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Cronaca

Pisa | Arrestato in flagranza di reato per rapina e furto nei pressi dell’esselunga di Cisanello

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Ieri mattina, le Volanti della Questura di Pisa hanno arrestato in flagranza di reato un cittadino di nazionalità gambiana per rapina impropria e furto nei pressi del supermercato Esselunga di Cisanello.

L’episodio è avvenuto intorno alle ore 10:05, quando due equipaggi in servizio sono stati chiamati a intervenire presso il supermercato a seguito della segnalazione di un furto. Secondo quanto ricostruito, l’uomo ha sottratto prodotti di telefonia, tra cui power bank e auricolari, per un valore complessivo di 279 euro, nascondendoli all’interno del proprio zaino. Dopo aver oltrepassato le barriere antitaccheggio, l’uomo ha cercato di fuggire minacciando e spintonando un addetto alla vigilanza che, insieme ad altri colleghi, si è messo all’inseguimento del fuggitivo.

Grazie alle indicazioni fornite dai vigilantes, gli agenti di polizia sono riusciti a raggiungere e bloccare il sospetto in via di Puglia. Durante la perquisizione personale, l’uomo è stato trovato in possesso di una forbice e di una tronchese, strumenti che sono stati posti sotto sequestro.

L’uomo è stato arrestato per rapina impropria e denunciato in stato di libertà per il reato di porto di oggetti atti ad offendere. Informato il Magistrato di Turno, è stato disposto il giudizio per direttissima per la giornata odierna. Al termine dell’udienza, l’arrestato è stato rilasciato con l’imposizione della misura dell’obbligo di firma giornaliero presso la Polizia Giudiziaria.

Cronaca

Piacenza | Operazione “Painkiller”: sequestrate oltre 500 dosi di droghe sintetiche

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ADN24

L’operazione internazionale “Painkiller”, condotta dalle Fiamme Gialle di Piacenza in collaborazione con la DEA statunitense, ha portato al sequestro di oltre 500 dosi di droghe sintetiche destinate al mercato italiano. Le sostanze, arrivate da Chicago, sono state prelevate e trasportate in Italia grazie a un’azione coordinata tra le forze di polizia italiane e americane. Il traffico di queste sostanze sarebbe stato legato a un’organizzazione criminale transnazionale, con ramificazioni anche in Italia, e il valore complessivo della merce sequestrata superava il milione di dollari.

Le indagini, che hanno avuto inizio nel marzo 2023 e si sono concluse a novembre dello stesso anno, hanno portato alla scoperta di una rete illecita che operava tra gli Stati Uniti e l’Italia, con Piacenza come punto centrale. Tra gli arrestati figura un 52enne piacentino, accusato di aver gestito un’importante operazione di traffico internazionale di sostanze stupefacenti, che includeva oppioidi sintetici come il fentanyl e i suoi derivati, oltre a catinoni sintetici e altre droghe psicoattive, alcune delle quali erano per la prima volta presenti sul mercato europeo.

Le sostanze, provenienti principalmente dalla Cina e dall’India e acquistate attraverso il dark web, sono di particolare pericolo, in quanto molto più potenti delle droghe tradizionali e in grado di causare gravi intossicazioni, talvolta letali. Tra i composti sequestrati figurano anche eroina ad alta concentrazione, destinata ad essere miscelata con il fentanyl, e oltre 40 kg di droghe sintetiche in polvere e cristallo, per un totale di circa 1 milione di dosi singole.

L’operazione ha anche permesso di smantellare un’organizzazione dedita al riciclaggio dei proventi derivanti da queste attività illecite, che venivano convertiti in criptovalute, come bitcoin. Tra i beni sequestrati figurano anche proprietà e disponibilità finanziarie riconducibili ai leader del sodalizio criminale, confermando la portata internazionale e l’organizzazione del traffico.

La lotta al traffico di droghe sintetiche e al riciclaggio dei flussi finanziari illeciti è al centro degli sforzi della Guardia di Finanza, che continua a lavorare in collaborazione con altre agenzie internazionali per contrastare la criminalità transnazionale e garantire la sicurezza nazionale. L’operazione “Painkiller” rappresenta un ulteriore passo importante in questa direzione.

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Cronaca

Matera | Operazione “Heraclea”: 48 persone coinvolte nell’indagine sulla mafia lucana e traffico di droga

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ADN24

La Polizia di Stato di Matera ha eseguito un provvedimento emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Potenza, notificando l’Avviso di conclusione delle indagini a 48 indagati. Gli stessi erano già stati coinvolti nell’operazione “Heraclea”, un’inchiesta condotta dalla Squadra Mobile di Matera e dalla Polizia Giudiziaria del Commissariato di Policoro. Quest’ultima aveva portato, ad aprile, all’esecuzione di 24 misure cautelari personali, tra cui 14 arresti in carcere e 10 obblighi di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria.

L’indagine ha messo in luce l’esistenza di un’organizzazione mafiosa attiva nel comune di Policoro, a capo della quale vi era la famiglia Mitidieri. Questo sodalizio criminale era collegato con altri gruppi mafiosi locali e regionali, tra cui il clan Scarcia di Policoro, i D’Elia di Montescaglioso, i Martorano-Stefanutti di Potenza, nonché la ‘ndrangheta calabrese e le cosche pugliesi. Il traffico di stupefacenti è stato al centro delle attività illecite documentate, con una rete che includeva la vendita di cocaina, eroina, hashish e la coltivazione di marijuana, in particolare nella zona di Policoro, che fungeva da grande piazza di spaccio.

L’inchiesta ha inoltre rivelato l’esistenza di conflitti tra il clan Mitidieri e altri gruppi criminali come il clan Schettino di Scanzano Jonico e la famiglia Gialdino di Policoro. Questi contrasti si sono tradotti in reati violenti come estorsioni, aggressioni e danneggiamenti, con l’obiettivo di affermare il predominio del gruppo sulla zona. Un altro elemento significativo dell’indagine è stato il sostegno che il clan Mitidieri ha continuato a offrire ai suoi membri detenuti, tra cui il pagamento delle spese legali.

Le indagini continuano sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Potenza, con la speranza che i risultati possano contribuire ulteriormente alla lotta contro la criminalità organizzata in Basilicata. Il coinvolgimento di 48 persone in questo network mafioso rappresenta un passo importante nel disarticolare la rete del crimine che ha alimentato l’illecito traffico di droga e il controllo del territorio, contribuendo alla sicurezza della comunità locale.

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Cronaca

Messina | Arrestato uomo con armi clandestine e cocaina

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Nel pomeriggio di lunedì, nell’ambito di mirati servizi di controllo del territorio a Messina, la Polizia di Stato ha arrestato un uomo di 30 anni, residente nel rione Camaro, ritenuto responsabile del reato di detenzione di armi clandestine e munizionamento. Il provvedimento fa parte di una serie di operazioni disposte dal Questore Annino Gargano per prevenire e reprimere i crimini nella città.

L’intervento è scattato a seguito di indagini che avevano alimentato sospetti circa la presenza di armi illegali in alcune abitazioni della zona. Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Messina, unitamente alla Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo (SISCO), hanno eseguito delle perquisizioni domiciliari. Una delle abitazioni perquisite, appartenente al trentenne, ha rivelato un nascondiglio nascosto sotto le tegole del tetto, facilmente accessibile tramite un lucernaio basculante.

Al suo interno, i poliziotti hanno rinvenuto un revolver calibro 32, privo di matricola, caricato con cinque cartucce calibro 7.65, e ulteriori munizioni dello stesso calibro. Inoltre, è stata trovata circa 30 grammi di cocaina. L’arma è stata sequestrata e sottoposta ad accertamenti tecnico-balistici da parte della Polizia Scientifica.

L’uomo è stato arrestato in flagranza di reato e accompagnato in carcere a disposizione della competente Autorità Giudiziaria. Le indagini sono ancora in corso, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Messina.

L’operazione sottolinea l’impegno della Polizia di Stato nella lotta alla criminalità e al traffico di armi e stupefacenti, con l’obiettivo di garantire la sicurezza dei cittadini e prevenire ulteriori rischi per la comunità. Come sempre, l’indagato è da considerarsi innocente fino a eventuale condanna definitiva, secondo i principi del diritto.

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