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Cronaca

Monreale (PA) | Arrestato 47enne per coltivazione e produzione di sostanza stupefacente

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A Monreale, i Carabinieri hanno arrestato un uomo di 47 anni, già noto alle autorità, con l’accusa di coltivazione e produzione di sostanze stupefacenti. L’arresto è avvenuto dopo un’attenta sorveglianza da parte dei militari, che avevano notato movimenti sospetti attorno all’abitazione del soggetto. Gli agenti, insospettiti dall’andirivieni frequente, hanno deciso di intervenire effettuando una perquisizione domiciliare, supportati dal Nucleo Cinofili di Palermo.

Durante la perquisizione, il cane antidroga “Ron” ha rinvenuto circa 160 grammi di infiorescenze di cannabis, nascosti in vaschette per gelato all’interno di un armadio, insieme a strumenti per la pesatura e il confezionamento della droga. L’operazione ha poi rivelato una serra artigianale situata in un terreno vicino alla casa, dove l’uomo coltivava sei piante di cannabis alte quasi due metri. Le piante erano pronte per essere raccolte e avrebbero generato un ricavo significativo se immesse sul mercato illegale.

Tutta l’attrezzatura per la coltivazione e la droga sequestrata sono state inviate al laboratorio per ulteriori analisi. L’arresto è stato convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo. Tuttavia, l’indagato resta soggetto alla presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, come previsto dal diritto costituzionale.

L’operazione dimostra il continuo impegno delle forze dell’ordine nella lotta contro il traffico di stupefacenti, un fenomeno che coinvolge spesso attività illecite locali e organizzazioni più ampie.

Cronaca

Vercelli | Accompagnamento al CPR di un cittadino comunitario gravato da numerosi reati

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Il 10 settembre 2024, il Questore di Vercelli, Dott. Giuseppe Mariani, ha emesso un provvedimento di allontanamento nei confronti di un cittadino romeno che, nel corso degli ultimi anni, ha accumulato una serie di condanne per reati contro il patrimonio e per violenza sessuale. L’uomo, presente in Italia dal 2017, aveva già ricevuto condanne per furto e rapina, e recentemente ha scontato una pena per violenza sessuale, terminata proprio il giorno stesso del provvedimento.

Dopo un’attenta analisi da parte dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Vercelli, è stato deciso che il cittadino rappresentava un rischio significativo per l’ordine e la sicurezza pubblica. In seguito a questo accertamento, il Prefetto di Vercelli ha autorizzato l’emissione di un provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale.

Il Questore di Vercelli ha quindi disposto che l’uomo fosse trasferito presso il Centro di Permanenza per il Rimpatrio (C.P.R.) di Ponte Galeria a Roma. Il trasferimento è avvenuto nel pomeriggio del 10 settembre, grazie alla cooperazione della Direzione Centrale dell’Immigrazione del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, che ha garantito un posto al C.P.R. per il trattenimento dell’individuo.

Il C.P.R. ospiterà il cittadino romeno fino alla definizione delle pratiche necessarie per il rimpatrio definitivo, assicurando così che il provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale venga eseguito in modo appropriato. Questo intervento evidenzia l’impegno delle autorità nel mantenere elevati standard di sicurezza e ordine pubblico sul territorio.

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Cronaca

Torino | Rintracciata donna che si era allontanata dalla propria abitazione senza avvertire i familiari

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Nei giorni scorsi, la Polizia Ferroviaria di Torino Porta Nuova ha portato a termine un’operazione di salvataggio che ha visto come protagonista una giovane donna in stato di vulnerabilità psichica e fisica. La ragazza, che era incinta, si era allontanata dalla sua abitazione senza avvertire alcun familiare, suscitando grande preoccupazione tra i suoi cari.

La segnalazione di scomparsa è giunta al Centro Operativo Compartimentale di Torino, grazie alla madre della giovane, visibilmente angosciata per la sicurezza della figlia. Gli agenti della sala operativa hanno immediatamente attivato le procedure previste, raccogliendo tutte le informazioni necessarie per localizzare la giovane.

Gli sforzi della polizia si sono concentrati sul contatto telefonico con la ragazza, che appariva chiaramente provata e spaventata. Attraverso numerosi tentativi di dialogo, gli agenti sono riusciti a stabilire una comunicazione continua, guadagnandole la fiducia e rassicurandola.

Una volta identificato il treno su cui la giovane stava viaggiando, gli agenti hanno contattato il capo treno, fornendo una descrizione dettagliata della donna per garantire che le fosse prestata assistenza immediata. Questo intervento rapido e coordinato ha permesso il ritrovamento della ragazza prima che potesse allontanarsi ulteriormente, assicurandole le cure sanitarie necessarie e facilitando il successivo ricongiungimento con la famiglia.

L’episodio dimostra l’efficacia e la prontezza del personale della Polizia Ferroviaria nel gestire situazioni di emergenza e garantire la sicurezza e il benessere dei cittadini.

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Cronaca

Enna | Misura cautelare nei confronti di esponenti delle famiglie mafiose di pietraperzia e regalbuto – VIDEO

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Questa mattina, la Polizia di Stato ha completato l’operazione “LUA MATER”, eseguendo due ordinanze di custodia cautelare emesse dal G.I.P. di Caltanissetta. L’operazione ha coinvolto membri delle famiglie mafiose di Pietraperzia e Regalbuto. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Caltanissetta, hanno portato al sequestro di due ingenti arsenali di armi pronte all’uso.

Nel corso delle indagini, che hanno visto la collaborazione del Servizio Centrale Operativo, della SISCO di Caltanissetta, della Squadra Mobile di Enna e del Commissariato di P.S. di Leonforte, sono stati rinvenuti e sequestrati:

  • 3 fucili mitragliatori Kalashnikov,
  • 8 fucili,
  • 9 pistole,
  • Munizionamento vario.

Le Indagini

La prima indagine, condotta dalla DDA di Caltanissetta e dalla SISCO di Caltanissetta, ha avuto come obiettivo la famiglia mafiosa di Pietraperzia. Durante le operazioni, è stata scoperta una parte considerevole dell’arsenale, con i soggetti indagati coinvolti nella sua manutenzione e custodia. Grazie a intercettazioni e perquisizioni, è emerso che B.L., già condannato per associazione mafiosa, e il suo figlio B.F., avevano nascosto armi in un terreno vicino alla loro proprietà. L’arsenale completo, comprendente 6 pistole, 5 fucili, 1 Kalashnikov e 1 mitragliatore, è stato recuperato dopo che gli indagati tentarono di spostarlo e interrarlo in un altro luogo.

La seconda indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Enna e dal Commissariato di Leonforte, ha riguardato l’articolazione mafiosa di Regalbuto, guidata dal pregiudicato A.P.A., già condannato nell’operazione “Go Kart”. Durante le operazioni, è stato rinvenuto e sequestrato un arsenale in un magazzino di un bar a Regalbuto, gestito dal cugino di A.P.A., A.P.F. L’arsenale includeva un Kalashnikov, 3 fucili, 2 pistole semiautomatiche, un revolver e munizionamento vario.

Le indagini hanno rivelato i legami stretti tra i gruppi mafiosi di Enna e il clan Santapaola di Catania. Anche dopo il sequestro di marzo, è emerso che i mafiosi tentavano di ricostituire l’arsenale perduto. A.P.A., tornato in libertà, ha cercato di ristabilire i suoi rapporti e il controllo a Regalbuto e oltre.

Il Dispositivo della Polizia di Stato

Circa 180 operatori della Polizia di Stato hanno eseguito le misure cautelari, effettuando perquisizioni sugli indagati e in luoghi a loro associati per rinvenire ulteriori armi. Inoltre, sono state effettuate 8 ulteriori perquisizioni nei confronti di altri soggetti sospettati. L’operazione ha coinvolto anche le Squadre Mobili di Palermo, Catania, Ragusa, Agrigento, le S.I.S.C.O. di Palermo, Catania e Messina, il Reparto Volo di Palermo, i Reparti Prevenzione Crimine di Palermo e Catania, il Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica di Enna, il Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Catania, e le Unità Cinofile delle Questure di Palermo e Catania, nonché la Polizia di Frontiera di Catania.

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