Cronaca
Saman Abbas | Il padre accusa lo zio: “dica la verità, dovevamo solo pestare il fidanzato”
Da dietro le sbarre, dove sta scontando una condanna all’ergastolo per l’omicidio della figlia Saman, Shabbar Abbas continua a sostenere la sua innocenza e a negare fermamente di aver mai considerato di uccidere sua figlia. Al contrario, afferma di essere determinato a ottenere giustizia per lei. Rivolge le sue accuse verso suo fratello (e zio della ragazza), Danish Hasnain, esortandolo a “dire la verità”, e per la prima volta coinvolge i cugini Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz, indicandoli presenti a Novellara la sera del delitto.
Il 19 aprile, prima che fossero depositate le motivazioni della sentenza della Corte d’Assise di Reggio Emilia che lo ha condannato, insieme alla moglie Nazia Shaheen, all’ergastolo, mentre suo fratello Danish, dopo 14 anni, è stato assolto e rilasciato, e i cugini imputati sono stati scagionati, Shabbar Abbas ha richiesto di rilasciare nuove dichiarazioni spontanee agli inquirenti di Reggio Emilia dal suo carcere. Questo nuovo verbale è stato depositato in previsione degli atti di appello. Ha ribadito il suo desiderio di conoscere l’identità di chi ha ucciso sua figlia, esprimendo i suoi sospetti nei confronti dei tre parenti: “Quando ho saputo che erano fuggiti tutti e tre dal Pakistan, ho capito che sono stati loro, non ho dubbi”. Tuttavia, ha ammesso di non avere prove dirette di chi ha commesso il delitto, poiché non ha assistito personalmente alla scena. Ha quindi sollecitato suo fratello: “Perché non dici la verità, Danish? Lui sa tutto”.
Successivamente, Shabbar è tornato sulla sua versione degli eventi della sera del 30 aprile 2021, l’ultima sera di Saman. Ha spiegato di aver discusso con suo fratello Danish Hasnain al telefono, in attesa del fidanzato di Saman, Saqib, che sarebbe venuto a prendere la ragazza. Il piano era di dare una lezione al giovane: a Danish “ho detto di non picchiarlo così forte da far venire un’ambulanza, ma di picchiarlo per spaventarlo”. Danish gli avrebbe confermato che si sarebbe occupato della situazione insieme ai cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. Shabbar ha poi raccontato i dettagli della serata, spiegando che è uscito di casa con Saman e sua moglie Nazia, ma poi solo sua moglie è andata avanti con la figlia, poiché Saman non voleva che suo padre vedesse chi la stava venendo a prendere. Ha poi dichiarato di non aver sentito né visto nulla, scoprendo della morte della figlia solo quando era in Pakistan, partito il primo maggio. Quando gli è stato chiesto perché non sia tornato in Italia a quel punto, Shabbar ha risposto di aver ricevuto minacce da un parente di Ikram e di temere per la sicurezza del suo altro figlio, rimasto in Italia. Shabbar è stato estradato a novembre 2022, su mandato di arresto internazionale, mentre sua moglie è ancora latitante.