A Pordenone, un’anziana signora è stata vittima di una truffa organizzata da due giovani campani. I due uomini hanno raggirato la donna convincendola a consegnare tutti i gioielli che aveva in casa, sfruttando uno schema ormai consolidato di truffe agli anziani. Fingendo di rappresentare autorità giudiziarie e usando un tono d’urgenza, i truffatori hanno spaventato la donna, facendole credere che suo figlio fosse coinvolto in un grave incidente stradale che aveva causato gravi danni a una bambina. Per evitare l’arresto del figlio e risarcire la famiglia della bambina, le hanno richiesto il pagamento di una somma importante.
Il contatto iniziale è stato gestito da un uomo che si è finto maresciallo dei Carabinieri, il quale ha raccontato alla signora che suo figlio era sotto processo. Poco dopo, un complice si è spacciato per l’avvocato del figlio, confermando il racconto e specificando che la situazione sarebbe stata risolta con un risarcimento immediato. Quando la signora ha detto di non avere la cifra richiesta, l’uomo ha proposto di usare i suoi gioielli come pegno. In preda all’ansia, la donna ha accettato, e poco dopo un terzo uomo, fingendosi incaricato del tribunale, si è presentato alla sua porta per ritirare i gioielli.
I militari della Guardia di Finanza, durante un normale controllo del territorio, hanno notato uno dei truffatori uscire con un borsello da un edificio e salire in tutta fretta su un’auto guidata da un complice. Insospettiti dal comportamento dei due, i finanzieri hanno seguito l’auto, procedendo poi a un fermo e a una verifica degli occupanti. Nella perquisizione, i gioielli sono stati ritrovati nel borsello e, nonostante i giovani cercassero di giustificarne il possesso dichiarando che appartenessero a una defunta nonna, le forze dell’ordine hanno immediatamente capito che si trattava di refurtiva.
Incrociando le informazioni con altre forze di polizia, la Guardia di Finanza ha subito identificato il furto e avvertito la vittima, che aveva già sporto denuncia. Poco dopo, i gioielli sono stati restituiti alla donna. I due responsabili, fermati dalla Guardia di Finanza e trattenuti su disposizione della Procura, sono stati trasferiti alle carceri di Pordenone e Udine, mentre le indagini proseguono per capire se i due abbiano eseguito altre truffe simili nella provincia.
Questo caso mette in luce l’importanza di denunciare tentativi di truffa e di restare all’erta per evitare episodi simili. La Guardia di Finanza e le forze di polizia ricordano ai cittadini di diffidare da richieste di denaro provenienti da sconosciuti e di segnalare ogni contatto sospetto alle autorità competenti.