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Cronaca

LIVORNO. Dopo oltre 40 anni di servizio, il Luogotenente Alfonso Di Stasio va in pensione

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Dopo una carriera di oltre 40 anni al servizio dello Stato, il Luogotenente Alfonso Di Stasio ha lasciato il servizio attivo, ponendo fine a un lungo e onorato percorso che lo ha visto arruolarsi nel 1983 e dedicarsi con impegno alla Guardia di Finanza. Il suo ultimo giorno in servizio, come comandante della 1ª Sezione Operativa del Gruppo Livorno, è stato salutato con un evento emozionante organizzato presso la caserma “Santini” di Livorno, alla presenza di numerosi colleghi, familiari e amici.

Il Luogotenente Di Stasio è stato un punto di riferimento per le Fiamme Gialle in porto, un uomo che si è sempre distinto per la sua cordialità, educazione e professionalità. In oltre 40 anni di carriera, quasi tutti trascorsi nel porto di Livorno, ha svolto il suo lavoro con serietà e discrezione, instaurando rapporti di fiducia con colleghi, operatori portuali, camionisti, e rappresentanti di altre forze di polizia e enti pubblici. Pur essendo impegnato in compiti di controllo e sanzione, Di Stasio ha sempre saputo mantenere un atteggiamento di rispetto e disponibilità, facendo comprendere con pazienza e diplomazia le responsabilità legate al suo lavoro.

Il saluto ufficiale si è svolto in un’atmosfera di grande affetto e riconoscimento per il suo operato. L’evento ha visto la partecipazione di oltre 100 persone, tra cui colleghi di lunga data, familiari, amici e rappresentanti dell’Autorità portuale, a testimonianza della stima e dell’affetto che Di Stasio ha suscitato in tutti coloro che hanno avuto l’opportunità di collaborare con lui.

Un lungo cammino, ricco di soddisfazioni e di momenti significativi, si è concluso con un commiato che ha messo in evidenza il grande spirito di servizio, la dignità e la dedizione con cui Di Stasio ha portato avanti il suo lavoro per più di quattro decenni.

Un sincero ringraziamento e un augurio di buona pensione a Alfonso, che lascia un’impronta indelebile nel cuore del porto di Livorno e nel Corpo delle Fiamme Gialle.

Cronaca

Frosinone: Arrestato per resistenza a pubblico ufficiale un cittadino Nigeriano

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Nel pomeriggio di giovedì, proseguono senza sosta le operazioni di controllo del territorio da parte dei Carabinieri nel comune di Frosinone. Durante uno di questi controlli, una pattuglia della Stazione di Frosinone Scalo ha arrestato un 27enne nigeriano, domiciliato ad Arce (FR), accusato di resistenza a pubblico ufficiale.

L’incidente si è verificato in Piazza Pertini, dove i militari hanno fermato il giovane per un controllo di routine. Alla richiesta di esibire i documenti, il cittadino ha reagito con violenza, sferrando un calcio al pannello posteriore dell’auto di servizio e aggredendo i Carabinieri con calci, pugni e sputi. La reazione aggressiva ha portato immediatamente all’intervento di un equipaggio della Sezione Radiomobile della NOR Carabinieri, che ha supportato le operazioni di arresto.

Le successive verifiche nella banca dati hanno rivelato che il giovane era colpito da un “foglio di via”, con un divieto di ritorno nel comune di Frosinone. Questo aggravante ha reso necessario il suo arresto in flagranza di reato. Il nigeriano è stato quindi condotto presso il Comando Provinciale Carabinieri e trattenuto in camera di sicurezza in attesa della convalida dell’arresto.

A seguito dell’aggressione, i due Carabinieri coinvolti nell’incidente sono stati visitati dai medici dell’ospedale di Frosinone, dove hanno ricevuto una prognosi di qualche giorno. La vicenda sottolinea l’importanza del continuo controllo del territorio e la determinazione delle forze dell’ordine nel mantenere l’ordine pubblico.

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Cronaca

ROMA-Carabinieri fermano due donne accusate di tentata estorsione aggravata dopo rapporto sessuale con un cliente

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Due donne di nazionalità romena, rispettivamente di 21 e 22 anni, sono state fermate dai Carabinieri della Stazione di Roma Borgata Ottavia con l’accusa di tentata estorsione aggravata in concorso. Le due, senza fissa dimora e con precedenti penali, sono state raggiunte dal provvedimento a seguito di una denuncia presentata da un 27enne romano.

Secondo quanto dichiarato dalla vittima, il 4 novembre scorso si era recato in via Palmiro Togliatti per incontrare due donne dedite alla prostituzione. Dopo aver consumato un rapporto sessuale con loro, l’uomo si è accorto di non avere con sé la somma di 400 euro pattuita per il pagamento del servizio. Non riuscendo a prelevare il denaro da un bancomat, in quanto aveva già raggiunto il limite di prelievo giornaliero, ha tentato di recuperarlo recandosi a casa propria, ma senza successo.

Le due donne, tuttavia, non si sono fermate e lo hanno seguito fino alla sua abitazione, dove, dopo il fallimento del tentativo di recuperare i soldi, gli hanno imposto di lasciare l’auto come garanzia fino al pagamento del debito. L’uomo, preoccupato per la sicurezza sua e della madre anziana con cui vive, ha ceduto alla richiesta delle due ragazze, recandosi in un’altra zona della città, in via delle Acacie, dove ha parcheggiato la sua auto e consegnato le chiavi a una delle due.

Nonostante la restituzione della vettura, le ragazze hanno alzato la posta, chiedendo 800 euro prima, e poi addirittura 1000 euro, minacciando di vendere l’auto a pezzi se non avessero ricevuto il pagamento. Timoroso per la propria incolumità e quella della madre, l’uomo ha deciso di rivolgersi ai Carabinieri.

Grazie alla denuncia, gli inquirenti, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico delle due donne, che sono state rintracciate e fermate. Le due sono state associate al carcere femminile di Roma Rebibbia, dove il Tribunale ha convalidato il fermo e disposto l’obbligo di presentazione in caserma.

L’operazione sottolinea l’efficacia dell’intervento delle Forze dell’Ordine nel contrastare reati di estorsione e nella tutela della sicurezza dei cittadini.

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Giornata Mondiale per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza: un’occasione per riflettere sulla violenza nei confronti dei minori

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la Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, una ricorrenza che invita alla riflessione sulla condizione dei più giovani e sui diritti che devono essere garantiti loro. La data ricorda l’adozione, nel 1959, della Dichiarazione dei diritti del fanciullo da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, un documento che nel 1989 è stato ampliato con la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Questo trattato ha segnato una svolta significativa nel modo di considerare i bambini e i ragazzi, non più solo come soggetti vulnerabili e bisognosi di protezione, ma anche come cittadini con diritti inalienabili, tra cui quello alla vita, alla salute, all’istruzione, al gioco, alla protezione dalla violenza, alla non discriminazione e all’ascolto.

In questa occasione, il Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale ha pubblicato un rapporto sui reati che riguardano la violenza contro i minori, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e monitorare l’evolversi del fenomeno. Il documento esamina i reati legati ai minori nei periodi 2022-2023 e 1° gennaio – 30 giugno 2024, confrontandoli con l’anno precedente. I reati in questione comprendono abbandono di persone minori o incapaci, abuso dei mezzi di correzione o di disciplina, adescamento di minorenni, atti sessuali con minorenni, maltrattamenti in famiglia, pornografia minorile, sottrazione di persone incapaci, violazione degli obblighi di assistenza familiare, e vari tipi di violenza sessuale.

Il rapporto ha rilevato un incremento complessivo del 10% dei reati nei primi sei mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tra gli aumenti più significativi, si segnala un +22% nei casi di abuso dei mezzi di correzione, un +15% nei maltrattamenti familiari e un +15% nella sottrazione di persone incapaci. Allo stesso tempo, si sono registrati cali nelle violenze sessuali aggravate commesse in istituti scolastici (-24%) e nell’adescamento di minorenni (-16%).

Tra le vittime, si segnala un incremento significativo per alcune categorie di reato, come l’abbandono di minori (+12%) e la pornografia minorile (+83%). Le vittime di reati sessuali sono in prevalenza di genere femminile, mentre per i crimini legati all’abbandono, all’abuso di correzioni e alla violazione degli obblighi di assistenza familiare, le vittime sono per lo più maschili.

Una parte rilevante del rapporto è dedicata ai crimini legati al mondo digitale, grazie anche al contributo del Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica. Nel biennio 2022-2023, si è registrato un calo nei casi di adescamento online e cyberbullismo, ma un aumento delle pratiche di “sextortion” e del fenomeno del “revenge porn”, ossia la diffusione di immagini o video sessuali senza il consenso della persona ripresa. Sebbene il numero complessivo di vittime minori di revenge porn sia diminuito dell’8%, il numero di vittime tra i minori di 14 anni rimane allarmante, segnalando la gravità del problema, anche in termini di impatti psicologici sullo sviluppo delle giovani vittime.

Il rapporto si conclude con un richiamo all’importanza del lavoro delle Forze di Polizia nel contrasto alla violenza contro i minori. Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, attraverso un continuo miglioramento delle competenze investigative, contribuisce attivamente alla prevenzione e alla repressione di questo fenomeno. La protezione dei minori è fondamentale per il nostro presente e il nostro futuro, e solo attraverso un impegno costante e condiviso possiamo garantire che i diritti dei più giovani siano rispettati e tutelati in ogni contesto.

La Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, dunque, non è solo un’occasione per celebrare i progressi compiuti, ma anche un momento di riflessione sui passi ancora necessari per proteggere i bambini e gli adolescenti da abusi e violenze, sia nel mondo reale che virtuale.

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