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Cronaca

Frosinone | Smantellato un sistema di frode ai danni dell’INPS: due professionisti indagati

ADN24

Un’operazione congiunta tra la Guardia di Finanza di Frosinone e l’INPS ha portato alla luce un sofisticato meccanismo di frode ai danni dell’ente previdenziale, finalizzato a ottenere indebitamente l’indennità di disoccupazione (NASPI) attraverso assunzioni fittizie. L’inchiesta, denominata “Naspi for Anyone”, ha coinvolto due professionisti – un consulente del lavoro e un ingegnere – che operavano nella provincia di Frosinone. I due indagati sono accusati di aver messo in piedi una rete fraudolenta che ha causato danni economici significativi all’INPS.

L’indagine, che ha visto l’impiego di perquisizioni mirate, interviste e analisi dei dispositivi informatici sequestrati, ha rivelato un sistema ben strutturato in cui oltre 240 posizioni lavorative fittizie sono state inserite negli elenchi di 15 aziende in difficoltà finanziaria. I lavoratori, assunti retroattivamente, venivano licenziati poco dopo aver maturato i presupposti per richiedere la NASPI. La domanda veniva quindi presentata, e i fondi pubblici venivano erogati, ma una parte considerevole veniva successivamente restituita in contante agli indagati.

Questo schema fraudolento ha causato un danno immediato alle casse dell’INPS di circa 930.000 euro e ha anche falsificato periodi lavorativi utili per la pensione dei falsi lavoratori. Il rinvio a giudizio dei due professionisti è stato disposto dalla Procura della Repubblica di Frosinone sulla base delle prove raccolte durante l’indagine.

Le autorità ribadiscono l’importanza di contrastare le frodi in ambito previdenziale e assistenziale, con l’obiettivo di garantire che i fondi pubblici siano destinati solo a chi ne ha realmente diritto, soprattutto nelle fasce più vulnerabili della popolazione. Il Corpo della Guardia di Finanza prosegue il suo impegno nel tutelare il sistema previdenziale e nel garantire la giustizia sociale.

Infine, come previsto dalla legge, le persone sottoposte a indagini preliminari godono della presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.

Cronaca

Firenze. Intossicazione nella Rsa: due indagati

Sono due gli indagati per la morte di Giovanni Pietro Samuelli (88 anni) , Carla Ferretti (80 anni) e Daria Tanzini (89 anni) e l’intossicazione alimentare di alcuni ospiti delle Rsa, nel fiorentino. La procura di Firenze ha iscritto sul registro degli indagati due persone: si tratta dell’amministratore delegato dell’azienda e la responsabile della residenza dove sono stati cucinati i pasti. L’indagine condotta dai Nas di Firenze ha fatto si che dentro le strutture venissero prelevati campioni di cibo nella cucina dove era stata preparata la cena incriminata.

I reati ipotizzati sono adulterazione o commercio colposo di sostanze alimentari, omicidio plurimo colposo e lesioni colpose. Tre sono i pazienti deceduti a seguito del focolaio di gastroenterite che si è diffuso lo scorso 9 febbraio tra i degenti di quattro Rsa di Firenze e provincia facenti capo alla società Sereni Orizzonti domenica 9 febbraio.

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Cronaca

RAGUSA Evasione fiscale sequestro da 396 mila euro a ditta modicana

RAGUSA – Un’operazione della Guardia di Finanza di Ragusa, coordinata dalla Procura della Repubblica, ha portato al sequestro preventivo di beni per un valore di 396.964,21 euro nei confronti di una ditta individuale di Modica operante nel settore della raccolta dei metalli ferrosi. Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari (G.I.P.) su richiesta del Pubblico Ministero titolare dell’indagine.

L’attività investigativa ha preso avvio da una verifica fiscale condotta nell’ottobre 2024 dai militari della Compagnia di Modica, i quali, attraverso un’analisi documentale e indagini finanziarie, hanno scoperto che l’impresa non aveva presentato le dichiarazioni fiscali per gli anni d’imposta 2017, 2018 e 2019. La ricostruzione dei redditi ha evidenziato un’evasione di circa 3 milioni di euro nel periodo compreso tra il 2017 e il 2022.

A seguito delle risultanze emerse, il titolare dell’impresa è stato denunciato per omessa dichiarazione ai fini delle imposte dirette e dell’IVA. Il G.I.P. del Tribunale di Ragusa ha quindi disposto il sequestro preventivo del profitto derivante dal presunto reato tributario, colpendo i beni direttamente riconducibili all’indagato fino alla somma complessiva di 396.964,21 euro. In subordine, il sequestro è stato esteso anche ai beni personali nella disponibilità dell’indagato.

Durante l’esecuzione del provvedimento, i finanzieri hanno sequestrato denaro contante per un totale di 106.400 euro, nascosto sia nei locali aziendali che nell’abitazione del soggetto. L’operazione è stata supportata dall’unità cinofila “cashdog” della Guardia di Finanza di Siracusa, specializzata nel ritrovamento di valuta. Inoltre, sono stati bloccati fondi su conti correnti bancari per oltre 70.000 euro e sequestrati tre veicoli: una Mercedes GLC 220d, una Mini Cooper Countryman e una Vespa Piaggio 150, per un valore complessivo di circa 80.000 euro.

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Cronaca

LATINA Maxi sequestro scoperta frode da oltre 10 milioni di euro sui crediti d’imposta

LATINA – Nella mattinata di oggi, i Finanzieri del Comando Provinciale di Latina hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare reale, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Cassino. L’operazione, frutto di un’indagine condotta dal Gruppo di Formia e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino, ha portato al sequestro di falsi crediti d’imposta per oltre 10 milioni di euro.

L’indagine ha coinvolto nove soggetti ed è scaturita dall’analisi di rischio sui cosiddetti “monetizzatori”, condotta nell’ambito della cabina di regia nazionale per il contrasto alle frodi sui crediti d’imposta. Gli approfondimenti investigativi hanno svelato un complesso sistema fraudolento, volto alla creazione di fittizi crediti legati al Sismabonus e alla loro illecita monetizzazione.

Le indagini hanno permesso di ricostruire il passaggio dei crediti tra vari soggetti, spesso nullatenenti, irreperibili o con precedenti penali, nonché imprese edilizie dalle dimensioni incoerenti con i lavori formalmente eseguiti. Gli accertamenti presso alcuni condomìni, anche a Roma, hanno confermato l’inesistenza dei cantieri, come dichiarato dagli stessi amministratori di condominio.

Dalle indagini è emerso che i crediti fittizi erano stati originati da un soggetto detenuto in carcere e successivamente trasferiti a più riprese. La monetizzazione avveniva anche tramite cessioni a terzi inconsapevoli. Un caso emblematico riguarda un soggetto residente a Minturno, che tra novembre e dicembre 2021 ha trasferito in Cina circa 2,3 milioni di euro, liquidità proveniente dalla vendita di crediti d’imposta inesistenti.

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