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Cronaca

Gran Sasso, il dolore del papà di Luca Perazzini: ‘Il suo telefonino squilla ancora, è devastante’

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ADN24

Due giorni dopo il ritrovamento dei corpi senza vita di Cristian Gualdi e Luca Perazzini, i due alpinisti romagnoli dispersi sul Gran Sasso a causa di una caduta domenica 22 dicembre, si è svolta una fiaccolata in loro ricordo. Più di 300 persone si sono riunite sabato 28 dicembre nella frazione di Santarcangelo di Romagna, San Vito, per onorare i due giovani scomparsi. La fiaccolata ha avuto luogo al Ponte Romano di San Vito, dove vivevano i due alpinisti. I partecipanti, con le candele in mano, hanno camminato in silenzio, condividendo il dolore per la tragedia che ha colpito le famiglie delle vittime.

Giancarlo Perazzini, padre di Luca, ha parlato con profonda commozione durante l’evento: «Luca era la nostra ancora, andava sempre a cento all’ora. Il suo telefonino squilla ancora, è una cosa devastante». Queste parole esprimono l’immenso dolore di un padre che ha perso il figlio in un modo tragico e prematuro. Giancarlo ha anche ricordato come Luca fosse sempre molto attivo e pieno di vita, un ragazzo che amava affrontare nuove sfide. «Luca c’era già stato un anno fa su quella cima», ha continuato il padre, spiegando che i due amici alpinisti avevano previsto di salire e scendere in sicurezza dal Gran Sasso, ma le condizioni meteo improvvise e violentissime hanno cambiato il corso degli eventi. «C’erano venti a 140 km orari, il nevischio. Li hanno scaraventati come due foglie giù per quel canalone», ha aggiunto, descrivendo la furia del tempo che ha causato la tragedia.

Nonostante il dolore, Giancarlo ha espresso la sua gratitudine per i soccorritori che, nonostante le difficoltà, hanno fatto di tutto per cercare i dispersi. «I soccorritori non si vedevano nemmeno la punta delle scarpe, sono stati incredibili, eppure hanno fatto tutto il possibile in condizioni terribili. Quel meteo è cambiato con ore di anticipo rispetto alle previsioni», ha dichiarato il padre. Le operazioni di recupero sono state difficili, e Luca è stato trovato sotto due metri di neve. Giancarlo ha poi aggiunto: «Il suo telefonino suona ancora, chissà quando ritroveranno il suo zaino».

Luca Perazzini e Cristian Gualdi sono stati descritti come due ragazzi pieni di vita, sempre pronti ad affrontare nuove avventure. Giancarlo ricorda che Luca, ogni volta che affrontava una sfida, pensava già alla prossima, e non avrebbe mai immaginato che quella montagna sarebbe stata l’ultima. I funerali dei due alpinisti si terranno il 2 gennaio a Santarcangelo di Romagna. Le cerimonie funebri si svolgeranno in due chiese distinte: alla Collegiata di Santarcangelo e nella parrocchia di San Vito. In loro memoria, i cittadini sono invitati a partecipare a un momento di raccoglimento collettivo. Lunedì 2 gennaio, le vie del centro si riempiranno di candele accese, una simbolica luce che unisce la comunità in questo doloroso momento di addio. I negozi del centro e i cittadini sono stati invitati a partecipare accendendo luci alle loro vetrine e finestre.

La fiaccolata e la cerimonia di raccoglimento rappresentano il tentativo di una comunità di stringersi attorno alle famiglie in lutto, unendo il dolore e la memoria di due giovani vite spezzate troppo presto.

Cronaca

Rimini | Egiziano accoltella 4 persone: ucciso dai carabinieri durante l’intervento

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Un drammatico episodio si è verificato martedì sera a Villa Verucchio, nel Riminese, dove un cittadino egiziano è stato ucciso da un carabiniere dopo aver accoltellato quattro persone in strada. I fatti sono accaduti intorno alle 22:30, durante i festeggiamenti per il Capodanno, in un contesto che ha seminato panico tra i presenti.

Le aggressioni: quattro feriti, tra cui un 18enne

La prima vittima dell’aggressione è stata un 18enne che stava acquistando sigarette presso un distributore automatico. L’uomo lo ha colpito alle spalle con un coltello. Subito dopo, il ragazzo è stato raggiunto da alcuni amici che lo hanno soccorso, ma l’aggressore ha continuato a inseguirli, ferendo altri due giovani: uno alla pancia e un altro al fianco.

Successivamente, l’uomo è tornato sui suoi passi e ha aggredito una coppia di anziani e una ragazza. Le persone colpite sono state portate in ospedale, ma fortunatamente nessuno risulta in pericolo di vita.

L’intervento dei carabinieri e lo scontro fatale

All’arrivo della pattuglia dei carabinieri, l’uomo si è mostrato minaccioso e ha tentato di accoltellare uno dei militari. Dopo un colpo di avvertimento sparato in aria, il carabiniere ha esploso un colpo fatale per fermare l’aggressore, che continuava ad avanzare brandendo il coltello.

Le testimonianze: “Non ci mollava più”

Nicola, 18 anni, ha raccontato i momenti di terrore vissuti:

“Ci seguiva con il coltello in mano, ha colpito un mio amico alla pancia e un altro al fianco. Scappavamo, ma lui continuava a inseguirci. Abbiamo cercato di allontanarlo dalla folla per evitare un disastro.”

Secondo i testimoni, prima di accoltellare il 18enne, l’aggressore avrebbe tentato di colpire un uomo presso un bancomat, ma senza riuscirci.

Indagini in corso

La magistratura ha avviato un’indagine per ricostruire con precisione la dinamica dei fatti e accertare le motivazioni dell’aggressore, al momento ignote. L’episodio ha scosso profondamente la comunità locale, in una serata che avrebbe dovuto essere di festa e che si è trasformata in tragedia.

Le autorità hanno espresso vicinanza ai feriti e stanno lavorando per fare piena luce sull’accaduto.

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Cronaca

Andria | Tragedia a Capodanno: bimbo di sei anni perde un dito con una pistola a salve

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Ad Andria, la notte di Capodanno si è trasformata in dramma per una famiglia quando un bambino di sei anni ha perso un dito a causa dell’esplosione di una pistola a salve. L’arma gli era stata consegnata dal padre per festeggiare l’arrivo del nuovo anno.

Il piccolo, gravemente ferito alle mani, è stato portato inizialmente al pronto soccorso dell’ospedale Bonomo di Andria. Successivamente, vista la gravità delle lesioni, è stato trasferito al Policlinico di Bari, dove si trova ricoverato. I medici hanno confermato la perdita irreversibile del pollice.

L’episodio solleva nuovamente l’attenzione sulla pericolosità di gesti irresponsabili durante i festeggiamenti, soprattutto quando coinvolgono bambini e materiali esplosivi o potenzialmente pericolosi. Le autorità stanno indagando sull’accaduto.

Un altro caso che richiama l’importanza della prevenzione e della responsabilità per evitare che una notte di festa si trasformi in una tragedia familiare.

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Cronaca

Pisa: risarcimento di 3,8 milioni di euro per una diagnosi errata su un neonato

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Pisa – La Corte d’Appello di Firenze ha condannato l’Azienda ospedaliero universitaria Pisana (Aoup) a risarcire 3,8 milioni di euro a un quindicenne di Pisa e alla sua famiglia per una diagnosi errata risalente al 2009. L’errore, che ha portato a una grave invalidità, è stato attribuito a un “falso negativo” durante il test neonatale per la fenilchetonuria, una malattia genetica che, se diagnosticata tempestivamente, può essere gestita con una dieta adeguata.

La vicenda

Alla nascita, il bambino fu sottoposto a un test di screening per individuare la fenilchetonuria, una patologia genetica che impedisce al corpo di metabolizzare correttamente la fenilalanina, un aminoacido presente in molti alimenti. Tuttavia, secondo la sentenza, la struttura sanitaria non somministrò un test idoneo a rilevare la malattia. Questo ritardo diagnostico impedì l’adozione di un’alimentazione mirata nei primi mesi di vita, causando al bambino un grave deficit intellettivo e una disabilità permanente.

Le responsabilità dell’Aoup

La sentenza ha evidenziato che l’errore fu causato da un’esecuzione inadeguata del test, sottolineando che l’ospedale avrebbe dovuto utilizzare strumenti in grado di individuare la patologia. Per i giudici, la mancanza di diagnosi tempestiva rappresenta una negligenza che ha avuto conseguenze devastanti sulla vita del giovane e della sua famiglia.

Cos’è la fenilchetonuria

La fenilchetonuria è una malattia genetica rara che può essere controllata con una dieta speciale a basso contenuto di fenilalanina, se individuata nei primi mesi di vita. In caso contrario, come accaduto in questa vicenda, la malattia può portare a danni neurologici irreversibili, invalidità e deficit intellettivi.

Il risarcimento e le reazioni

Il risarcimento, quantificato in 3,8 milioni di euro, servirà a sostenere le cure e le necessità del ragazzo, oltre a compensare il danno subito dalla famiglia. La decisione della Corte d’Appello di Firenze è stata accolta come un riconoscimento delle responsabilità della struttura sanitaria, ma ha anche riacceso il dibattito sull’importanza della qualità e dell’accuratezza dei test neonatali.

Questa vicenda sottolinea la necessità di garantire standard elevati nei controlli diagnostici, poiché un errore in questa fase può avere conseguenze irreparabili per tutta la vita.

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