A Piacenza continua a suscitare sgomento la morte di Aurora, tredicenne trovata priva di vita dopo essere precipitata da un edificio. Le indagini delle autorità stanno puntando l’attenzione sul fidanzato quindicenne, fermato con l’accusa di omicidio volontario. La ricostruzione dei fatti si è intensificata a seguito della testimonianza di una persona che avrebbe assistito all’evento. Il testimone afferma di aver visto il giovane spingere Aurora dal balcone, dichiarazione che ha portato la Procura per i minorenni a intervenire con misure restrittive nei confronti del ragazzo.
La madre di Aurora, profondamente addolorata, ha espresso la propria volontà di ottenere giustizia per la figlia, definendo l’accaduto come “infanticidio” e non femminicidio, con l’intento di sottolineare la giovane età di Aurora. La madre descrive il fidanzato come un ragazzo aggressivo e possessivo, dichiarando che la figlia desiderava porre fine alla relazione, ma sarebbe stata trattenuta contro la propria volontà.
Aurora, racconta la madre, aveva un animo gentile e tanti sogni, tra cui quello di diventare psicologa per aiutare gli altri. La giovane attendeva con entusiasmo un viaggio a Parigi con la famiglia per festeggiare il suo quattordicesimo compleanno, segno dei progetti e della vitalità che le circostanze hanno tristemente interrotto.