Cronaca
Roma | Giovane arrestato per tentato omicidio e violenza sessuale su fidanzata
La notte tra sabato e domenica, una ragazza romana di 20 anni ha chiesto aiuto citofonando ai Carabinieri della Stazione di Roma Prenestina, denunciando un grave episodio di violenza da parte del suo fidanzato. Secondo quanto riportato dalla vittima, dopo una violenta discussione, il fidanzato avrebbe tentato di strangolarla utilizzando il filo del caricabatterie del cellulare. Dopo essere riuscita a fuggire, la giovane ha continuato a ricevere messaggi minatori dal ragazzo, contenenti esplicite minacce di morte.
La donna ha inoltre rivelato agli agenti di essere stata vittima di analoghe condotte vessatorie e violente da circa un anno, che non aveva mai denunciato. In una circostanza, ha riferito di essere stata costretta a subire rapporti sessuali contro la sua volontà.
Dopo l’allarme, la ragazza è stata soccorsa e trasportata presso l’Ospedale “San Giovanni Addolorata”, dove è stata sottoposta al protocollo antiviolenza. I medici l’hanno dimessa con una prognosi di 20 giorni.
Immediatamente, i Carabinieri della Stazione di Roma Prenestina, con la collaborazione dei Carabinieri della Stazione di Roma Piazza Dante, hanno attivato il “codice rosso” e hanno avviato le ricerche del fidanzato, un 19enne romano. Ignaro della denuncia, il giovane aveva informato la ragazza che l’avrebbe aspettata sotto l’abitazione in zona Serenissima, dove i due da poco tempo convivevano.
All’appuntamento, tuttavia, invece della ragazza, il giovane si è trovato di fronte i Carabinieri, che lo hanno arrestato in flagranza di reato. È stato gravemente indiziato per i reati di maltrattamenti in famiglia, tentato omicidio e violenza sessuale. Il ragazzo è stato quindi condotto presso la casa circondariale di Roma “Regina Coeli”. Il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto, disponendo per lui gli arresti domiciliari e l’applicazione del braccialetto elettronico.
Cronaca
Ancona | Denuncia e sequestro armi a due guardie giurate in servizio all’aeroporto di Falconara
Questa mattina, la Divisione Polizia Amministrativa e di Sicurezza, insieme alla Squadra Mobile di Ancona, ha effettuato il sequestro delle armi in dotazione a due guardie giurate di 37 e 50 anni, entrambe italiane, che prestavano servizio presso l’Aeroporto di Falconara. L’operazione si è resa necessaria a seguito di una querela presentata da una collega, che ha accusato una delle due guardie di minacce gravi, incluse minacce di morte.
Le indagini condotte nei giorni scorsi dalla Squadra Amministrativa e di Sicurezza della Questura di Ancona hanno confermato la situazione di tensione e il clima di lavoro insostenibile che si era venuto a creare presso l’aeroporto. Le altre guardie giurate, ascoltate dagli inquirenti, hanno confermato le minacce proferite dalla collega denunciata.
Durante l’ispezione di questa mattina, la Polizia ha rinvenuto nella disponibilità di una delle due guardie giurate tre coltelli vietati, di cui due nascosti in una sorta di chiave e uno camuffato come una scheda telefonica. Per questo motivo, oltre al sequestro della pistola d’ordinanza e del titolo di servizio, la guardia è stata denunciata per violazione dell’articolo 4 della legge 110/75, poiché portava con sé armi bianche il cui possesso è vietato fuori dall’abitazione.
L’altra guardia giurata è stata invece deferita all’Autorità Giudiziaria per la mancata denuncia di detenzione, obbligatoria secondo l’articolo 38 del TULPS, poiché la sua arma è stata rinvenuta non presso il suo domicilio, ma nell’abitazione della collega con cui conviveva. Anche in questo caso, le forze dell’ordine hanno proceduto al sequestro dell’arma di servizio e alla revoca del titolo abilitante la qualifica di Guardia Particolare Giurata.
Ora sarà la Prefettura di Roma, in coordinamento con quella di Ancona, a decidere se imporre alle due guardie giurate il divieto di detenzione di armi e munizioni, visto che l’istituto di vigilanza per cui lavorano è titolato con licenza prefettizia ex art. 134 TULPS, rilasciata nella capitale.
Cronaca
Ricordato a Palermo padre Pino Puglisi, ucciso dalla mafia 31 anni fa
Ricordato a Palermo, nel 31esimo anniversario della morte, padre Pino Puglisi, ucciso da Cosa nostra il 15 settembre 1993 nel capoluogo siciliano.
Parroco presso la Chiesa di San Gaetano nel quartiere palermitano di Brancaccio, Don Pino Puglisi, oggi Beato, venne assassinato la sera del 15 settembre 1993, giorno del suo 56esimo compleanno, dal killer di Cosa nostra Salvatore Grigoli che nel 1997, dopo il suo arresto, confessò 46 omicidi, tra cui quello del parroco.
La causa di beatificazione di don Puglisi venne introdotta nel 1999 dall’allora arcivescovo di Palermo il Cardinale Salvatore De Giorgi. Il 28 giugno 2012 Papa Benedetto XVI promulgò il decreto di beatificazione “Super martyrio in odium fidei”. Il 25 maggio del 2013 don Pino Puglisi è stato proclamato Beato.
Le spoglie del Beato Puglisi riposano in un monumento funebre che ricorda una spiga di grano ai piedi dell’altare della cappella dell’Immacolata Concezione nella Chiesa Cattedrale di Palermo.
Cronaca
Regio Calabria | Controlli anti-abusivismo: chiusa attività di vendita irregolare durante le festività mariane
Ieri sera, nella zona di Pentimele a Reggio Calabria, i Carabinieri della Stazione di Archi, in collaborazione con il personale della Polizia Municipale, hanno eseguito una serie di controlli mirati alla prevenzione e contrasto delle attività illecite in occasione delle festività mariane.
L’operazione ha portato alla scoperta di numerose attività commerciali prive delle necessarie autorizzazioni amministrative e sanitarie per la somministrazione di alimenti e bevande. Tra i casi più rilevanti, un 58enne è stato sorpreso a gestire abusivamente un punto vendita ambulante di panini e bevande, senza possedere alcuna licenza né permessi per l’occupazione del suolo pubblico.
A seguito dell’ispezione, l’attività è stata immediatamente chiusa, le attrezzature utilizzate per la vendita sono state sequestrate e all’uomo è stata inflitta una sanzione di oltre 5 mila euro. Inoltre, durante i controlli, è emerso che l’autocarro utilizzato per l’attività commerciale non era coperto da assicurazione. Anche in questo caso, sono state elevate sanzioni ai sensi del Codice della Strada e il mezzo è stato posto sotto sequestro.
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