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Cronaca

Morte di Maati Moubakir, la madre chiede giustizia: “Non deve restare impunita”

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Una settimana dopo la tragica morte di Maati Moubakir, il 17enne ucciso a Campi Bisenzio, la madre Silvia Baragatti ha espresso il suo dolore e la sua determinazione durante la cerimonia di ricordo organizzata dal Comune. Circa 100 persone si sono ritrovate in via Tintori, dove Maati è stato trovato morto, per rendere omaggio alla sua memoria e chiedere giustizia.

“Ci sono genitori che non sanno cosa fanno i loro figli”, ha dichiarato Silvia Baragatti, sottolineando che il suo ragazzo è stato trovato morto, “lasciato solo” e senza aiuti. La donna ha criticato duramente l’indifferenza e il fallimento della società: “Questo è il fallimento della società, dell’umanità. Anche gli animali stanno accanto ai loro feriti”, ha detto con forza, aggiungendo che la sua “missione di vita” è ora ottenere giustizia per il figlio, affinché Maati non venga dimenticato.

Maati Moubakir è stato trovato morto per dissanguamento e per gravi lesioni causate da coltellate inferte da più aggressori. La madre ha anche sottolineato l’importanza di un cambiamento profondo nella cultura del nostro Paese: “Non deve più passare il messaggio che in questo Paese si può fare tutto senza conseguenze, che dopo due anni si è fuori. Basta.”

Il padre di Maati, Farid Moubakir, ha parlato con dolore e determinazione, dichiarando: “Chiediamo giustizia per nostro figlio, perché la sua vita è stata spezzata ingiustamente. Maati non era solo nostro figlio, era il figlio di tutti noi.” Con un accorato appello, ha aggiunto che il dolore della sua famiglia non deve essere vissuto da nessun altro, e che continuerà a lottare affinché sia fatta giustizia.

Nel corso della cerimonia, si è osservato un minuto di silenzio, e il padre ha recitato una preghiera musulmana in memoria del figlio. Il ricordo e la richiesta di giustizia per Maati sono ora al centro delle battaglie della sua famiglia, determinata a fare luce su questa tragica morte.

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Cronaca

Cremona | Coppia arrestata per spaccio di stupefacenti durante operazione della Polizia di Stato

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Durante un servizio di pattugliamento notturno nella città di Cremona, gli agenti della Squadra Volante della Polizia di Stato hanno arrestato un uomo e una donna, entrambi italiani e residenti in città, con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.

L’episodio è avvenuto nella notte dell’Epifania, quando gli operatori di polizia, durante un controllo ordinario delle strade cittadine, hanno notato un comportamento sospetto vicino alla finestra di un appartamento al piano terra. La persona osservata, il cui atteggiamento aveva insospettito gli agenti, era impegnata in movimenti insoliti e furtivi, circostanze che hanno indotto le forze dell’ordine a intervenire.

Il sospettato, fermato per un controllo, è stato trovato in possesso di sostanze stupefacenti. La situazione ha portato gli agenti a effettuare una perquisizione nell’abitazione collegata, dove sono stati rinvenuti ulteriori quantitativi di droga, denaro contante in banconote di vario taglio e strumenti utilizzati per l’attività di spaccio.

Entrambi gli arrestati, già noti alle forze dell’ordine per precedenti specifici in materia di stupefacenti, sono stati condotti in stato di fermo. Dopo le formalità di rito, saranno sottoposti a giudizio direttissimo.

L’operazione evidenzia l’attenzione costante delle forze dell’ordine nel contrasto al traffico di sostanze stupefacenti, con interventi tempestivi che mirano a prevenire e reprimere tali attività illegali sul territorio.

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Cronaca

Viterbo | Chiusura temporanea per rivendita di armi: violazioni riscontrate durante i controlli della Polizia

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Nei giorni scorsi, la Polizia di Stato ha disposto la chiusura per quindici giorni di una nota ditta di rivendita di armi e munizioni situata nel comune di Viterbo. Il provvedimento, firmato dal Prefetto e dal Questore della città, è stato adottato a seguito di gravi irregolarità riscontrate durante i controlli di polizia eseguiti dalla Divisione Polizia Amministrativa della Questura.

Durante le operazioni di verifica, sono emerse diverse violazioni relative alla gestione dell’attività commerciale. In particolare, sono stati riscontrati difetti nella corretta documentazione delle operazioni di acquisto e vendita di armi e munizioni, una mancanza di trascrizione obbligatoria come previsto dall’articolo 55 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza. Inoltre, sono state scoperte irregolarità nella detenzione di armi, con un numero superiore rispetto al limite consentito dalla legge. È emerso anche che armi sono state vendute a persone prive dei titoli necessari, in violazione delle normative europee che regolano la materia.

Le autorità hanno sottolineato come queste violazioni rappresentino un abuso grave delle licenze di polizia speciali rilasciate per attività di questo tipo. Infatti, la gestione di esercizi commerciali che trattano armi richiede un alto livello di diligenza, trasparenza e competenza, elementi fondamentali per garantire la sicurezza pubblica e il corretto esercizio della professione.

Il provvedimento di chiusura temporanea dell’esercizio è stato preso per garantire che vengano adottate le necessarie misure correttive e che l’attività commerciale operi in conformità con la legge, tutelando così la sicurezza della comunità. La Polizia di Stato ha ribadito l’importanza dei controlli periodici su esercizi di questa natura, al fine di prevenire eventuali rischi legati alla vendita di armi e munizioni.

Il titolare dell’attività, pertanto, è stato informato della sospensione temporanea e dovrà adeguarsi alle normative per poter riprendere la sua attività.

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Modica (RG) | Operazione contro il sequestro di persona: arresti e accuse di ritorsione legate al traffico di droga

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Nelle prime ore della mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Modica, supportati da unità specializzate dei comandi provinciali di Ragusa e Siracusa, hanno dato esecuzione a due distinti provvedimenti restrittivi, eseguiti a seguito di una lunga indagine coordinata dalle Procure della Repubblica di Catania, sia presso il Tribunale ordinario che presso il Tribunale per i minorenni. I destinatari degli arresti sono ritenuti responsabili del sequestro di persona avvenuto a Scicli lo scorso 20 giugno, evento che aveva suscitato grande allarme nella città.

Le indagini, dirette dalla Procura di Catania, hanno rivelato che il sequestro dei giovani era parte di una ritorsione legata a un furto di droga. Secondo quanto ricostruito, il sequestro avrebbe avuto come obiettivo il recupero di una partita di 4 chili di hashish, del valore di circa 15.000 euro, che era stata sottratta ai membri del gruppo arrestato. La droga era stata trafugata il 19 giugno da alcuni dei soggetti coinvolti nel sequestro, i quali avevano precedentemente fornito la merce a spacciatori locali.

Il sequestro, che ha visto il coinvolgimento di un gruppo di otto uomini armati di pistole, è avvenuto in due fasi. Inizialmente, due giovani sciclitani, uno dei quali minorenne, sono stati picchiati e minacciati, ma poi rilasciati. Successivamente, un altro giovane, ricercato dal commando, è stato rapito e portato via con la forza a bordo di un’auto. Durante il tragitto, il giovane ha tentato di fuggire, ma è stato ferito alla spalla da un colpo di pistola. Un cugino dell’ostaggio, nel tentativo di proteggere il ragazzo, è stato anche lui colpito a una gamba.

Il sequestro è avvenuto nella zona di Scicli e il giovane ostaggio è stato successivamente portato a Siracusa, dove è stato rinchiuso in un appartamento nel quartiere popolare di Santa Lucia, un luogo noto per essere utilizzato come covo per lo spaccio di stupefacenti.

L’operazione ha portato all’arresto di diversi membri del gruppo, accusati di essere responsabili di vari reati, tra cui il sequestro di persona, le lesioni personali e il traffico di droga. Le indagini, ancora in corso, hanno visto anche l’acquisizione di testimonianze e l’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza, che hanno aiutato a ricostruire i dettagli dei crimini.

Gli arrestati sono stati portati presso le carceri di Ragusa e l’Istituto Penale per i Minorenni di Catania-Bicocca, mentre l’inchiesta continua a fare luce sulle dinamiche di un gruppo criminale attivo nel traffico di stupefacenti. Le accuse e gli arresti sono stati convalidati dai giudici, e gli sviluppi investigativi potranno portare a ulteriori azioni legali nei prossimi giorni.

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