L’avvocatessa Serena Grassi, 44 anni, è sotto inchiesta per gravi accuse di patrocinio infedele e falso, dopo essere stata accusata di aver ingannato l’attrice ed ex showgirl Randi Ingerman. L’avvocatessa è accusata di aver creato e presentato documenti giuridici falsi per far credere a Ingerman di avere vinto o avviato cause legali che in realtà non esistevano o erano state perse.

Secondo le informazioni pubblicate oggi, la gup di Brescia Federica Brugnara ha fissato l’udienza preliminare per il 5 dicembre, con il pm Giovanni Tedeschi che ha richiesto il rinvio a giudizio dell’imputata. La vicenda ha attirato l’attenzione mediatica, non solo per le accuse mosse, ma anche per il coinvolgimento di due magistrati milanesi, Adriana Cassano Cicuto e Zenaide Crispino, che sarebbero state vittime di falsificazioni di documenti attribuiti erroneamente a loro.

Tra i presunti inganni, Grassi avrebbe fatto credere a Ingerman di aver ottenuto un risarcimento di 277mila euro in una causa contro una banca e di aver presentato ricorsi all’INPS e contro una clinica. In realtà, questi procedimenti non erano stati avviati o erano risultati infruttuosi.

Il caso ha sollevato preoccupazioni sul comportamento professionale e l’etica legale, mettendo in luce le gravi implicazioni di pratiche illegali nel campo del diritto. L’udienza preliminare si preannuncia come un momento cruciale per chiarire le accuse e determinare le eventuali responsabilità della legale.

Nella notte del 21 agosto scorso, intorno alle ore 3:00, la Polizia di Stato ha denunciato un cittadino tunisino di 33 anni per i reati di ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale. Durante un normale servizio di controllo del territorio, la Squadra Volante ha notato l’uomo mentre percorreva Largo Garibaldi a bordo di un ciclomotore, procedendo in contromano.

Nonostante gli agenti gli avessero intimato di fermarsi, l’uomo ha ignorato l’ordine e si è dato alla fuga precipitosa attraverso le vie del centro storico, ignorando la segnaletica stradale e mettendo a rischio la sicurezza di automobilisti e passanti. Dopo un lungo inseguimento, gli agenti sono riusciti a bloccare il 33enne in via Taglio, chiudendogli ogni possibile via di fuga.

Durante le operazioni di identificazione, l’uomo ha opposto resistenza, rifiutandosi di fornire le proprie generalità e un documento di riconoscimento. Per tale comportamento, è stato denunciato anche per inosservanza delle norme sugli stranieri. Inoltre, è stato sanzionato amministrativamente per guida senza patente, mai conseguita, e per violazioni del codice della strada.

Gli accertamenti successivi hanno rivelato che il ciclomotore su cui viaggiava era stato rubato e ne è stata disposta la restituzione al legittimo proprietario, che ne aveva denunciato il furto pochi giorni prima.

Un’importante operazione delle forze dell’ordine ha portato al sequestro di oltre 100 piante di canapa indiana e a una consistente quantità di armamenti e munizioni nella località di Cerasara, a Petilia Policastro, nel crotonese. L’intervento, effettuato dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia, con il supporto di altre stazioni e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, ha avuto inizio durante la notte precedente.

Gli agenti hanno rinvenuto una piantagione di canapa, con arbusti che raggiungevano i 4 metri di altezza. Oltre alla piantagione, sono stati scoperti tre fucili ben conservati e circa 150 munizioni di diverso calibro, nascosti all’interno di tubi di plastica arancioni nelle vicinanze. Le armi sequestrate includono una carabina calibro 22, una doppietta e un fucile calibro 12, due delle quali erano clandestine.

Le autorità stanno ora conducendo accertamenti sulle armi per determinare se siano state utilizzate in attività criminali. Secondo le stime dei militari, la produzione di marijuana ricavabile dalla piantagione avrebbe potuto generare un guadagno di circa 400 mila euro nel circuito illecito.

Questa operazione rappresenta un significativo successo nella lotta contro il traffico di droga e l’uso illecito di armi, dimostrando l’efficacia e la determinazione delle forze dell’ordine nella lotta contro il crimine organizzato.