivamente da questa diga.
Sul luogo della protesta è intervenuto anche Sebastiano Venezia, parlamentare regionale, che ha espresso la sua rabbia sui social, accusando le istituzioni regionali di aver abbandonato il territorio. “Ci siamo assunti la responsabilità di non lasciare senza acqua 26mila cittadini”, ha dichiarato Venezia, aggiungendo che l’occupazione proseguirà “a oltranza”. Durante l’azione, i manifestanti hanno staccato un quadro elettrico, minacciando l’interruzione del flusso idrico dalla diga, un gesto simbolico che però non ha ancora bloccato del tutto l’erogazione.
La situazione si inserisce in un contesto di estrema emergenza. Il 2024 ha visto la Sicilia affrontare la peggiore siccità degli ultimi vent’anni, con gravi ripercussioni per circa due milioni di abitanti. Le province di Enna, Caltanissetta e Agrigento sono tra le più colpite, con razionamenti che stanno mettendo a dura prova la popolazione. La diga Ancipa, una delle infrastrutture idriche più importanti dell’isola, è ormai in sofferenza, e la sua capacità di 50 milioni di metri cubi non basta a fronteggiare le necessità di tutte le comunità che ne dipendono.
Nonostante le preoccupazioni degli amministratori locali, Siciliacque, la società che gestisce la distribuzione idrica, ha assicurato che l’acqua continuerà ad arrivare ai comuni di Caltanissetta e San Cataldo come stabilito dalla cabina di regia. Secondo l’azienda, l’intervento dei sindaci non ha chiuso la condotta dell’Ancipa, limitandosi a disattivare un quadro elettrico senza interrompere il flusso.
Tuttavia, il timore per il futuro resta alto. I sindaci dell’Ennese e i cittadini coinvolti nella protesta temono che, nei prossimi giorni, i loro territori possano rimanere a secco, aggravando una situazione già critica. Intanto, la mobilitazione prosegue, con il supporto di centinaia di cittadini e attivisti che chiedono soluzioni immediate e durature.
Questa vicenda mette in evidenza le difficoltà nella gestione delle risorse idriche in Sicilia, aggravate dai cambiamenti climatici e da una pianificazione infrastrutturale inadeguata. La protesta non è solo una battaglia per l’acqua, ma un grido di allarme sulla necessità di politiche più giuste e sostenibili per garantire il diritto all’acqua in un’isola sempre più provata dalla crisi climatica.
Cronaca
Bari | Operazione antidroga: 8 arresti per traffico internazionale di stupefacenti
I Carabinieri del Comando Provinciale di Bari, con il supporto di diverse unità specializzate, hanno portato a termine una grande operazione contro un’organizzazione criminale internazionale dedita al traffico di droga. L’operazione ha visto l’esecuzione di misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica Direzione Distrettuale Antimafia, con l’arresto di 8 indagati accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
L’inchiesta ha svelato un’organizzazione ben radicata e sofisticata, con legami internazionali che collegano l’Albania, la Spagna, il Belgio, la Germania e l’Italia. Tra marzo e agosto 2023, l’organizzazione è riuscita a importare ingenti quantitativi di cocaina e marijuana, trasportandoli fino alla Puglia, dove le principali basi operative dell’organizzazione erano stabilite. Da lì, la droga veniva distribuita nelle piazze di spaccio locali e nelle aree limitrofe, con un volume d’affari stimato in oltre un milione di euro al mese.
Le indagini sono partite a seguito di un accoltellamento avvenuto a Viareggio nel 2022, che ha portato alla scoperta di un traffico di droga su larga scala. L’intensa attività investigativa, che ha incluso intercettazioni telefoniche e video, ha permesso di delineare l’intero schema dell’organizzazione, rivelando anche i ruoli specifici dei membri coinvolti. Alcuni narcotrafficanti albanesi erano i principali responsabili del coordinamento delle operazioni tra Albania e Italia, utilizzando rotte via mare e via terra.
Nel corso delle indagini, i Carabinieri hanno effettuato numerosi interventi che hanno portato alla cattura di sei membri del gruppo e al sequestro di oltre 15 kg di cocaina, 2 kg di marijuana, armi e munizioni. Inoltre, durante le perquisizioni, è stato sequestrato un ingente ammontare di denaro contante, ritenuto provento dell’attività illecita.
L’organizzazione aveva una struttura ben organizzata, con depositi di droga gestiti da fiduciari locali nelle città di Barletta, Modugno e Mola di Bari. Le operazioni di vendita venivano coordinate da acquirenti stabili incaricati di distribuire lo stupefacente nelle piazze di spaccio pugliesi, mentre i guadagni venivano trasferiti in Albania.
L’operazione si inserisce in un quadro più ampio di contrasto al narcotraffico, con l’obiettivo di smantellare le reti di distribuzione della droga che operano tra l’Italia e l’estero. I membri arrestati sono stati sottoposti a misure cautelari, con otto indagati in carcere e uno agli arresti domiciliari. Le indagini sono ancora in corso e l’inchiesta proseguirà per verificare ulteriori responsabilità e per raccogliere ulteriori prove. La responsabilità degli indagati dovrà essere accertata in sede di processo.
Cronaca
Brescia | Furto aggravato, arrestato un 39enne durante il controllo notturno
Un’operazione di controllo del territorio condotta dalla Polizia di Stato ha portato all’arresto di un uomo di 39 anni, accusato di furto aggravato. L’episodio è avvenuto nei giorni scorsi, durante il consueto servizio notturno a Brescia. La vicenda ha preso il via quando una pattuglia della Questura di Brescia, impegnata nel monitoraggio della zona, ha notato un individuo incappucciato che si allontanava in modo sospetto da un esercizio commerciale situato in via XXV aprile.
Nel frattempo, il sistema di allarme Verisure ha inviato una segnalazione al 112, informando le forze dell’ordine della presenza di una persona all’interno del negozio. I poliziotti si sono immediatamente recati sul posto, scoprendo che la vetrina del negozio era stata danneggiata e che c’erano tracce di sangue sui vetri. La conferma del furto è arrivata dal proprietario, che ha riferito la scomparsa di 260 euro dal registratore di cassa.
Le indagini hanno portato a una rapida identificazione dell’autore del furto. Una seconda volante, inviata a supporto, ha rintracciato l’uomo in una zona limitrofa, trovandolo in possesso esatto della somma rubata e con ferite agli arti, probabilmente causate durante l’effrazione. L’individuo è stato immediatamente arrestato e portato in Questura, dove è stato interrogato.
A seguito dell’udienza di convalida, il 39enne è stato formalmente arrestato con l’accusa di furto aggravato. Questo episodio dimostra l’efficacia del sistema di controllo del territorio e l’importanza della sinergia tra le forze dell’ordine e i sistemi di sicurezza privati nel prevenire e reprimere crimini contro il patrimonio.
Cronaca
Como | Scoperta rete di vendita prodotti di alta moda contraffatti: denunciata una donna
Nell’ambito delle attività di tutela dei consumatori e della proprietà intellettuale, i Finanzieri del Comando Provinciale di Como hanno portato a termine un’importante operazione contro il commercio di articoli falsificati, arrestando una giovane donna di 37 anni, residente a Cermenate. La donna, priva di partita IVA, gestiva un vero e proprio business illecito di vendita di prodotti di alta moda contraffatti, commercializzandoli tramite piattaforme social e portali di e-commerce.
L’indagine, condotta dal Gruppo Ponte Chiasso, ha portato alla scoperta di una serie di articoli di abbigliamento e accessori contraffatti venduti a prezzi irregolari rispetto al valore di mercato. La donna pubblicava gli oggetti su gruppi Facebook locali, raggiungendo numerosi acquirenti con offerte apparentemente vantaggiose. In seguito ad attività di monitoraggio e appostamenti, i militari hanno intercettato un scambio di merce in un parcheggio, rinvenendo un portadocumenti del marchio “Louis Vuitton”.
Ulteriori perquisizioni hanno permesso di recuperare altre borse e articoli di lusso falsificati, tra cui marchi prestigiosi come “Gucci” e “Louis Vuitton”, pronti per essere immessi nel mercato. Nel corso dell’operazione sono stati trovati anche 54 articoli nascosti nell’abitazione della donna, tra cui capi di griffe come Chanel, Hermes, e Prada.
La venditrice è stata denunciata per il reato di commercio di prodotti con segni falsi, in violazione dell’articolo 474 del codice penale. Le indagini hanno messo in evidenza come la contraffazione, specialmente quando avviene tramite canali online legittimi, continui a rappresentare una grave minaccia per l’economia e per i produttori italiani, alimentando una concorrenza sleale e danneggiando la qualità e la reputazione del made in Italy.
L’operazione rientra nelle attività di contrasto dei reati legati alla proprietà intellettuale e industriale, che le Fiamme Gialle portano avanti con crescente impegno per tutelare i consumatori e garantire la sicurezza dei mercati.
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