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Cronaca

Milano | Il detenuto morto a San Vittore era in attesa di giudizio

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Jussef Baron Motkar Loka, un giovane detenuto di 18 anni, ha tragicamente perso la vita nella notte scorsa a causa di un incendio divampato all’interno della sua cella nel carcere di San Vittore. Loka, arrestato alcuni mesi fa con l’accusa di rapina, si trovava in custodia cautelare in attesa di giudizio. La dinamica dell’incidente sembra indicare che il rogo sia iniziato da un materasso all’interno della cella.

Al momento dell’incendio, oltre a Loka, era presente un altro detenuto, che è riuscito fortunatamente a mettersi in salvo. Nonostante l’intervento delle autorità carcerarie, per il giovane non c’è stato nulla da fare: è rimasto intrappolato tra le fiamme, morendo carbonizzato. L’episodio ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza e le condizioni all’interno delle strutture penitenziarie, riaccendendo il dibattito sulle misure di prevenzione di simili tragedie.

Le autorità stanno ora conducendo indagini per accertare le cause esatte dell’incendio e verificare se ci siano state eventuali negligenze o malfunzionamenti nei sistemi di sicurezza della prigione. Questo tragico evento mette in luce le difficoltà che spesso affliggono il sistema carcerario, tra sovraffollamento e mancanza di risorse, temi che richiedono attenzione per prevenire ulteriori tragedie.

Cronaca

Barletta Andria Trani | Indagine “Raptor”, 6 misure cautelari

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Questa mattina, un’operazione coordinata dai Carabinieri del Comando Provinciale di Barletta-Andria-Trani ha portato all’arresto di sei persone accusate di associazione a delinquere, rapina, furto e riciclaggio. L’intervento, che ha visto la partecipazione di 50 militari supportati da unità specializzate, è stato effettuato in diverse località, tra cui Andria, e ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Trani.

L’inchiesta, denominata “Raptor”, è stata avviata tra dicembre 2023 e marzo 2024, e si è concentrata su reati predatori che coinvolgevano beni di valore, come macchinari e attrezzature pesanti. Gli indagati, tutti residenti ad Andria, avrebbero operato come un’associazione ben strutturata, dotata di armi e mezzi per inibire le comunicazioni, e avrebbero messo a segno vari furti e rapine, estendendo le loro attività anche a Matera e San Benedetto del Tronto.

Le indagini hanno utilizzato una combinazione di tecniche, tra cui intercettazioni telefoniche e ambientali, monitoraggio di veicoli e osservazione diretta. Questa operazione ha permesso di documentare l’esistenza dell’associazione e di decifrare il linguaggio criptico utilizzato dai membri per comunicare. Terminologie specifiche erano impiegate per riferirsi a strumenti e azioni legate ai loro crimini, il che ha contribuito a delineare chiaramente le loro operazioni illecite.

Tra le accuse, si segnala una rapina in un’azienda di trasporti ad Andria, durante la quale gli arrestati avrebbero minacciato il custode per appropriarsi di denaro. Inoltre, sono stati effettuati furti in diverse località, con un valore complessivo di circa 400.000 euro in beni rubati, tutti recuperati e restituiti ai legittimi proprietari.

Questo intervento evidenzia l’impegno costante delle forze dell’ordine nel contrastare i reati predatori e garantire la sicurezza nelle comunità locali. Le indagini sono ancora in corso e i responsabili dovranno affrontare il processo per stabilire la loro colpevolezza in merito ai reati contestati, in un contesto di pieno rispetto del diritto alla difesa.

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Cronaca

Taranto | Sequestro di oltre 73.000 prodotti pericolosi per la salute

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Proseguono senza sosta le attività del Gruppo di Taranto e della Compagnia di Manduria per contrastare la vendita di prodotti potenzialmente pericolosi per la salute pubblica. Recenti controlli hanno portato al sequestro di oltre 73.000 articoli in cinque esercizi commerciali situati a Taranto, Sava, San Pietro in Bevagna e Maruggio. Tra i prodotti confiscati figurano giocattoli, articoli per la pesca e bigiotteria, tutti privi delle informazioni obbligatorie previste dal “Codice del Consumo”.

Questo importante provvedimento sottolinea la necessità di garantire che i beni commercializzati sul territorio nazionale forniscano indicazioni chiare riguardanti la denominazione del prodotto, l’identità del produttore e la presenza di eventuali sostanze nocive. La mancanza di tali informazioni non solo viola le normative, ma mette anche a rischio la salute dei consumatori.

A conclusione delle indagini, i titolari delle attività interessate sono stati segnalati alle autorità competenti per le opportune azioni legali. Le indagini delle Fiamme Gialle si concentrano ora sulla disarticolazione della rete logistica e produttiva coinvolta nella distribuzione di questi beni non conformi, oltre che sul recupero dei proventi derivanti da tali attività illecite.

Il commercio di prodotti insicuri rappresenta una minaccia non solo per la salute pubblica, ma anche per il mercato legittimo, danneggiando le imprese che operano nel rispetto delle normative. Le azioni della Guardia di Finanza sono quindi fondamentali per tutelare sia i consumatori che le aziende oneste, garantendo un ambiente commerciale più sano e sicuro.

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Cronaca

Reggio Calabria | Confiscati beni a soggetto contiguo alla cosca Bellocco di Rosarno

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Le forze della Guardia di Finanza dei comandi provinciali di Reggio Calabria e Firenze, insieme al personale dello S.C.I.C.O. (Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata), hanno portato a termine un’importante operazione volta a contrastare le attività illecite della criminalità organizzata, con particolare riferimento alla cosca “Bellocco” di Rosarno. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Reggio Calabria, ha condotto all’applicazione di misure di prevenzione sia personali che patrimoniali nei confronti di un soggetto ritenuto vicino a questo gruppo criminale.

L’intervento ha comportato la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per l’indagato, nonché la confisca di beni del valore complessivo di circa 200 mila euro. I beni confiscati comprendono un’attività commerciale, un’imbarcazione da pesca, diversi veicoli e un fabbricato, tutti ritenuti sproporzionati rispetto alle entrate legittime dichiarate dal soggetto.

Le indagini che hanno portato a questo risultato sono state condotte nell’ambito di diverse operazioni di contrasto alla criminalità, tra cui “Magma”, “Erba di Grace” e “Buenaventura”. In particolare, il soggetto coinvolto era già stato condannato per traffico internazionale di stupefacenti e per estorsioni aggravate dal metodo mafioso. L’operazione “Magma”, conclusa nel 2019, aveva visto l’emissione di numerosi provvedimenti cautelari, mentre “Erba di Grace” e “Buenaventura” si erano concentrate su reati legati al traffico di droga e all’usura.

Il lavoro congiunto delle DDA di Reggio Calabria e Firenze, insieme ai reparti specializzati della Guardia di Finanza, ha permesso di ricostruire la situazione economica e patrimoniale del soggetto, dimostrando una netta sproporzione tra i beni posseduti e le entrate ufficialmente dichiarate. La successiva confisca del patrimonio ha rappresentato un duro colpo per le attività economiche legate alla cosca, confermando l’impegno costante delle istituzioni nel colpire non solo le persone coinvolte, ma anche le risorse finanziarie e materiali che alimentano le organizzazioni mafiose.

L’operazione evidenzia l’importanza delle indagini patrimoniali nel contrasto alla mafia, puntando a smantellare i network economici che sostengono le attività illecite. Grazie all’efficace collaborazione tra le varie Procure e le unità investigative, si continua a lavorare per garantire la legalità e proteggere il tessuto imprenditoriale sano dalla contaminazione mafiosa.

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