Cronaca
Palermo | Messina Denaro: La Procura ha depositato nuove prove a carico di Andrea Bonafede
La Procura di Palermo ha depositato ulteriori prove contro Andrea Bonafede, il geometra di Campobello di Mazara accusato di aver prestato la propria identità a Matteo Messina Denaro e attualmente sotto processo per associazione mafiosa.
Il giudice per le udienze preliminari, inizialmente previsto per oggi, ha rinviato la sentenza al 20 maggio, riservandosi sulle prove presentate dalla pubblica accusa. Secondo l’accusa, guidata dal pm Piero Padova, Bonafede sarebbe stato a disposizione del capomafia già prima del suo arresto avvenuto nel gennaio 2023.
Dalle indagini condotte dagli inquirenti è emerso che Bonafede aveva rapporti con il capomafia sin dai tempi precedenti al suo arresto. La Procura, investigando su un altro presunto prestanome di Messina Denaro, l’architetto Massimo Gentile, che avrebbe ceduto la sua identità al boss per acquistare un’auto nel 2014, ha scoperto che nel 2017 il veicolo è stato intestato alla madre di Bonafede. Questo fatto suggerisce che i legami tra il geometra e il padrino erano già consolidati in quel periodo.
Inoltre, è emerso che la prima casa di Campobello di Mazara in cui Messina Denaro ha vissuto è stata affittata a nome di Andrea Bonafede nel 2007. La ex convivente dell’imputato ha dichiarato agli investigatori che il geometra non ha mai vissuto nell’appartamento, nonostante pagasse l’affitto. Questa circostanza, secondo gli inquirenti, suggerisce che in realtà fosse il boss a risiedere nell’immobile, come testimoniato anche dalla presenza di Messina Denaro nei pressi della casa, osservata da testimoni cinque anni prima della sua cattura.
Cronaca
Piacenza | Verifica fiscale delle Fiamme Gialle recupera oltre 520.000 euro di imposte evase
La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Piacenza ha concluso con successo una complessa attività di verifica fiscale nei confronti di un’impresa locale operante nel settore della fabbricazione di parti meccaniche. Al termine degli accertamenti, l’azienda ha restituito l’intero importo delle imposte evase, pari a oltre 520.000 euro, che erano state occultate in diverse annualità fiscali.
L’operazione è stata condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Piacenza e ha rivelato diverse irregolarità fiscali, tra cui la tassazione non corretta di dividendi derivanti da una società cinese. Inoltre, sono stati individuati illeciti in merito alla deduzione di costi non giustificati e all’omessa dichiarazione di ricavi, nonché delle relative imposte sul valore aggiunto (IVA) e dell’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP). L’importo complessivo delle irregolarità rilevate si è aggirato su oltre 1,7 milioni di euro.
Di fronte alla constatazione dei reati fiscali, l’imprenditore ha scelto di avvalersi dell’istituto del ravvedimento operoso, uno strumento che consente ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione tributaria prima dell’emissione degli avvisi di accertamento, beneficiando così di una riduzione delle sanzioni. L’imprenditore ha quindi provveduto al pagamento delle imposte evase, comprensive di interessi e sanzioni, per un totale pari alla somma contestata.
Questo caso assume particolare rilevanza alla luce delle recenti modifiche normative, in particolare il Decreto Legislativo n. 13/2024, che ha introdotto sanzioni più favorevoli e tassi di interesse più bassi per incentivare la regolarizzazione spontanea. A partire dal 1° settembre 2024, il nuovo regime applicato alle violazioni fiscali ha reso ancora più vantaggioso per i contribuenti aderire alle correzioni fiscali proposte dalle autorità competenti.
L’operazione delle Fiamme Gialle si inserisce nell’ambito delle attività di contrasto all’evasione fiscale, un tema centrale nelle politiche economiche e di legalità del Paese. Grazie al lavoro della Guardia di Finanza, si è non solo recuperato un’importante somma di denaro destinata alle casse dello Stato, ma si è anche promossa una maggiore equità nel sistema fiscale, contribuendo alla crescita economica e al rilancio del distretto industriale locale.
Cronaca
Ferrara | Truffa ai danni di un’anziana: arrestato giovane in flagranza
Un giovane campano è stato arrestato dalla Polizia di Stato di Ferrara per truffa aggravata ai danni di un’anziana, grazie all’intervento tempestivo degli agenti e all’efficace azione investigativa. L’incidente è avvenuto nella tarda mattinata di ieri, quando una segnalazione alla centrale operativa ha allertato gli agenti riguardo a un tentativo di truffa ai danni di un’anziana, con la tipica tecnica del “finto carabiniere”.
Il truffatore, fingendo di essere un carabiniere, aveva chiamato la vittima, dicendole che il figlio era in gravi difficoltà e necessitava urgentemente di una somma ingente di denaro per risolvere la situazione. Per questa ragione, le era stato detto che un altro “carabiniere” sarebbe passato a ritirare il denaro e altri oggetti di valore per consentire al figlio di essere liberato. La signora, preoccupata, aveva accettato la richiesta e aveva consegnato i suoi averi a un giovane che si è presentato a casa sua poco dopo.
La Squadra Mobile della Questura di Ferrara, immediatamente allertata, ha avviato un’indagine sul campo, individuando il giovane mentre si aggirava con fare sospetto in una zona della città. L’agente, che lo aveva notato salire su un taxi diretto alla stazione ferroviaria, ha deciso di fermarlo per un controllo. Nel suo zaino sono stati rinvenuti monili d’oro per un valore di circa 17.000 euro, oltre a 2.500 euro in contante.
Grazie alla pronta attività investigativa, gli agenti sono riusciti rapidamente a rintracciare la vittima, che ha confermato di essere stata ingannata dalla telefonata di un falso carabiniere e di aver successivamente consegnato i beni al giovane truffatore. Il ragazzo è stato quindi arrestato in flagranza di reato con l’accusa di truffa aggravata.
Il pubblico ministero di turno ha disposto la custodia del giovane nelle camere di sicurezza della Questura, in attesa del giudizio direttissimo. L’episodio mette in evidenza l’importanza di segnalare immediatamente al 113 situazioni sospette, soprattutto quando coinvolgono persone vulnerabili come gli anziani. Grazie alla prontezza e competenza della Polizia di Stato, è stato possibile fermare il truffatore e restituire i beni sottratti alla vittima.
Cronaca
Trapani | Contrasto alla contraffazione: sequestrati oltre 1700 articoli
La Guardia di Finanza di Trapani ha intensificato l’attività di contrasto alla contraffazione in vista delle festività natalizie, con un’operazione che ha portato al sequestro di oltre 1700 articoli contraffatti. L’operazione è stata condotta dai militari della Compagnia di Marsala, che nel fine settimana appena trascorso hanno smascherato un’operazione di vendita online illecita.
I due responsabili, una coppia di coniugi, erano dediti alla vendita di prodotti contraffatti attraverso piattaforme di e-commerce, con articoli tra cui giocattoli e profumi che recavano marchi di noti brand italiani e internazionali. I prodotti, di probabile provenienza illecita, avrebbero potuto essere immessi sul mercato a un valore di circa 30.000 euro.
L’indagine ha rivelato che i coniugi non si limitavano alla vendita online, ma erano anche attivi nel commercio ambulante, soprattutto nei mercatini settimanali locali. In seguito a una perquisizione delle loro abitazioni e veicoli, le forze dell’ordine hanno scoperto un vero e proprio deposito di merce contraffatta, che è stata prontamente sequestrata.
L’operazione si inserisce in una più ampia strategia di controllo economico del territorio, volta a tutelare i consumatori, in particolare in un periodo dell’anno come quello delle festività natalizie, durante il quale si registra un forte aumento dei consumi. Oltre a proteggere i cittadini dai rischi associati all’acquisto di prodotti contraffatti, l’attività mira anche a difendere gli imprenditori onesti e a garantire una concorrenza leale nel mercato.
I due coniugi sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria di Marsala per i reati di contraffazione e commercio di prodotti falsificati. L’indagine è ancora in fase preliminare, con la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.
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