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Cronaca

Nole | Neonato di poche settimane trovato senza vita, sospetto caso di ‘morte in culla’

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Oggi, venerdì 3 maggio 2024, è stato segnalato un tragico caso di morte in culla, noto nel campo medico come SIDS (Sudden Infant Death Syndrome), in via Bertino a Nole. La vittima è stato un neonato di poche settimane, trovato senza vita dai genitori, i quali hanno prontamente chiesto l’intervento dei soccorritori quando hanno notato che non respirava. Nonostante l’arrivo tempestivo di ambulanze e l’elisoccorso per tentare la rianimazione, il piccolo era già deceduto. Sul luogo sono intervenuti anche la polizia locale, i carabinieri della compagnia di Venaria Reale e il sindaco Luca Bertino.

La SIDS, o sindrome della morte improvvisa del lattante, rappresenta un decesso improvviso di bambini con età compresa tra un mese e un anno, il quale rimane inspiegato nonostante un’attenta indagine, comprensiva di esame approfondito delle circostanze e del luogo della morte, revisione della storia clinica e autopsia completa.

In Italia, non esistono dati nazionali precisi sull’incidenza del fenomeno, ma si stima che attualmente sia intorno allo 0,5‰, con circa 250 nuovi casi di SIDS all’anno, grazie all’attenzione crescente nel mettere i neonati a dormire sulla schiena. La maggior parte dei casi si verificano tra i 2 e i 4 mesi di età, soprattutto durante i mesi invernali, e sono meno comuni dopo i 6 mesi.

La prevenzione della SIDS è una priorità assoluta nella salute pubblica, con un’attenzione particolare durante i primi 1000 giorni di vita del bambino, compresi tra il concepimento e i primi due anni. Durante questo periodo, i genitori possono svolgere un ruolo determinante nel ridurre il rischio di SIDS e stabilire le basi per la salute e lo sviluppo futuro del bambino.

Cronaca

Roma: Scandalo sul condono edilizio, sei persone colpite da misure cautelari

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ADN24

Un’operazione condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Roma Eur, su delega della Procura della Repubblica, ha portato all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di sei individui coinvolti in una vasta rete di presunti abusi legati al condono edilizio. Le accuse comprendono reati come corruzione, accesso abusivo a sistemi informatici, falsificazione di certificazioni e occultamento di atti ufficiali.

Le indagini sono iniziate nel settembre 2020, a seguito di una denuncia presentata da un dirigente della società “Risorse per Roma Spa”, operante presso l’Ufficio Condono Edilizio. La segnalazione riguardava anomalie in una pratica legata alla regolarizzazione di abusi su un immobile. Da quel momento, le indagini hanno svelato un sistema illecito che coinvolgeva pubblici ufficiali, professionisti e privati cittadini.

Un elemento chiave dell’inchiesta è stato il ritrovamento di un appunto manoscritto, contenente riferimenti a numerose pratiche di condono accompagnate da cifre sospette. Questo documento, insieme a dichiarazioni accusatorie e materiali sequestrati, ha permesso di collegare somme di denaro a presunte tangenti versate per agevolare la risoluzione delle pratiche.

Tra gli indagati figurano ex dipendenti dell’Ufficio Condono Edilizio, professionisti del settore e dipendenti di società legate a Roma Capitale. Sono accusati di aver facilitato il cambio di destinazione d’uso di immobili, sanato abusi edilizi tramite documentazione falsificata, e ottenuto certificazioni di collaudi mai eseguiti. In alcuni casi, sarebbero stati effettuati accessi non autorizzati a sistemi catastali per agevolare le operazioni illecite.

Le misure cautelari includono gli arresti domiciliari per due persone, obblighi di presentazione alle autorità e interdizioni temporanee dall’esercizio della professione. Le attività investigative continuano, coordinate dalla Procura di Roma, per accertare l’intera portata della vicenda e verificare ulteriori responsabilità.

Questo caso sottolinea l’importanza della trasparenza e del controllo nei processi di condono edilizio, una materia spesso complessa e vulnerabile a fenomeni corruttivi, con gravi ricadute sulla gestione del territorio e sull’affidabilità delle istituzioni pubbliche.

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Cronaca

Arrestato 67enne a Olevano Romano per detenzione e spaccio di droga

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ADN24

Un’operazione mirata dei Carabinieri di Olevano Romano ha portato all’arresto di un uomo di 67 anni, residente nel comune, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’intervento, svolto nel pomeriggio di sabato scorso, rientra in un servizio finalizzato al contrasto del traffico di droga sul territorio.

L’uomo è stato fermato per un controllo mentre si trovava a bordo della propria auto, durante il quale i militari hanno rinvenuto una piccola quantità di cocaina. Il ritrovamento ha spinto i Carabinieri a eseguire una perquisizione nella sua abitazione, situata nelle vicinanze.

All’interno della casa, le forze dell’ordine hanno scoperto e sequestrato 12 dosi di cocaina già pronte per la vendita, insieme a circa 130 grammi di sostanza da taglio e materiale utilizzato per il confezionamento. Inoltre, è stata rinvenuta una somma di 365 euro in contanti, ritenuta il guadagno dell’attività illecita.

Il 67enne è stato posto agli arresti domiciliari e resta a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per il proseguimento delle indagini. L’operazione sottolinea l’attenzione delle forze dell’ordine nel monitorare e reprimere il fenomeno dello spaccio di stupefacenti anche in realtà di dimensioni più contenute.

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Cronaca

Arrestato trafficante internazionale con 87 kg di cocaina a Civitavecchia

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ADN24

La Polizia di Stato ha portato a termine un’importante operazione antidroga presso il porto di Civitavecchia, arrestando un trafficante internazionale che trasportava un carico di 87 kg di cocaina pura. Lo stupefacente, occultato con un sistema sofisticato all’interno di un camion, aveva un valore commerciale stimato di circa 10 milioni di euro.

L’operazione si è svolta in concomitanza con l’arrivo di un traghetto proveniente da Barcellona. Gli agenti della Polizia di Frontiera Marittima, effettuando controlli mirati sui veicoli a bordo, hanno individuato un autotrasportatore spagnolo alla guida di un mezzo pesante. Il comportamento del conducente, apparso subito agitato e poco collaborativo, ha attirato l’attenzione degli operatori.

Decisivo è stato l’intervento dell’unità cinofila: il cane poliziotto ha segnalato la presenza di tracce di sostanze stupefacenti nell’abitacolo del camion. Una perquisizione più approfondita ha portato alla scoperta di un sistema nascosto estremamente elaborato. Grazie all’uso di un telecomando e di fusibili, gli agenti hanno attivato un meccanismo che ha sbloccato un vano segreto situato sotto i sedili del mezzo.

All’interno del doppiofondo sono stati rinvenuti 79 panetti di cocaina pura, già pronti per essere immessi sul mercato. Il conducente è stato immediatamente arrestato e trasferito nella Casa Circondariale di Aurelia, dove rimane a disposizione dell’autorità giudiziaria per ulteriori indagini.

L’operazione rappresenta un colpo significativo alle reti internazionali di traffico di droga, confermando l’efficacia dei controlli e delle strategie adottate dalla Polizia di Stato per contrastare il fenomeno.

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