Cronaca
Pistoia | Operazione “Longbridge” porta all’arresto di 16 persone per traffico di stupefacenti
La Squadra Mobile della Questura di Pistoia ha concluso con successo l’operazione “Longbridge”, che ha portato all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di 16 persone, accusate di traffico e detenzione di sostanze stupefacenti. Le misure sono state emesse dal G.I.P. del Tribunale di Pistoia su richiesta della Procura della Repubblica, a seguito di una complessa attività investigativa durata sei mesi.
Sei dei soggetti coinvolti sono stati sottoposti a custodia cautelare in carcere, quattro agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, mentre altri sei sono stati colpiti dall’obbligo di dimora. Gli indagati, di nazionalità italiana e albanese, operavano principalmente nella provincia di Pistoia, ma le loro attività illecite si estendevano anche alle province di Pisa, Prato, Livorno e Perugia.
L’indagine, avviata nel luglio 2023 e conclusa a gennaio 2024, ha ricostruito dettagliatamente le modalità con cui il gruppo criminale operava, coinvolgendo attività di detenzione, vendita, trasporto e cessione di cocaina. Durante l’operazione sono stati sequestrati oltre 1,2 kg di cocaina, piccole quantità di hashish, e un’arma modificata con caratteristiche tali da essere considerata un’arma da guerra.
Tra gli episodi più significativi emersi dalle indagini, a ottobre 2023, due degli indagati principali sono stati scoperti mentre tentavano di vendere illegalmente una pistola. Grazie all’attività investigativa, la pistola è stata rintracciata e sequestrata in un’abitazione, portando all’arresto di un giovane italiano di 26 anni, accusato di detenzione di arma clandestina e ricettazione.
Un ulteriore sviluppo dell’operazione si è verificato a novembre 2023, quando la Squadra Mobile ha eseguito l’arresto provvisorio ai fini dell’estradizione di un cittadino albanese di 40 anni, ricercato a livello internazionale per traffico di droga in Svizzera. L’uomo è stato rintracciato e arrestato presso il suo domicilio, a seguito di una segnalazione delle autorità svizzere.
L’operazione “Longbridge” ha visto l’impiego di circa 80 agenti tra Questura, Commissariati distaccati, unità cinofile e il Reparto Prevenzione Crimine. Gli arrestati sono stati trasferiti presso la casa circondariale di Prato, dove rimarranno a disposizione dell’Autorità Giudiziaria in attesa degli interrogatori di garanzia. Il sequestro preventivo disposto dal G.I.P. ha inoltre bloccato beni e denaro per un valore complessivo di oltre due milioni di euro.
Cronaca
Torino, caos dopo lo sciopero generale: scontri, stazioni bloccate e bandiere bruciate
La manifestazione legata allo sciopero generale di oggi, 29 novembre, si è trasformata in un teatro di tensione e disordini a Torino. Dopo i primi scontri con la polizia davanti alla stazione di Porta Nuova, un gruppo di manifestanti, tra cui studenti e attivisti pro Palestina, ha occupato i binari della stazione di Porta Susa. La circolazione ferroviaria nel nodo torinese è stata bloccata, causando gravi ritardi per treni ad alta velocità, Intercity e Regionali, come confermato da Trenitalia.
I manifestanti hanno bloccato il traffico ferroviario per ore, generando disagi per i pendolari, alcuni dei quali hanno avuto battibecchi con il gruppo di attivisti. L’occupazione dei binari è terminata intorno alle 13:20, quando i manifestanti si sono spostati su Corso Bolzano per unirsi ad altri cortei. Durante il prosieguo della protesta, è stata bruciata una bandiera dell’azienda Leonardo.
La mattinata è stata segnata da tensioni e scontri. Uova, vernice rossa e fumogeni sono stati lanciati contro le forze dell’ordine da giovani legati all’Intifada studentesca. In Piazza Carlo Felice, nei pressi di Porta Nuova, i manifestanti hanno dato fuoco a un fantoccio raffigurante Matteo Salvini, oltre a fotografie del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e di altri membri del governo come Guido Crosetto e Roberto Cingolani.
Augusta Montaruli, vice capogruppo di Fratelli d’Italia, ha condannato duramente gli episodi:
“Gli antagonisti seguono alla lettera gli incitamenti alla rivolta sociale del segretario della CGIL Landini, mettendo a ferro e fuoco Torino. Fratelli d’Italia sarà sempre al fianco delle forze dell’ordine e del governo per contrastare questa violenza.”
La situazione ha riportato alla memoria periodi di tensione sociale che si sperava fossero superati, mentre la città si interroga sui limiti tra protesta e violenza.
Cronaca
Scoperto falso cieco: per 20 anni ha incassato 120mila euro di pensione
Per oltre 20 anni ha percepito una pensione di invalidità come cieco totale, ma era in realtà ipovedente. La Guardia di Finanza di Torre Annunziata ha smascherato la truffa a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, sequestrando 124.794,05 euro a un uomo e a sua moglie, entrambi indagati per truffa aggravata finalizzata all’indebita percezione di sussidi pubblici.
L’indagine ha rivelato che dal 2004 l’uomo, privo dei requisiti necessari, percepiva indebitamente la pensione per cecità assoluta e l’indennità di accompagnamento. Le prove raccolte dai finanzieri mostrano che l’indagato conduceva una vita del tutto autonoma, incompatibile con la condizione dichiarata.
In video e appostamenti, è stato osservato attraversare la strada senza bisogno di assistenza, trasportare pesanti buste della spesa e inserire chiavi nella serratura con precisione. Durante un controllo fiscale, ha persino firmato un verbale senza alcuna difficoltà visiva. Tutti comportamenti che hanno insospettito gli investigatori e confermato la natura fraudolenta della pensione ricevuta.
La moglie dell’indagato è accusata di aver contribuito alla truffa, aiutando il marito a perpetrare l’inganno per anni. Secondo gli inquirenti, la somma percepita è stata utilizzata in parte per coprire il mutuo della famiglia, aggravando il danno alle casse pubbliche.
La Procura di Torre Annunziata, guidata da Nunzio Fragliasso, ha sottolineato la gravità del reato, evidenziando come tali comportamenti danneggino non solo lo Stato ma anche chi necessita realmente di sostegno. Il sequestro preventivo del denaro rappresenta il primo passo verso il recupero della cifra indebitamente percepita.
L’episodio riaccende i riflettori sulle truffe ai danni dello Stato, spingendo le autorità a intensificare i controlli per garantire che le risorse pubbliche siano destinate a chi ne ha effettivo bisogno.
Cronaca
Latina: chiuso ristorante dopo un malore, gravi irregolarità igienico-sanitarie
Un ristorante di Latina è stato chiuso dai Carabinieri del Nas in collaborazione con il personale della Asl, a seguito di gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali riscontrate durante un controllo. L’intervento è scattato dopo che un cliente, che aveva consumato una cena a base di pesce, ha accusato un malore.
Secondo quanto riportato, l’uomo avrebbe manifestato sintomi compatibili con una tossinfezione alimentare o una reazione allergica dopo aver mangiato tonno e alici. Gli alimenti sospetti sono stati sequestrati e inviati a laboratorio per verificare la presenza di contaminanti o allergeni non dichiarati.
Le verifiche nel locale hanno fatto emergere una situazione allarmante: circa 400 kg di alimenti, tra pesce, carne e prodotti vegetali, erano conservati in condizioni di promiscuità, senza etichette e senza rispettare le norme igieniche. La mancata adozione del sistema di autocontrollo HACCP, obbligatorio per garantire la sicurezza alimentare, è stata una delle infrazioni più gravi rilevate. Gli alimenti, considerati potenzialmente pericolosi, sono stati immediatamente distrutti per tutelare la salute pubblica.
Il valore della struttura chiusa è stato stimato in circa 400mila euro. Il titolare è stato multato per un totale di 3.000 euro e rischia ulteriori sanzioni in base ai risultati delle analisi sui campioni prelevati.
Le autorità hanno ribadito l’importanza del rispetto delle normative in materia di sicurezza alimentare, sottolineando che violazioni come queste possono mettere a rischio non solo i consumatori, ma anche l’intera attività commerciale.
L’episodio si aggiunge a recenti casi simili, come quello di un ristorante etnico a Parma, dove i Nas avevano trovato ragnatele, insetti morti e altre gravi irregolarità, evidenziando un problema diffuso nella gestione delle strutture ristorative.
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