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Cronaca

Messina | Confiscati beni per 12 milioni di euro ad un noto professionista coinvolto in numerosi procedimenti penali

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Negli ultimi giorni, il Tribunale di Messina ha emesso due importanti provvedimenti di confisca di beni illecitamente acquisiti, per un totale di oltre 12 milioni di euro, segnando un significativo passo nella lotta contro il crimine economico e la corruzione.

Il primo provvedimento riguarda un noto professionista dell’area nebroidea, già coinvolto in numerosi procedimenti penali per truffa, reati fiscali, riciclaggio e autoriciclaggio. L’indagine ha rivelato che l’individuo aveva sfruttato la propria attività professionale per creare un sistema di truffe, ottenendo ingenti contributi pubblici per fini personali. La confisca ha interessato nove imprese, sette appartamenti, un fabbricato e diciassette terreni nelle province di Messina e Palermo, oltre a decine di rapporti finanziari, per un valore complessivo di circa 12 milioni di euro.

Il secondo provvedimento ha colpito un pregiudicato di Messina, attualmente detenuto, già condannato per una serie di reati gravi tra cui traffico di stupefacenti, rapina e estorsione. Le indagini dei Carabinieri hanno dimostrato che il patrimonio accumulato dall’individuo era sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati. La confisca ha riguardato sei abitazioni, un terreno agricolo e cinque veicoli, per un valore complessivo stimato di circa 350mila euro.

Questi provvedimenti rientrano nelle attività di prevenzione e contrasto alla criminalità economica condotte dalla Procura di Messina e dal “Gruppo Misure di Prevenzione”, che si occupa di misure patrimoniali e antimafia. Le confische hanno l’obiettivo di indebolire le strutture economiche illegali e garantire che i beni accumulati illecitamente siano restituiti alla collettività.

Si precisa che le misure adottate possono essere impugnate e modificate in seguito a ricorsi, e che gli indagati sono considerati presunti innocenti fino a una sentenza definitiva.

Cronaca

Messina | Arrestati due giovani per rapine, furti e ricettazione

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Due giovani messinesi sono stati arrestati dalla Polizia di Stato, a seguito di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina, su richiesta della Procura della Repubblica. I due sono gravemente indiziati di aver commesso una serie di crimini contro il patrimonio, tra cui rapine, tentate rapine, furti in abitazioni e aziende, e ricettazione di veicoli utilizzati per compiere i reati, nel corso degli ultimi sei mesi nella città di Messina.

Le indagini, condotte dalla Sezione antirapina della Squadra Mobile, hanno permesso di ricostruire le dinamiche dei crimini perpetrati, che hanno coinvolto esercizi commerciali come ristoranti, pizzerie, panifici e tabaccherie nel centro cittadino, e anche alcuni caselli autostradali. In diversi casi, i reati sono stati accompagnati da episodi di minaccia, con l’uso di pistole e coltelli per intimidire le vittime e impedire ogni reazione.

Gli accertamenti hanno portato alla identificazione dei due presunti autori, grazie a un attento lavoro investigativo svolto in collaborazione con la Procura della Repubblica di Messina, diretta dal dottor Antonio D’Amato. Il quadro probatorio raccolto ha convinto il Giudice per le indagini preliminari ad adottare la misura cautelare in carcere per entrambi gli indagati.

La Polizia di Stato continua il suo impegno nel contrasto alla criminalità, in particolare ai reati contro il patrimonio, con l’obiettivo di garantire la sicurezza dei cittadini e la tutela delle attività commerciali. Gli arrestati sono stati trasferiti in carcere, ma, come stabilito dalla legge, sono da considerarsi innocenti fino a eventuale condanna definitiva.

L’operazione evidenzia l’importanza della collaborazione tra forze dell’ordine e magistratura nel perseguire e contrastare i reati predatori, con l’obiettivo di ridurre l’impatto della criminalità sul territorio.

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Cronaca

Pescara | Arrestato minorenne per detenzione di stupefacenti e resistenza a pubblico ufficiale

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Un giovane di nazionalità egiziana, già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato nella giornata di ieri dagli agenti della Guardia di Finanza di Pescara con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, nonché di violenza e resistenza a pubblico ufficiale.

L’episodio si è verificato nei pressi della stazione ferroviaria di Pescara Centrale, dove i “baschi verdi” del Gruppo della Guardia di Finanza, impegnati in operazioni quotidiane contro il traffico di droga, hanno notato un comportamento sospetto da parte del minorenne. Il giovane, mentre si trovava vicino a una siepe, si era inginocchiato e stava scavando a mani nude nel terreno. Questo atteggiamento ha destato l’interesse dei militari, che hanno deciso di avvicinarsi per un controllo.

Alla vista degli agenti, il minorenne ha cercato di fuggire, dando il via a un inseguimento a piedi. Dopo un breve tratto, è stato raggiunto e bloccato dai finanzieri, ma ha reagito con violenza, cercando di colpire gli agenti con calci e pugni. Uno dei militari è rimasto ferito durante il confronto e ha dovuto ricorrere alle cure mediche, con una prognosi di 10 giorni.

Al momento dell’arresto, il giovane aveva nascosto in bocca tre involucri contenenti circa 15 grammi di hashish, destinato allo spaccio. La sostanza è stata prontamente sequestrata.

Il minorenne, assistito dal difensore d’ufficio e dal tutore legale, è stato portato in caserma per le formalità di rito e successivamente deferito alla Procura della Repubblica per i minorenni di L’Aquila, dove dovrà rispondere delle accuse di detenzione di stupefacenti, resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Dopo l’arresto, è stato trasferito presso il carcere minorile di Pescara.

Questo intervento rientra nelle attività quotidiane della Guardia di Finanza, che prosegue nell’azione di contrasto al traffico di stupefacenti e al crimine, in particolare nelle aree sensibili della città.

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Cronaca

Locri (RC) | Sequestro di 250 mila euro nascosti in auto

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ADN24

Nei giorni scorsi, i finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno sequestrato un’ingente somma di denaro, circa 250.000 euro, nascosta all’interno di un’auto che transitava lungo la S.S. 106 nel comune di Locri. Questo sequestro si aggiunge ai quasi 400.000 euro già confiscati dalla Guardia di Finanza nei giorni precedenti vicino al raccordo autostradale di Rosarno.

L’operazione è stata portata avanti dal Gruppo di Locri, nell’ambito di un’azione mirata al controllo economico-finanziario del territorio. Durante un normale controllo stradale, gli agenti hanno notato un comportamento sospetto da parte del conducente, che mostrava segni evidenti di nervosismo. Questo ha spinto i finanzieri ad approfondire il controllo del veicolo, che risultava essere intestato a una persona deceduta e senza alcun legame con l’autista.

L’ispezione ha rivelato che l’auto era stata modificata con doppifondi sotto i sedili anteriori, all’interno dei quali erano stati occultati i 250.000 euro in contante, suddivisi in banconote di vario taglio, da 5 a 500 euro. L’ingente somma di denaro è stata immediatamente sequestrata, e il conducente è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Locri per i dovuti accertamenti.

Questo sequestro testimonia l’impegno della Guardia di Finanza nel contrasto al riciclaggio e alla movimentazione illecita di denaro, attività che continua a monitorare con attenzione le arterie principali del territorio reggino.

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