Cronaca
Novara | Chiuso temporaneamente Bar: disturbo della quiete pubblica
Nella mattina di oggi, la Polizia di Stato di Novara ha eseguito un’ordinanza di chiusura per 10 giorni di un bar situato in Largo Pastore. Il provvedimento è stato firmato dal Questore ed è stato attuato ai sensi dell’articolo 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza.
La decisione è stata presa a seguito di un episodio di violenza verificatosi nella notte del 23 giugno, in cui alcuni avventori del locale sono stati coinvolti in una lite. Il Questore ha sottolineato come il locale fosse frequentato da persone con precedenti penali e come il conflitto, scaturito per motivi banali, si sia esteso all’esterno, disturbando la tranquillità del quartiere.
Inoltre, l’analisi ha preso in considerazione i precedenti di altre violenze e comportamenti molesti avvenuti all’interno dello stesso esercizio commerciale negli anni passati. Il provvedimento si inserisce in un contesto più ampio di vigilanza e controllo da parte delle autorità, mirato a garantire la sicurezza pubblica e a sanzionare le attività che non gestiscono adeguatamente i propri clienti. La chiusura temporanea si configura quindi come un ammonimento per il locale, sottolineando l’impegno delle forze dell’ordine nel mantenere l’ordine e la legalità nella comunità.
Cronaca
Roma | Frodi e riciclaggio nell’interesse di una ‘ndrina, 25 misure cautelari
Un’importante operazione della Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia, ha portato all’arresto di 25 persone, accusate di aver facilitato operazioni illecite legate a una cosca mafiosa calabrese, la Mazzaferro di Marina di Gioiosa Jonica. Le accuse principali riguardano l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio, autoriciclaggio, e frodi fiscali, tra cui l’indebita percezione di erogazioni pubbliche e la distruzione di documenti contabili.
Le indagini hanno rivelato che il clan operava utilizzando una rete di imprese prestanome, principalmente nel settore della commercializzazione di carburanti, per realizzare le cosiddette “frodi carosello” all’IVA. Queste frodi permettevano di evadere enormi somme di denaro, che venivano poi reinvestite nel settore stesso, acquisendo ulteriori distributori e depositi di carburante. L’operazione ha visto l’esecuzione di misure cautelari nei confronti di 25 indagati, con 7 persone arrestate in carcere, 12 agli arresti domiciliari e 6 obbligate a presentarsi regolarmente alla polizia giudiziaria.
In aggiunta agli arresti, sono stati disposti sequestri preventivi per circa 7 milioni di euro, riguardanti beni e patrimoni acquisiti tramite attività illecite, tra cui 5 società di capitali e 17 persone fisiche. Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che ha raccolto prove decisive contro gli indagati.
Le misure cautelari sono state adottate nella fase preliminare delle indagini, e gli indagati godono della presunzione di innocenza fino a un eventuale giudizio definitivo. L’inchiesta, che ha rivelato i legami tra la criminalità organizzata e il settore economico legale, evidenzia come il clan Mazzaferro abbia cercato di infiltrarsi in modo sistematico nel tessuto imprenditoriale, aggravando ulteriormente la situazione di illegalità.
Cronaca
Roma | Controlli a tappeto nelle stazioni metropolitane, arresti e denunce
Un’operazione intensiva di controllo e prevenzione ha visto impegnati nelle ultime settimane gli agenti delle “volanti di sottosuolo” della Polizia di Roma, un’iniziativa che ha avuto come obiettivo la sicurezza nelle stazioni metropolitane della capitale, in vista degli eventi legati al Giubileo e in preparazione a un afflusso maggiore di turisti. Con una presenza mirata nelle stazioni più frequentate da visitatori, come Ottaviano, Spagna, Barberini, Repubblica, Termini, Colosseo, Circo Massimo e Piramide, le forze dell’ordine hanno effettuato controlli costanti sia lungo le banchine che a bordo dei treni.
L’attività ha portato a risultati significativi: oltre 450 persone identificate, 4 arresti e 2 denunce. I controlli si sono svolti con una grande attenzione all’ordine pubblico e alla prevenzione dei crimini più comuni, come i furti, tipici nelle aree ad alta affluenza turistica. Più di 150 uomini della Polizia di Stato, tra cui operatori dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, e personale dei commissariati locali, sono stati coinvolti in questa operazione.
Gli arresti effettuati sono stati di particolare rilievo. Il primo ha avuto luogo alla stazione Termini, dove una donna di 34 anni, di origini rumene, è stata arrestata grazie ad un controllo di routine che ha rivelato un ordine di carcerazione pendente a suo carico. La donna, già sottoposta a un divieto di dimora nel comune di Roma, è accusata di furto ed è ora in custodia.
Un altro arresto è avvenuto alla fermata Barberini della Metro A, dove un tentativo di furto è stato frustrato dalle forze dell’ordine. Alcune persone avevano cercato di derubare il portafoglio di due vittime, ma sono state prontamente individuate e fermate. Tre donne, di 25, 32 e 22 anni, tutte originarie della Bosnia, sono state arrestate per tentato furto aggravato. Le indagini successive hanno portato anche alla denuncia di una complice per ricettazione, in quanto trovata in possesso di un cellulare rubato, nascosto nel suo reggiseno, mentre una minorenne è stata affidata ad una casa famiglia.
L’operazione rientra in una serie di misure di sicurezza pianificate dalla Questura di Roma in previsione dell’afflusso di pellegrini e turisti durante il Giubileo, ma non si limita al centro storico. Infatti, i controlli sono stati estesi anche nelle periferie della città, dove sono stati intensificati i servizi straordinari di vigilanza.
Questa attività di controllo è stata fondamentale non solo per arginare i crimini di piccolo calibro, come i furti, ma anche per garantire un clima di sicurezza generale nella capitale, soprattutto in preparazione agli eventi di grande portata che Roma si appresta a vivere nei prossimi mesi.
Cronaca
Treviso | Sequestrati due laboratori tessili gestiti da imprese insolventi con il fisco
Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso hanno condotto un’importante operazione di controllo e tutela del “Made in Italy”, con l’obiettivo di proteggere le filiere produttive nazionali e combattere il lavoro irregolare nel settore tessile. In collaborazione con Vigili del Fuoco, S.P.I.S.A.L., Ispettorato del Lavoro e A.R.P.A.V. di Treviso, sono stati effettuati quattro interventi presso aziende tessili situate tra i comuni di Quinto di Treviso e Preganziol.
Durante le ispezioni, sono emerse gravi irregolarità in due dei quattro laboratori controllati. In questi impianti di circa 300 e 200 metri quadrati, sono state riscontrate condizioni di grave degrado e pericolo, tra cui l’impiego di due lavoratori senza permesso di soggiorno e violazioni delle normative urbanistiche e ambientali. A seguito di queste scoperte, la Guardia di Finanza ha sequestrato d’urgenza gli immobili coinvolti, per un valore complessivo di 230.000 euro, oltre a macchinari e attrezzature utilizzati nell’attività illecita.
Gli amministratori delle aziende, tutte di origine straniera, sono stati segnalati alla Procura di Treviso per numerose violazioni. Le irregolarità riguardano principalmente la sicurezza sul lavoro e la gestione dei rifiuti. Tra le violazioni più gravi, sono emerse l’impraticabilità delle vie di fuga, la mancanza di cartellonistica di sicurezza e l’assenza di dispositivi di protezione sui macchinari. Inoltre, alcuni laboratori risultavano privi della documentazione obbligatoria sulla valutazione dei rischi e sulla sorveglianza sanitaria per i lavoratori.
In uno degli stabilimenti, è stata anche rinvenuta una discarica non autorizzata di scarti tessili, priva delle necessarie procedure di tracciabilità. In aggiunta, sono state riscontrate violazioni urbanistiche, con la realizzazione di stanze abusive destinate a funzioni residenziali e cucina all’interno del laboratorio.
Un altro aspetto emerso durante l’indagine è il comportamento delle imprese, che avevano accumulato pendenze fiscali per circa 3 milioni di euro. Queste aziende, gestite da imprenditori stranieri, avevano creato un sistema di “imprese fittizie”, chiudendo e riaprendo nuove attività sotto un’altra ragione sociale e partita IVA, pur continuando a operare nello stesso luogo con gli stessi clienti e fornitori.
L’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Treviso ha avuto l’obiettivo di salvaguardare il settore tessile, un’importante risorsa economica per la provincia, e di garantire la sicurezza dei lavoratori. Le attività illegali riscontrate mettono a rischio la concorrenza leale, favorendo chi elude le normative a discapito delle aziende che rispettano le leggi, e creano condizioni di lavoro insicure e insostenibili.
Le indagini sono ancora in corso, e gli amministratori delle imprese coinvolte sono presunti innocenti fino a sentenza definitiva. L’intervento della Guardia di Finanza rappresenta un’azione concreta per tutelare le filiere produttive e favorire un mercato sano e competitivo.
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