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Cronaca

Lecco | Tre corpi recuperati nel fiume Adda in poche ore a Paderno d’Adda

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In un tragico susseguirsi di eventi, tre cadaveri sono stati ritrovati nelle acque del fiume Adda, nella zona di Paderno d’Adda, in provincia di Lecco, nel giro di poche ore. Il primo corpo recuperato è stato quello di una donna di circa 50 anni, seguito poco dopo da un altro rinvenimento, questa volta di un uomo di 80 anni, un pescatore.

Il terzo recupero è avvenuto durante le operazioni di ricerca di una persona che si era presumibilmente gettata dal ponte San Michele. Mentre le squadre di soccorso erano alla ricerca di questa persona, hanno scoperto un cadavere in avanzato stato di decomposizione. L’individuo, un uomo di 50 anni originario di Villa d’Adda, in provincia di Bergamo, risultava scomparso da alcune settimane.

L’accaduto ha suscitato grande preoccupazione tra la comunità locale e le autorità sono ora impegnate a determinare le cause di questi tragici episodi.

Cronaca

Roma, Milano e Napoli: sciopero di 24 ore paralizza il trasporto pubblico

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L’Italia è stata attraversata oggi da uno sciopero di 24 ore che ha paralizzato il trasporto pubblico nelle principali città, generando disagi per i pendolari e i cittadini che utilizzano quotidianamente metro, bus e altri mezzi di trasporto. La protesta, che è iniziata questa mattina alle 5:30, ha coinvolto Roma, Milano, Napoli e altre città, con un impatto significativo sui servizi di trasporto locale.

A Roma, la fermata totale delle metropolitane ha avuto un effetto devastante sul flusso di passeggeri. Tutte le linee della metro sono state sospese, e anche i bus hanno visto una significativa riduzione delle corse, aggravando ulteriormente i problemi di mobilità nella capitale. I cittadini sono stati costretti a cercare soluzioni alternative per spostarsi, creando ingorghi e lunghe code in alcune aree nevralgiche della città.

Milano ha vissuto una situazione simile, sebbene con alcune differenze. Tre linee della metropolitana sono rimaste completamente chiuse per tutta la giornata, mentre una quarta linea ha operato solo parzialmente. Inoltre, anche i bus, tram e filobus sono stati ridotti, lasciando migliaia di pendolari senza un mezzo di trasporto pubblico disponibile. La città meneghina ha dovuto fare i conti con il traffico aumentato a causa di questi disservizi, con un impatto notevole sulla mobilità urbana.

A Napoli, la situazione è stata altrettanto critica. I treni della EAV (Ente Autonomo Volturno) sono stati completamente fermi, insieme a tram e funicolari. Anche la Linea 1 della metropolitana ha sospeso il servizio dalle 9:30, creando enormi difficoltà per chi dipende da questi mezzi per spostarsi. Il blocco totale ha paralizzato il sistema di trasporti cittadini, costringendo molti a cercare alternative o a fare affidamento su mezzi privati.

Anche altre città, come Bologna, hanno subito disagi simili, con rallentamenti e interruzioni dei servizi di trasporto pubblico locale. Lo sciopero, che ha avuto una forte adesione da parte dei lavoratori del settore, è stato indetto per protestare contro le condizioni di lavoro e per chiedere maggiori investimenti nel settore del trasporto pubblico.

Questa giornata di sciopero ha messo in evidenza le problematiche strutturali e le difficoltà che il trasporto pubblico italiano sta affrontando. Sebbene le ragioni della protesta siano legate principalmente a questioni sindacali e alle condizioni di lavoro, i disagi per i cittadini sono stati inevitabili. Con la conclusione dello sciopero prevista per le prime ore di domani, si spera che le autorità e le organizzazioni sindacali possano trovare soluzioni condivise per evitare che situazioni simili si ripetano in futuro.

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Cronaca

Budapest, Meloni risponde a Schlein: “difendiamo i lavoratori meglio della sinistra al caviale”

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In un contesto politico sempre più acceso, il confronto tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, continua a riscaldarsi. Durante un intervento rilasciato oggi da Budapest, Meloni ha risposto alle critiche mosse dalla leader del PD riguardo al suo impegno per i diritti sindacali, sottolineando come il suo governo tuteli i lavoratori in modo molto più efficace rispetto a quella che ha definito la “sinistra al caviale”.

Le parole della Meloni sono arrivate a seguito delle dichiarazioni di Schlein, che aveva commentato il messaggio inviato dalla premier al deputato di Fratelli d’Italia durante un vertice informale dell’Unione Europea, dove Meloni era presente nonostante fosse influenzata. Secondo Schlein, il gesto di Meloni avrebbe avuto implicazioni politiche discutibili, suscitando reazioni dure da parte della politica di sinistra.

Nel suo intervento, Meloni ha ribadito che le critiche alla sua azione non sono che polemiche sterili. “Mi dispiace che anche su questo si riesca a fare una polemica su una cosa completamente inutile”, ha dichiarato, chiarendo che non comprende la natura delle accuse mosse nei confronti del suo governo. Inoltre, la premier ha evidenziato come l’esecutivo da lei guidato stia affrontando le problematiche relative ai diritti dei lavoratori con un approccio pratico e concreto, senza l’approccio elitarista che, a suo avviso, caratterizza le forze politiche di sinistra, definendole come appartenenti alla “sinistra al caviale”.

Questa dichiarazione riflette la continua contrapposizione tra le due forze politiche, con Meloni che sfida apertamente la visione della sinistra riguardo alla tutela dei diritti dei lavoratori. In particolare, la premier ha voluto sottolineare come il governo stia promuovendo politiche che favoriscano concretamente la classe lavoratrice, in netto contrasto con le visioni teoriche e lontane dalla realtà quotidiana di parte dell’opposizione.

Il dibattito si inserisce in un più ampio contesto politico europeo e nazionale, dove il confronto sui diritti dei lavoratori è uno degli argomenti più discussi. In questo scenario, la figura di Meloni si è ormai consolidata come un punto di riferimento per una parte del paese che ritiene necessario un cambiamento nelle politiche economiche e sociali, mentre la sinistra, rappresentata da Schlein, continua a criticarne le scelte, proponendo un modello che, secondo molti osservatori, appare più distante dalle esigenze pratiche di gran parte degli italiani.

L’episodio di oggi dimostra ancora una volta quanto il dibattito tra il governo e l’opposizione sia vivo e acceso, con entrambe le parti che cercano di guadagnare terreno in vista delle prossime sfide politiche.

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Cronaca

Roma, oncologia in crisi: ridotti oltre 1.100 posti letto in dieci anni, mancano specialisti

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In Italia, ogni giorno si registrano circa 1.000 nuove diagnosi di cancro, un dato che continua a crescere annualmente. Tuttavia, questo aumento della domanda di cure si scontra con un sistema sanitario che fatica a rispondere adeguatamente. Negli ultimi dieci anni, infatti, sono stati tagliati oltre 1.100 posti letto nei reparti pubblici di oncologia, passando da 5.262 nel 2012 a soli 4.159 nel 2022. Una situazione che si aggrava ulteriormente con la carenza di medici specialisti e infermieri, creando una vera e propria emergenza a livello nazionale.

Il quadro, definito “preoccupante” dal presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), Francesco Perrone, è stato tracciato durante l’apertura del 26° congresso nazionale dell’associazione. L’Aiom, in un appello alle istituzioni, sollecita un maggiore impegno finanziario per affrontare la crescente richiesta di assistenza oncologica. “L’oncologia necessita di maggiori risorse per rispondere all’aumento della domanda e per garantire una cura adeguata a chi vive con il cancro”, ha dichiarato Perrone. L’incremento delle capacità terapeutiche ha, infatti, reso possibile mantenere la malattia in uno stato cronico, ma gli investimenti pubblici non sono stati proporzionati a questa evoluzione.

La scarsità di specialisti è un altro nodo cruciale: le scuole di specializzazione di oncologia, infatti, iniziano a presentare posti vacanti, creando un vuoto che rischia di compromettere ulteriormente la qualità dell’assistenza. Questo problema si amplifica a causa delle disparità tra le diverse regioni italiane, che spesso vedono un accesso più limitato alle cure.

Oltre ai posti letto, alle strutture e al personale, vi è la necessità di investire anche in altre aree fondamentali per la qualità della cura oncologica. Tra questi, l’assistenza psiconcologica, che ancora oggi manca in troppi ospedali, e l’assistenza domiciliare oncologica, disponibile solo nel 69% delle strutture. Inoltre, i tempi di accesso ai nuovi farmaci, che in Italia superano i 14 mesi, sono ben superiori rispetto ad altri paesi come la Germania, dove il tempo di attesa è di soli 3 mesi.

L’Aiom ha anche sottolineato l’importanza di rispondere alle difficoltà di accesso alle cure per gruppi vulnerabili, come persone transgender, immigrati, detenuti e cittadini che vivono in zone di conflitto. In questo contesto, l’Associazione ha chiesto un cambiamento sostanziale nelle politiche sanitarie, con una maggiore attenzione alla qualità della vita dei pazienti e al miglioramento dell’efficienza dei servizi oncologici.

Nonostante queste criticità, il presidente eletto dell’Aiom, Massimo Di Maio, ha evidenziato la resilienza del sistema oncologico italiano, che riesce a mantenere alti standard di cura e ricerca. Ma per garantire un futuro più sostenibile e accessibile a tutti i pazienti, è necessario un intervento urgente da parte delle istituzioni.

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