Cronaca

Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria arrestato per corruzione: cosa è successo?

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Un grave sconvolgimento politico-giudiziario ha colpito Genova e la Liguria dalla mattina di oggi. Il Presidente della Regione Giovanni Toti è stato posto agli arresti domiciliari insieme al suo stretto collaboratore e capo dell’ufficio di gabinetto Matteo Cozzani, e all’imprenditore Aldo Spinelli. Ancor più sorprendente è il carcere per Paolo Emilio Signorini, amministratore delegato di Iren, una delle principali aziende nel settore dell’energia, nonché ex presidente dell’autorità portuale del Mar Ligure Occidentale.

Le indagini dei magistrati hanno rivelato un sistema corruttivo in atto da anni, coinvolgendo figure di spicco della politica e dell’imprenditoria ligure, a cominciare dal Presidente della Regione, Giovanni Toti, ora agli arresti domiciliari. L’accusa a suo carico è di corruzione, per aver ricevuto circa 74.000 euro per favorire determinate pratiche edilizie, e di scambio di voti con il clan mafioso dei Cammarata, originario della provincia di Caltanissetta ma attivo anche in Liguria. In cambio di un pacchetto di voti, Toti e Cozzani avrebbero promesso opportunità lavorative agli affiliati del clan. Cozzani è inoltre accusato di corruzione elettorale aggravata dal legame con la mafia.

Al centro di questo sistema corruttivo figura Aldo Spinelli, che per anni ha gestito le attività portuali di Genova. Le indagini sono partite da una proroga trentennale concessa alla sua società per gestire un terminal portuale genovese. Dopo il rinnovo dell’appalto, la società di Spinelli avrebbe fatto bonifici per finanziare il comitato elettorale di Toti. Per favorire la proroga dell’appalto, Paolo Emilio Signorini avrebbe ricevuto soggiorni di lusso e incontri con escort. Ulteriori favori sono stati concessi a Spinelli, come la riqualificazione di un’area boschiva a Celle Ligure per la costruzione di una residenza di lusso. Inoltre, ci sarebbero stati vantaggi per la costruzione di supermercati Esselunga in cambio di pubblicità elettorale.

In queste ore sono in corso perquisizioni negli uffici della Regione Liguria, e i magistrati hanno disposto il sequestro di beni per circa 570.000 euro.

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