Cronaca
Parma | Sequestrati quasi 800 prodotti irregolari in un emporio
In prossimità delle festività natalizie, la Guardia di Finanza di Parma ha intensificato le attività di monitoraggio sul territorio per garantire la sicurezza dei consumatori e il rispetto delle normative commerciali. Durante un’ispezione effettuata il 13 dicembre in un emporio del quartiere San Lazzaro, gestito da un cittadino di origine cinese, sono stati sequestrati 791 prodotti risultati non conformi agli standard previsti dal Codice del Consumo.
I militari del Gruppo di Parma, nel corso dell’operazione, hanno rinvenuto una vasta gamma di oggetti in vendita, tra cui utensili da cucina, soprammobili, decorazioni e accessori tipici del periodo natalizio. Questi prodotti erano privi delle informazioni obbligatorie, come la denominazione merceologica, il nome del produttore, il Paese di origine, l’eventuale presenza di sostanze pericolose e le istruzioni d’uso in lingua italiana.
La mancanza di tali indicazioni rappresenta una grave violazione delle norme sulla sicurezza dei prodotti, esponendo i consumatori a potenziali rischi. Oltre al sequestro amministrativo della merce irregolare, il titolare dell’esercizio commerciale è stato sanzionato secondo quanto previsto dalla legge.
Questa operazione si inserisce in un quadro più ampio di attività portate avanti dalla Guardia di Finanza per contrastare la circolazione di beni non sicuri e tutelare sia i consumatori sia il mercato. L’obiettivo è proteggere i cittadini da possibili pericoli legati all’acquisto di prodotti non a norma e favorire una concorrenza leale tra gli operatori economici che rispettano le regole.
L’azione condotta testimonia l’impegno delle Fiamme Gialle di Parma nel garantire un controllo costante sul territorio, soprattutto in periodi come quello natalizio, in cui la domanda di articoli specifici cresce sensibilmente, aumentando il rischio di immissione sul mercato di prodotti irregolari.
Cronaca
Benevento | Un arresto per stalking: uomo minaccia l’ex compagna con un cacciavite
Un trentaseienne di Benevento è stato arrestato ieri con l’accusa di stalking nei confronti della sua ex compagna, a seguito di un episodio di minaccia avvenuto in pieno giorno. L’arresto è scaturito dalla richiesta di aiuto della donna, che ha contattato il “113” per denunciare il comportamento inquietante dell’uomo, il quale aveva cercato di entrare in casa e l’aveva minacciata con un cacciavite.
La sala operativa della Questura, ricevuta la segnalazione, ha immediatamente inviato una pattuglia della Squadra Volante sul luogo dell’incidente. Gli agenti hanno trovato l’uomo poco distante dalla scena, ancora in stato di forte agitazione. Dopo essere stato fermato, è stato accompagnato in Questura per gli accertamenti del caso, mentre la vittima è stata ascoltata dagli investigatori della Squadra Mobile.
Durante l’interrogatorio, la donna ha raccontato agli investigatori un lungo e tormentato periodo di molestie e atti persecutori da parte dell’ex compagno, che non avrebbe accettato la fine della loro relazione. L’uomo aveva infatti monitorato in modo costante le sue abitudini quotidiane, creando un clima di continua paura. Nel corso dell’indagine, è stato rinvenuto il cacciavite con cui l’uomo aveva minacciato la donna, fornendo ulteriore prova del suo comportamento violento.
L’uomo, già noto alle forze dell’ordine per precedenti penali, era stato oggetto di precedenti misure di prevenzione, tra cui la sorveglianza speciale, l’ammonimento e il divieto di accesso alle manifestazioni sportive (D.a.spo.), tutti provvedimenti emessi dal Questore di Benevento. Dopo gli accertamenti di rito, come disposto dalla Procura, l’uomo è stato posto agli arresti domiciliari in attesa del giudizio di convalida.
L’arresto sottolinea l’importanza della tempestività delle forze dell’ordine nell’affrontare casi di stalking e violenza domestica, che continuano a rappresentare un grave problema di sicurezza pubblica.
Cronaca
Quarticciolo (RM) | Maxi operazione contro il traffico di stupefacenti: arresti e sequestro di oltre 20 kg di droga
La Polizia di Stato ha intensificato il contrasto al traffico di stupefacenti nel quartiere romano del Quarticciolo, con un’operazione che ha portato all’arresto di cinque persone e al sequestro di oltre 20 kg di droga, tra cui hashish, cocaina e cannabinoidi. L’attività di polizia, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma e condotta dal V Distretto Prenestino con il supporto delle unità specializzate del Reparto Prevenzione Crimine e dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, ha avuto il fondamentale contributo delle squadre cinofile della Polizia di Stato.
Le operazioni si sono concentrate in particolare nelle zone di viale Palmiro Togliatti e via Ostuni, dove i poliziotti hanno eseguito numerosi controlli a tappeto. Il primo arresto è avvenuto in via Ostuni, dove un uomo e un adolescente, entrambi di origini egiziane, sono stati sorpresi a vendere crack e cocaina vicino a un gazebo. La droga era nascosta in una scatola, vicino a un cassonetto della spazzatura. In un secondo intervento, due giovani tunisini sono stati fermati nei pressi dell’angolo tra via Ostuni e viale Togliatti, mentre cercavano di disfarsi di dosi di crack e hashish, dopo un tentativo di fuga senza successo.
Ulteriori indagini hanno permesso di individuare un nascondiglio creato ad arte in un muro di via Ostuni, dove un uomo romano, già noto alle forze dell’ordine, teneva la droga per rifornire il mercato locale. Anche in questo caso, l’uomo è stato arrestato, con l’aggravante del coinvolgimento di un complice che avrebbe assistito l’attività di spaccio.
Il cuore dell’operazione è stato però nella scoperta di diversi nascondigli nei box cantina sottostanti le palazzine di edilizia popolare, utilizzati dai pusher per stoccare la droga destinata alla vendita. Con l’aiuto dei cani anti-droga, gli agenti hanno trovato oltre 18 kg di hashish, più cocaina e cannabinoidi, oltre a una pistola Smith & Wesson rubata lo scorso anno, insieme a più di 50 colpi di munizioni.
Gli arresti sono stati convalidati dall’autorità giudiziaria, ma la responsabilità penale degli arrestati sarà definitivamente accertata solo al termine del processo, in virtù del principio di presunzione di innocenza. Con questa operazione, la Polizia di Stato ha compiuto un importante intervento di sicurezza pubblica, contribuendo al contrasto del traffico di stupefacenti in uno dei quartieri più popolosi della capitale.
Cronaca
Milano | Furti in abitazione: fermati tre albanesi accusati di associazione per delinquere
La Polizia di Stato ha arrestato tre cittadini albanesi, di età compresa tra i 27 e i 35 anni, accusati di essere coinvolti in una serie di furti in abitazione nelle province di Milano e Monza Brianza. L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, ha portato all’esecuzione di un decreto di fermo nei confronti dei tre soggetti, indagati per i reati di associazione per delinquere e furto in abitazione.
L’attività investigativa, condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Milano, ha avuto inizio grazie alla costante sorveglianza sui furti che avevano interessato la zona. Grazie a un monitoraggio mirato, gli agenti sono riusciti a risalire a un’auto di grossa cilindrata, successivamente identificata come un veicolo rubato, utilizzato dagli indagati per spostarsi durante i colpi. In un breve periodo, sono stati individuati dodici furti riconducibili al gruppo, grazie a servizi di osservazione e alle intercettazioni ambientali delle conversazioni nelle auto degli indagati.
Gli investigatori hanno scoperto che il gruppo criminale agiva con una tecnica ben collaudata, che comprendeva la selezione preventiva delle abitazioni da svaligiare, la ripartizione dei ruoli tra i membri e l’uso di chiavi alterate e strumenti da scasso. Due dei tre arrestati sono stati rintracciati in provincia di Monza Brianza e trasferiti in carcere, mentre il terzo componente del gruppo è attualmente ricercato.
Durante le operazioni di fermo, sono stati recuperati diversi beni, tra cui l’autovettura rubata, equipaggiata con targhe clonate, attrezzi da scasso, una somma di denaro contante e dei preziosi che si ritiene siano il frutto dell’attività criminale. Il procedimento è ancora in fase di indagini preliminari, e la responsabilità degli indagati sarà accertata solo con una sentenza definitiva.
Questa operazione segna un importante passo nel contrasto alla criminalità predatoria nella zona, con un impegno continuo delle forze di polizia per garantire la sicurezza dei cittadini e combattere i fenomeni di furto in abitazione.
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