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Cronaca

Operazione contro la pedopornografia online in Piemonte: 5 arresti e 2 denunce

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Nell’ambito delle attività di contrasto alla pedopornografia online, il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Torino ha concluso un’importante operazione su tutto il territorio piemontese. L’operazione ha portato all’arresto di 5 persone in flagranza di reato e alla denuncia di altri due indagati. A carico degli arrestati e degli indagati sono stati sequestrati materiali informatici utilizzati per la detenzione e distribuzione di contenuti pedopornografici.

L’attività investigativa è stata avviata dal Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.) su segnalazione dell’organizzazione no profit britannica Child Rescue Coalition (CRC), che ha avviato l’indagine. L’operazione ha incluso anche attività sotto copertura sulle piattaforme peer-to-peer, permettendo di identificare gli utilizzatori di account legati a otto indagati, con i quali sono stati condivisi e scaricati file, immagini e video contenenti pornografia minorile.

Le perquisizioni, disposte dalla Procura della Repubblica di Torino, sono state effettuate con il supporto delle Sezioni Operative di Asti, Alessandria, Biella, Novara e Vercelli. I cinque arrestati, di età compresa tra i 40 e i 78 anni, sono accusati di detenzione e distribuzione di materiale pedopornografico, che includeva contenuti violenti e atti sessuali su minori anche di età molto giovane.

Tre degli arrestati sono stati condotti in carcere, mentre due sono stati posti agli arresti domiciliari in attesa delle udienze di convalida. Il materiale informatico sequestrato sarà oggetto di ulteriori approfondimenti.

Cronaca

Roma, rapina in farmacia con la Panda: danni ingentissimi e un bottino furioso

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Nella notte tra il 14 e il 15 dicembre, a Roma, si è consumata una rapina audace e violenta che ha lasciato ingenti danni. Intorno all’una di notte, una Fiat Panda rubata è stata utilizzata dai malviventi come ariete per sfondare la vetrina di una farmacia, creando un varco per entrare e prelevare la cassa continua. Dopo averla sradicata, i ladri sono fuggiti con il bottino a bordo di un altro veicolo.

La farmacia colpita, che aveva recentemente completato dei lavori di ristrutturazione, ha subito danni gravissimi. La vettura, nel suo impatto, ha travolto anche il bancone, compromettendo ulteriormente la struttura. I proprietari hanno dichiarato a RomaToday che l’incidente ha causato danni ingenti, in particolare per le riparazioni appena effettuate.

Questo colpo si inserisce in una serie di rapine con lo stesso modus operandi. Infatti, la banda della Panda ha colpito diverse volte a Roma negli ultimi mesi, tra cui un raid in una tabaccheria un mese fa, dove sono stati rubati sigarette, gratta e vinci e denaro. Un altro colpo, avvenuto a settembre in via di Boccea, ha visto i malviventi utilizzare la stessa tecnica per rubare la cassa automatica di una gastronomia.

Le indagini sono in corso per rintracciare i responsabili di questi crimini, che sembrano aver preso di mira attività commerciali vulnerabili, utilizzando il veicolo rubato per facilitare l’accesso e la fuga.

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Cronaca

Indagini per falsa testimonianza contro il Vescovo Rosario Gisana e il suo vicario generale

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Il Vescovo della diocesi di Piazza Armerina, Rosario Gisana, e il suo vicario generale, Vincenzo Murgano, sono attualmente indagati dalla Procura di Enna per falsa testimonianza. La vicenda, che si inserisce nel contesto del processo a carico del sacerdote ennese Giuseppe Rugolo, condannato il 5 marzo scorso a 4 anni e 6 mesi per violenza sessuale su minori, ha suscitato nuove polemiche.

L’inchiesta nasce a seguito di un esposto presentato da Antonio Messina, parte civile nel processo, che aveva denunciato il sacerdote. Messina, archeologo e una delle vittime del prete, ha denunciato le dichiarazioni ritenute false rese dal Vescovo e dal vicario generale durante le indagini e le deposizioni in aula. In particolare, Messina ha rivelato che Gisana gli avrebbe offerto 25.000 euro in contanti in cambio del silenzio.

I giudici, nelle motivazioni della condanna di Rugolo, avevano sottolineato come Gisana avesse ostacolato l’emergere della verità, favorendo l’attività predatoria del sacerdote, già oggetto di segnalazioni. Le intercettazioni telefoniche tra il Vescovo e Rugolo, che fanno parte degli atti del processo, evidenziano che Gisana ammette di aver cercato di insabbiare i fatti.

L’indagine si sta ora concentrando sul comportamento del Vescovo e del vicario, con la Procura di Enna che prosegue l’approfondimento della vicenda sotto la direzione del nuovo procuratore, Ennio Petrigni. La situazione, che ha suscitato una forte indignazione, continua a evolversi, con gli sviluppi futuri che potrebbero portare a nuove accuse per i due ecclesiastici.

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Cronaca

Incidente in laguna a Venezia: Scontro tra un barcone e un vaporetto, diversi feriti

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Nelle acque della laguna di Venezia, precisamente nei pressi dell’imbarcadero Actv di Sant’Elena, nel sestiere di Castello, dove un barcone granturismo privato è entrato in collisione con un vaporetto della linea pubblica Actv.

Secondo le prime informazioni, il “lancione”, un’imbarcazione turistica che organizza gite nella laguna, avrebbe urtato il vaporetto, causando diversi feriti tra i passeggeri. Sei persone sono state soccorse con ferite lievi, la maggior parte delle quali a causa dei vetri in frantumi. In particolare, una donna ha accusato dolori alla schiena dopo essere stata sbalzata a terra dall’impatto ed è stata trasportata in ospedale per accertamenti. La sua situazione è sotto osservazione, ma non sarebbe in pericolo di vita.

Le autorità hanno avviato le indagini per chiarire la dinamica dell’incidente. Tra le ipotesi, non è escluso un malore del comandante del lancione, che potrebbe aver causato la perdita di controllo dell’imbarcazione. Al momento, la motonave “Osvaldo”, che gestisce tour turistici in laguna, è stata fermata per i rilievi necessari.

Il traffico acquatico nella zona è stato temporaneamente interrotto per permettere i soccorsi e gli accertamenti da parte della polizia e della guardia costiera. Le indagini sono in corso per determinare con precisione le cause dell’incidente e verificare la responsabilità dei coinvolti.

Immagini e testimonianze raccolte dai passeggeri e dalle autorità indicheranno se ci sono ulteriori elementi da considerare, mentre la sicurezza del trasporto pubblico veneziano rimane sotto monitoraggio.

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