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Cronaca

Macerata | Lotta agli affitti in nero: evasione fiscale nel settore delle locazioni immobiliari

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Le Fiamme Gialle di Camerino hanno recentemente condotto un’importante operazione contro l’evasione fiscale nel settore delle locazioni immobiliari, portando alla luce un sistema di affitti irregolari che ha coinvolto diversi proprietari. Questi ultimi, legati anche da rapporti familiari, avevano locato sei immobili per un valore complessivo di circa 80.000 euro, ma senza registrare i contratti presso l’Agenzia delle Entrate.

L’intervento è scaturito da un’attenta attività ispettiva, che ha permesso di ottenere l’autorizzazione per effettuare accessi presso le abitazioni dei proprietari. Durante queste verifiche, sono state rinvenute prove documentali che attestano sia le locazioni regolari sia gli affitti non dichiarati. La Guardia di Finanza ha così potuto accertare che ben nove persone, tra proprietari ed eredi, avevano omesso di comunicare le locazioni, contribuendo a un’evasione fiscale di oltre 68.000 euro dal 2018 al 2024.

In aggiunta, per l’anno 2023 è stata segnalata una base imponibile non dichiarata di circa 10.100 euro. Le sanzioni non si sono fatte attendere: uno dei proprietari è stato anche accusato di non aver informato le autorità competenti riguardo ai conduttori degli immobili locati in nero.

Questo intervento sottolinea l’importanza del lavoro delle Fiamme Gialle, che si pongono come baluardo contro le pratiche evasive, promuovendo un’economia più sana e giusta. La lotta all’evasione fiscale è essenziale per il rilancio economico del Paese e per garantire una distribuzione equa delle imposte tra i cittadini.

Cronaca

Verona | Evasione fiscale: arresti e sequestro per 33 milioni di euro

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Le forze dell’ordine di Verona hanno arrestato un imprenditore locale attivo nel commercio di prodotti petroliferi, suo figlio e il loro commercialista per una presunta frode fiscale multimilionaria. L’operazione, condotta dalla Guardia di Finanza in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, ha portato al sequestro di beni e fondi per oltre 33 milioni di euro, pari al presunto profitto ottenuto tramite l’evasione fiscale.

L’indagine ha svelato un complesso schema di frode basato su crediti d’imposta fittizi per circa 30 milioni di euro e l’emissione di fatture false per oltre 20 milioni, usate per ridurre drasticamente l’imposta sul valore aggiunto dovuta. I crediti fittizi, accumulati tramite acquisizioni a basso costo e contratti con società estere, sono stati contabilizzati per compensare il debito fiscale. Per occultare i profitti, gli indagati avrebbero utilizzato conti correnti sia nazionali che internazionali, aggirando i controlli fiscali.

A seguito delle indagini, l’Autorità Giudiziaria ha disposto, oltre agli arresti, il sequestro di immobili, veicoli e lo studio professionale del commercialista. Sebbene gli accusati si trovino in detenzione preventiva, la loro responsabilità verrà accertata solo in sede di giudizio, come previsto dalla presunzione di innocenza garantita dalla Costituzione.

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Cronaca

Cosenza | Dirigente dell’Asp citato per danno erariale da un milione di euro

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La Procura Regionale della Corte dei Conti ha avviato un’azione legale nei confronti di un dirigente dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Cosenza per un presunto danno erariale di circa un milione di euro. La Guardia di Finanza di Cosenza, incaricata dell’indagine, ha rilevato irregolarità in relazione alla fornitura di gas medicale per le strutture sanitarie locali.

Secondo quanto emerso dall’inchiesta, al dirigente viene contestato di non aver aggiornato il contratto per la fornitura di gas medicale, risalente al 2005, e di aver permesso il suo rinnovo per oltre un decennio senza adeguarlo alle normative vigenti sugli appalti pubblici. La mancata indizione di una nuova gara d’appalto avrebbe comportato il mantenimento di un prezzo più alto rispetto alla media di mercato, causando un danno economico all’azienda sanitaria.

L’indagine ha portato alla luce una spesa eccessiva per il gas medicale, applicando un costo superiore a quello pagato da altri presidi ospedalieri nella stessa provincia. Gli accertamenti, condotti dalla Guardia di Finanza, hanno incluso un’analisi comparativa delle fatture d’acquisto tra il 2019 e il 2023, dimostrando l’esistenza di costi superiori rispetto ai prezzi medi di altre forniture.

Questo episodio rappresenta l’ennesimo esempio dell’attenzione delle autorità nel contrasto agli sprechi e alle irregolarità nell’ambito della spesa pubblica, specialmente nel settore sanitario, dove fenomeni di questo tipo possono compromettere risorse destinate ai servizi essenziali.

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Cronaca

Ancona | Amministratore di sostegno accusato di peculato: sottratti 120.000 euro a un familiare vulnerabile

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Un amministratore di sostegno è stato denunciato dalla Guardia di Finanza di Ancona con l’accusa di peculato, in seguito a indagini che hanno rivelato presunte sottrazioni di denaro dai conti del proprio familiare, persona affetta da gravi deficit cognitivi e incapace di provvedere autonomamente alla gestione del proprio patrimonio. La somma, stimata in oltre 120.000 euro, era destinata al mantenimento e alle cure del familiare, ma sarebbe stata trasferita dall’amministratore sui propri conti tramite bonifici e prelievi di denaro in contante.

L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Macerata, ha incluso meticolosi accertamenti bancari e testimonianze che hanno contribuito a delineare le presunte condotte illecite. L’indagato, che per il suo ruolo è equiparato a un pubblico ufficiale, è soggetto agli obblighi di tutela delle persone che non sono in grado di gestire i propri beni e interessi; l’accusa di peculato implica che abbia abusato di questo ruolo a fini personali.

Il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Macerata ha disposto il sequestro preventivo di beni pari alla cifra sottratta, includendo due immobili e somme liquide dell’amministratore, per garantire la possibile restituzione delle risorse al familiare vulnerabile.

Questo intervento rappresenta un ulteriore passo della Guardia di Finanza nella lotta alla criminalità economica e a tutela delle persone più fragili. La presunzione di innocenza rimane garantita per l’indagato fino a un’eventuale sentenza definitiva.

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