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Cronaca

Gela (CL) | Sequestrata pistola con matricola abrasa: arrestato giovane

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ADN24

A Gela, i finanzieri del Comando Provinciale di Caltanissetta hanno concluso un’importante operazione che ha portato al sequestro di una pistola Beretta mod. 98 F con matricola abrasa, insieme a munizioni. L’azione è frutto del costante lavoro di controllo economico e di sicurezza svolto dalla Guardia di Finanza sul territorio.

L’operazione è iniziata con un normale controllo su strada effettuato in contrada Spinasanta. Durante il controllo, gli agenti hanno notato un giovane che, nel tentativo di eludere il controllo, si è disfatto frettolosamente di un marsupio, lanciandolo tra la vegetazione. I militari sono intervenuti prontamente, recuperando il marsupio e trovando al suo interno l’arma da fuoco con la matricola abrasa e 8 cartucce.

Il giovane, un ventiquattrenne di Gela, è stato subito arrestato in flagranza di reato. Successivamente, i finanzieri hanno esteso la perquisizione anche agli immobili a lui riconducibili. Qui sono stati rinvenuti altri oggetti sospetti, tra cui un passamontagna, una fondina per pistola, un grimaldello e un tirapugni, ulteriori indizi della preparazione a possibili attività illegali.

L’arrestato è stato condotto presso la casa circondariale di Gela su disposizione della Procura della Repubblica, mentre l’arma sequestrata sarà sottoposta ad accertamenti per verificarne eventuali collegamenti con altri crimini, in particolare con fatti di sangue.

Questa operazione rientra nell’ambito delle frequenti attività di controllo del territorio effettuate dalla Guardia di Finanza di Caltanissetta, che quotidianamente si impegna per garantire la sicurezza e il rispetto della legalità in tutta la provincia.

Cronaca

Como | Daspo per 12 ultrà: provvedimenti contro violenza e illegalità

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La Polizia di Stato ha emesso 12 Daspo nei confronti di altrettanti tifosi comaschi identificati come responsabili di gravi episodi di violenza e disordini pubblici avvenuti il 30 novembre scorso, in occasione della partita tra Como e Monza. Le sanzioni, che prevedono il divieto di accedere agli stadi per periodi variabili, sottolineano la tolleranza zero nei confronti delle condotte illecite legate al mondo del tifo organizzato.

Gli incidenti si sono verificati nelle aree circostanti lo stadio di Como al termine dell’incontro. Un gruppo di circa 150 ultrà comaschi, armati di bastoni e spranghe e con il volto coperto da sciarpe e passamontagna, si è diretto verso la stazione ferroviaria nel tentativo di raggiungere i tifosi monzesi in partenza. L’intervento delle forze dell’ordine ha impedito lo scontro diretto, ma alcuni ultrà hanno reagito con atti di resistenza, lanciando sassi e bottiglie contro gli agenti.

Durante i disordini, un tifoso comasco è stato arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, episodio che ha scatenato ulteriori tensioni, poi sedate dall’immediata risposta del dispositivo di ordine pubblico.

Grazie a un’attività investigativa meticolosa condotta dalla Digos di Como, con il supporto della Polizia Scientifica, sono stati raccolti elementi fondamentali per identificare 12 tifosi coinvolti nei disordini. L’analisi delle immagini e le verifiche tecniche hanno consentito di ricostruire le responsabilità penali di ciascuno.

Il Questore di Como ha quindi firmato i provvedimenti di Daspo, variabili da uno a cinque anni, per i soggetti individuati. In alcuni casi, è stato imposto anche l’obbligo di presentazione presso gli uffici di polizia durante gli eventi sportivi.

  • Un anno di Daspo per quattro tifosi, tra cui un residente di Albese con Cassano e uno di Rodero.
  • Due anni di divieto per tre giovani tra i 24 e i 26 anni.
  • Tre anni di Daspo con obbligo di firma per un tifoso arrestato durante i disordini e altri due giovani residenti nel comasco.
  • Cinque anni di Daspo per un 25enne di Beregazzo con Figliaro, già recidivo per un precedente provvedimento simile nel 2023.

Questi provvedimenti ribadiscono l’impegno delle autorità nel contrastare la violenza negli stadi e nei contesti collegati alle manifestazioni sportive. L’obiettivo è tutelare la sicurezza pubblica e riaffermare che il tifo deve essere una forma di sostegno positivo, e non un pretesto per atti di illegalità e violenza.

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Cronaca

Catania | Controlli su alimenti e legalità: sequestri e sanzioni

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Negli ultimi giorni, la Polizia di Stato di Catania ha intensificato i controlli per garantire la sicurezza alimentare e il rispetto delle normative sulle autorizzazioni per la vendita di prodotti. L’operazione, coordinata dall’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura, ha coinvolto diverse unità specializzate, tra cui la squadra volanti, il Reparto Prevenzione Crimine “Sicilia Orientale”, l’unità cinofila, la Polizia Locale e il Corpo Forestale.

In via Etnea, l’attenzione si è concentrata su due venditori ambulanti di succhi freschi. Il primo è risultato completamente privo delle autorizzazioni richieste per l’attività commerciale e per la vendita di alimenti. Questa mancanza ha portato all’elevazione di diverse sanzioni amministrative, con un importo totale di 15.000 euro. Inoltre, sono stati sequestrati 18 chili di arance, 15 chili di melograni e l’attrezzatura utilizzata, tra cui un carretto adibito a banco di vendita.

Il secondo venditore, pur in possesso delle autorizzazioni necessarie, è stato sanzionato per la mancata tracciabilità dei prodotti. Anche in questo caso, sono stati sequestrati 60 chili di arance e 40 chili di melograni, con una multa di 1.500 euro. La frutta confiscata, dopo un’attenta verifica per accertarne la salubrità, è stata donata a una cooperativa che supporta persone in difficoltà.

Parallelamente, le forze dell’ordine hanno effettuato verifiche sui passeggeri di autobus extraurbani, monitorando 13 mezzi diretti verso le province di Ragusa e Agrigento. Durante i controlli, un cittadino straniero è stato individuato come irregolare sul territorio italiano, portando all’avvio delle procedure di espulsione secondo le disposizioni di legge.

Questa serie di controlli dimostra l’impegno costante delle autorità nel garantire la tutela della salute pubblica, contrastare le attività abusive e preservare la legalità. La lotta contro il commercio non regolamentato e la mancanza di sicurezza alimentare è essenziale per proteggere i consumatori e mantenere un mercato equo per gli operatori che rispettano le regole.

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Cronaca

Brescia | Smantellata filiera di profumi contraffatti

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La Guardia di Finanza di Brescia ha portato a termine un’importante operazione volta a contrastare il commercio di prodotti contraffatti, in particolare profumi falsificati recanti i marchi di prestigiose case di profumeria italiane e internazionali.

L’indagine è scaturita da un controllo economico del territorio, durante il quale è stato fermato un cittadino di origine straniera sorpreso mentre cercava di vendere profumi contraffatti a un altro soggetto, anch’esso straniero. La perquisizione del veicolo del venditore ha portato alla scoperta di una chiave riconducibile a un capannone situato a Castenedolo, in provincia di Brescia.

Giunti sul posto, i finanzieri hanno individuato un locale nascosto dietro un muro di cartongesso, appositamente costruito per evitare che venisse individuato durante eventuali ispezioni. All’interno del deposito sono stati rinvenuti oltre 5.000 flaconi di profumi falsificati, oltre a codici a barre utilizzati per simulare la legittimità dei prodotti.

Il responsabile è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Brescia per ricettazione e commercio di prodotti con marchi contraffatti. L’intervento sottolinea l’impegno delle autorità nella lotta contro la contraffazione, un fenomeno che danneggia l’economia legale, alimenta il lavoro nero e l’evasione fiscale, e compromette la sicurezza dei consumatori.

Questo episodio mette in luce i rischi derivanti dal mercato illecito dei prodotti contraffatti, che non solo mina la reputazione dei marchi coinvolti ma rappresenta anche una seria minaccia per il tessuto produttivo locale e nazionale. La vendita di prodotti falsificati spesso si intreccia con altre attività illecite, amplificando le conseguenze per l’economia e la società.

L’operazione della Guardia di Finanza dimostra ancora una volta l’importanza di un controllo costante e capillare per proteggere i consumatori e tutelare le imprese che operano nel rispetto delle regole.

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