Cronaca
Pachino (SR) | Arrestato 41enne evaso dagli arresti domiciliari
Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Pachino hanno arrestato un uomo di 41 anni, fuggito dagli arresti domiciliari. Il soggetto era stato collocato ai domiciliari da agosto in seguito a un tentativo di rapina armata ai danni di un distributore di carburanti. Durante un controllo, i militari non lo hanno trovato presso la sua abitazione e hanno avviato le ricerche, rintracciandolo mentre si aggirava nel centro cittadino.
L’uomo è stato quindi arrestato e trasferito presso il carcere “Cavadonna” di Siracusa. È importante sottolineare che al momento il 41enne è considerato solo indiziato di delitto e la sua situazione sarà esaminata dall’Autorità Giudiziaria nel corso del processo, nel rispetto dei principi di presunzione di innocenza previsti dalla legge.
Cronaca
Gratteri a imprenditori della Cna “Le scorciatoie non convengono”
“Questo incontro ribadisce con forza la scelta di campo della legalità da parte della nostra CNA”. Così il segretario generale della Confederazione, Otello Gregorini, ha concluso il convegno su “Legalità e impresa diffusa – un binomio indissolubile per la coesione sociale e lo sviluppo economico” al quale sono intervenuti il procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola Gratteri, e il saggista Antonio Nicaso.
A introdurre l’iniziativa il presidente nazionale della CNA, Dario Costantini, che, dopo aver dato le enormi dimensioni dell’illegalità in Italia, dal controvalore di 200 miliardi di euro l’anno, ha sottolineato come “oggi incontriamo un grande magistrato italiano per avere istruzioni e indicazioni, per capire come le imprese devono fare attenzione. La legalità è uno dei valori fondanti della nostra Confederazione, è il presupposto per l’ordinato svolgimento della vita sociale e per la crescita economica di ogni territorio”.
Il procuratore Gratteri ha esordito esaltando il ruolo e la storia dell’artigianato e della piccola impresa nel nostro Paese. Ha poi raccontato, con Nicaso, l’evoluzione delle mafie, e in particolare della ‘Ndrangheta, sempre più tecnologiche e internazionalizzate.
Ha quindi lanciato un appello agli imprenditori: “Lavorate nella legalità, le scorciatoie non convengono e dalle scorciatoie non si esce”. Se voi “parlate con le mafie – ha proseguito – le mafie trovano l’humus per radicarsi. Perfino far entrare un socio di minoranza può essere l’inizio della vostra fine. Nel lungo periodo perdete l’azienda e la libertà”. Anche dall’usura – ha ricordato – non si esce: “Meglio fallire. E in ogni caso denunciare”. Gratteri, infine, ha suggerito agli imprenditori di confidarsi di più: con le forze dell’ordine, la magistratura, le associazioni d’impresa come la CNA, che possono svolgere un importante ruolo nella loro tutela.
In conclusione, Gregorini ha accolto l’appello del procuratore. “Siamo pronti ad ascoltare artigiani e imprenditori in difficoltà. Lo facciamo già – ha ricordato – ma ancor di più lo faremo. Forti dello stimolo del procuratore Gratteri a insistere su questa strada. E confortati dalla sua valutazione dell’artigianato e della piccola impresa, fattori positivi in sé, perché non ragionano solo in termini di business ma – ha evidenziato – pensano anche al contesto umano e territoriale nel quale operano. Su queste basi si può rilanciare il Paese”.
– foto Agenzia Fotogramma –
Cronaca
Arresti ultras, 40 indagati. Squadre danneggiate e non compiacenti
Sono una quarantina gli indagati dell’inchiesta sulle curve di Milan e Inter. E’ quanto emerso durante la conferenza stampa della Procura di Milano. Fra di loro non ci sono dirigenti dei club, ha spiegato il Procuratore Marcello Viola, in quanto le società sono “soggetti danneggiati” e “non compiacenti” da quella che il Procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, ha definito “la deriva criminale degli stadi italiani”. Agli atti dell’inchiesta esistono conversazioni da cui emerge un confronto fra gli ultras e i dirigenti dell’Inter e le figure deputate a intrattenere i rapporti con la tifoseria.
Foto: trl
Cronaca
Milano | Inchiesta sugli Ultrà rivela legami controversi con Fedez
Una maxi inchiesta ha recentemente colpito la curva milanista, rivelando legami inaspettati tra il noto rapper Fedez e i leader degli ultrà del Milan. Pur non essendo indagato, il cantante è emerso in alcune intercettazioni che lo collegano a Luca Lucci, il capo degli ultrà, attualmente in carcere.
Le conversazioni tra Fedez e Lucci hanno sollevato interrogativi su possibili collaborazioni per la distribuzione di un prodotto all’interno dello stadio Meazza. Inoltre, si sono discussi temi come la sicurezza del rapper e potenziali accordi commerciali legati a una famosa discoteca milanese.
Tra i gravi episodi contestati agli ultrà, spicca l’aggressione ai danni di Cristiano Iovino, un caso che ha attirato l’attenzione degli inquirenti. L’inchiesta non solo mette in luce rapporti controversi, ma evidenzia anche come alcuni gruppi ultras siano diventati, secondo gli investigatori, delle bande violente pronte a eseguire azioni punitive.
Questa situazione solleva interrogativi su quanto sia profondo il legame tra il mondo del calcio e i gruppi di tifosi più estremi, evidenziando la necessità di monitorare e affrontare tali dinamiche.
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