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Cronaca

Messina | Arrestato latitante egiziano condannato per omicidio e tentato omicidio

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Un cittadino egiziano di 30 anni è stato arrestato dalla Polizia di Stato di Messina, dopo essere stato ricercato per quattro anni per un omicidio e un tentato omicidio commessi in Egitto nel 2020. L’uomo, colpito da un provvedimento di cattura internazionale, era stato condannato a 25 anni di reclusione dalla giustizia egiziana, con sentenza definitiva nel 2021.

Secondo le indagini, il latitante aveva ucciso un connazionale utilizzando armi e strumenti da taglio, infliggendo ferite mortali alla vittima. Un’altra persona era stata gravemente ferita nello stesso contesto, dopo essere stata picchiata e accoltellata, ma era sopravvissuta grazie all’intervento dei sanitari.

L’uomo, a seguito della condanna, era diventato un latitante ricercato a livello internazionale. Le autorità egiziane, con l’assistenza della Divisione Interpol del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, avevano attivato le procedure per la sua cattura, diffondendo la “RED NOTICE” per avvertire i Paesi membri. Questo ha consentito agli investigatori della Squadra Mobile di Messina di rintracciarlo in provincia di Messina e arrestarlo.

Il cittadino egiziano è stato immediatamente associato al carcere in attesa di estradizione, che avverrà tramite i canali diplomatici internazionali. Questo arresto rappresenta un altro successo nell’ambito della cooperazione tra le forze di polizia internazionali e le autorità locali nella lotta contro la criminalità internazionale.

Cronaca

Verbania | Violenta lite familiare, una donna arrestata per lesioni personali aggravate

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Un grave episodio di violenza domestica si è verificato nei giorni scorsi a Intra, Verbania, dove la Polizia di Stato è intervenuta a seguito di una segnalazione per una lite familiare. Gli agenti della Sezione Volanti, giunti rapidamente sul posto, hanno trovato una scena drammatica all’interno di un appartamento, con una donna gravemente ferita e l’altra intenta a immobilizzarla.

L’allarme era stato lanciato da una vicina di casa, testimone dell’aggressione. Secondo le prime ricostruzioni, una delle due sorelle coinvolte avrebbe colpito l’altra al capo con un oggetto contundente, identificato come un appendi cappello da termosifone. La vittima è stata trovata a terra in una pozza di sangue, con ferite tali da richiedere un immediato ricovero in ospedale. I medici hanno emesso una prognosi di 30 giorni.

Gli agenti, non senza difficoltà, sono riusciti a separare le due donne e a porre fine all’aggressione. L’oggetto utilizzato come arma è stato sequestrato, mentre l’aggressora è stata arrestata per tentato omicidio. Le prime indagini suggeriscono che il conflitto sia scaturito da problemi di alcolismo della vittima e da ripetute richieste di denaro per l’acquisto di bevande alcoliche.

L’Autorità Giudiziaria ha convalidato l’arresto, riformulando l’accusa in lesioni personali aggravate e disponendo per la donna la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Il caso evidenzia ancora una volta la complessità e la drammaticità delle dinamiche familiari che possono sfociare in episodi di violenza estrema, richiamando l’importanza di interventi tempestivi e di supporto per affrontare le problematiche sottostanti.

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Cronaca

Bologna | Smantellata rete di spaccio, 22 arresti e ingenti sequestri di droga

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La Polizia di Stato di Bologna ha portato a termine un’importante operazione antidroga culminata nell’esecuzione di 22 misure cautelari in carcere. L’indagine, avviata nel maggio 2021, ha svelato una complessa rete di spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti che operava principalmente nel quartiere Pilastro della città.

L’operazione ha permesso di individuare un’organizzazione criminale composta da spacciatori italiani che rifornivano clienti di origine araba. A loro volta, questi ultimi distribuivano la droga acquistata nelle principali piazze di spaccio. Il sodalizio utilizzava diverse basi operative per stoccare la droga e metodi di comunicazione sofisticati per eludere le intercettazioni.

Le indagini hanno portato alla scoperta di un gruppo albanese che fungeva da fornitore principale, con consegne regolari di oltre 3 kg di cocaina ogni due settimane. Complessivamente, sono stati sequestrati 800 grammi di cocaina, 150 grammi di eroina e 1 kg di marijuana, oltre a una pistola semiautomatica detenuta illegalmente da uno degli indagati.

Nel corso dell’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, sono state arrestate in flagranza di reato altre sette persone. Le accuse spaziano dalla detenzione e spaccio di stupefacenti al porto illegale di armi.

L’operazione rappresenta un colpo significativo al traffico di droga nella città, evidenziando ancora una volta l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare il crimine organizzato e la diffusione di sostanze stupefacenti.

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Cronaca

Ginosa (TA) | Arrestato un 27enne per violazione del divieto di avvicinamento

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I Carabinieri di Ginosa hanno arrestato un 27enne di origine romena per aver violato il divieto di avvicinamento alla casa familiare e alla sua compagna, misura cautelare già disposta nei suoi confronti a seguito di un precedente arresto per maltrattamenti.

La vicenda si è svolta durante un intervento dei militari, recatisi presso l’abitazione della vittima per una notifica. Con sorpresa, hanno trovato il giovane all’interno dell’abitazione, in chiara violazione del provvedimento restrittivo che gli era stato imposto. Di fronte a tale situazione, gli agenti hanno proceduto all’arresto in flagranza di reato, applicando le disposizioni previste dal “codice rosso” che regolano le misure di tutela per le vittime di violenza di genere.

Il 27enne è stato trasferito alla casa circondariale di Taranto, dove rimarrà in attesa del giudizio di convalida. Le autorità hanno sottolineato l’importanza delle normative introdotte negli ultimi anni, che consentono di agire con maggiore rapidità per proteggere le vittime e prevenire ulteriori episodi di violenza.

In attesa dell’esito del procedimento giudiziario, viene ribadito che l’indagato gode della presunzione di innocenza fino a una sentenza definitiva. Questo episodio rappresenta un ulteriore esempio dell’impegno costante delle forze dell’ordine nella lotta contro la violenza di genere e nella tutela delle persone vulnerabili.

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